Se c’è un’azienda che ha rivoluzionato davvero il mondo della tecnologia, quella è Apple. Il colosso di Cupertino ha alle spalle una storia lunga poco più di quarant’anni, ma in un arco di tempo così breve si è rivelata una delle più grandi e innovative realtà hi-tech mondiali. Come tante aziende del settore, la “Mela morsicata” è nata letteralmente in un garage. È il 1° aprile 1976. La strada è lunga e il successo clamoroso, se si pensa che nel bilancio consolidato 2022 la Big Tech californiana ha fatturato 394,33 miliardi di dollari. Ma chi ha fondato Apple e in quali circostanze?
Chi ha fondato Apple
I fondatori di Apple sono tre: gli informatici Steve Wozniak e Steve Jobs e l’ingegnere Ronald Wayne come socio di minoranza. All’epoca, nel 1976, Steve Wozniak ha 25 anni e Steve Jobs ne ha appena 21. Wayne è più grande di loro, ha 41 anni ed è il supervisore adulto di Apple Computer. Ha notato il talento di Jobs alla Atari e decide di supportare quello strano progetto di schede madri e computer assemblati a mano. Sono di Wayne il disegno del primo logo, la stesura dell’accordo di partenariato originale tra i tre soci e il manuale dell’Apple I.
Steve Wozniak. Apple I. 1976. pic.twitter.com/scOpJxOdhH
— Flashbak.com (@aflashbak) January 12, 2022
La società è divisa al 45% tra Wozniak e Jobs con Wayne a fare da ago della bilancia con il 10%. Nel documentario Welcome to Macintosh di Robert Baca e Josh Rizzo, Wayne ricostruisce i suoi primi incontri con Jobs e Wozniak, quando, reduce da una fallimentare, sfortunata e traumatica esperienza imprenditoriale nel campo delle slot machine, crede in questa coppia di geni visionari appassionati di elettronica. Oggi, a distanza di tempo, l’ingegnere di Cleveland è ricordato soprattutto per aver ceduto la sua quota del 10% in Apple per 800 dollari a pochi mesi dal lancio della società.
Wayne capisce di essere finito “all’ombra dei giganti” ma soprattutto, con lo spettro del pignoramento dei suoi beni personali, vuole evitare rischi finanziari. A distanza di anni, non si è mai pentito di quella che definisce “la decisione migliore per le informazioni che avevo a disposizione in quel momento”. Se Wayne avesse mantenuto quel 10%, ora sarebbe uno degli uomini più ricchi del mondo. “Era come avere una tigre alle calcagna e non avrei potuto restare al passo con questi ragazzi”, racconta adesso. A finanziare Wozniak e Jobs ci pensano l’investitore Arthur Rock e l’ex dirigente di Intel Mike Makkuula Jr., i quali piazzano 250.000 dollari nello sviluppo del business plan di Apple.
I fondatori dei computer Apple tra flop e successo
I soldi sono il vero tallone d’Achille degli ex compagni di scuola. Per finanziare il primo, deludente Apple I, capace di vendere appena 200 unità al costo di 666,66 dollari per esemplare, Wozniak svende la sua preziosa calcolatrice scientifica e Jobs il suo amato furgone Volkswagen. Il primo contratto lo chiudono con The Byte Shop, un negozio di computer aperto da Paul Terrell a Mountain View. Lo store ordina 50 esemplari e Terrell si dichiara disposto a pagarli (se assemblati) 500 dollari l’uno. Va decisamente meglio l’anno dopo con l’Apple II, quello che diventa il primo personal computer di massa e un successo commerciale senza precedenti.
La progettazione di Apple II è molto più costosa di quanto previsto da Jobs e Wozniak e la richiesta fatta a Wayne di impegnarsi economicamente per la realizzazione è la molla che fa scattare l’addio definitivo del terzo socio. Dopo il mezzo flop di Apple III, Jobs affida a John Sculley, il Presidente di PepsiCo, il ruolo di CEO, compra dalla Xerox i brevetti di una innovativa interfaccia grafica e di un mezzo di input chiamato mouse e assume le persone che li hanno inventati. È il preludio alla rivoluzione che si completa nel 1984 con Macintosh, il primo PC con interfaccia grafica a icone e sistema operativo a finestre.
I prodotti di maggior successo della Mela diventeranno poi l’iPod, lanciato nel 2001, e l’iPhone, introdotto nel 2007. Il lettore MP3 e lo smartphone sovvertono il mercato della musica e della telefonia mobile. Nel mezzo, però, si è consumata la rottura tra Jobs e Wozniak: Woz lascia la società nel 1985, Steve rassegna le dimissioni quando Sculley gli toglie tutte le responsabilità commerciali e operative. Ci vorrà l’acquisizione di NeXT Computer Inc. e il rientro al comando di Jobs (dopo le dimissioni del successivo CEO Gil Amelio) per superare una profonda crisi gestionale e finanziaria, scongiurare il fallimento ed affermarsi definitivamente come l’azienda del Think Different.