Intermarket ma non soltanto con Davide Biocchi (Directa Sim), intervistato da Manuela Donghi
, convintamente, abbiamo segnalato come l’inizio del nuovo anno avesse “come per magia” messo in stand by grossi temi come la trade war, Brexit, o le “grane” tutte italiane all’interno del nostro governo. Questo perché la tensione in Medio Oriente aveva repentinamente preso il sopravvento e di fatto scavalcato tutto il resto. Ed ecco che, come nel migliore coup de théâtre che si rispetti, in pochi giorni la situazione è nuovamente cambiata.
L’anno 2020 è iniziato decisamente in modo inconsueto. Il conflitto Usa-Iran, come abbiamo già evidenziato nella precedente intervista, ha distolto l’attenzione dagli altri market mover… Ma la questione sembra essere evaporata in fretta… Sei d’accordo?
Guarda, chiacchierando a fine 2019, in più occasioni ho ricordato ciò che avvenne a inizio 2000: partì l’anno e subito i mercati giù di brutto, poi si ritornò a salire e si fece il record a 51000 punti, che ancora resiste sul nostro mercato. Ecco, con i dovuti distinguo, il mercato attuale ha mostrato una forza sorprendente, mettendosi alle spalle in un attimo una crisi potenzialmente tremenda. Ne sta inoltre uscendo con ulteriore forza, realizzando nuovi massimi storici negli Stati Uniti. I mercati a volte sembrano attendere qualche scusa buona per creare una trig (condizione scatenante) e dare l’avvio a un fase di forti vendite. Ma se questa volontà è assente non li schiodano nemmeno eventi di portata globale, come quello appena vissuto nell’area mediorientale. E poi, come dici tu, gli eventi evaporano. Ci fosse stata un’escalation militare, forse racconteremmo oggi qualcosa di diverso, ma per come è andata, i mercati ci dicono che ci siamo preoccupati per nulla (almeno per ora).
Quindi dobbiamo considerare che torneranno tutti gli altri “tormentoni”?
Ma certo. Ora che la febbre è passata senza (apparenti) strascichi, torniamo pure a preoccuparci del raffreddore… E così diamo di nuovo il giro alla giostra con Brexit, Banche centrali e Trump in tutte le salse: guerra commerciale, impeachment e prossime presidenziali. Piaccia o no, a essere sovrani sono sempre (e solo) i mercati, che vanno necessariamente assecondati. Io per primo ho suggerito di proteggere gli investimenti, nel contesto che si era creato: le resistenze prossime sul listino italiano non sembravano giustificare ulteriormente il rischio. Ma è bastato che la delegazione cinese dichiarasse di avviarsi a firmare l’accordo sulla fase 1 della guerra commerciale, per spazzare via ogni dubbio e ridare linfa ai mercati.
Indiscutibilmente Trump è ancora l’uomo chiave… questa è stata l’ennesima dimostrazione.
Beh, di sicuro la scena non gliela ruba nessuno. E come ho già detto in tante occasioni, il trader del 2020, quando è operativo, non può permettersi di trascurare il twitter di Trump. Ogni sua dichiarazione diventa un market mover, e lui non ci pensa due volte a lesinare interventi dai toni molto diretti, spesso addirittura sopra le righe, come sanno bene le vittime dei suoi strali.
Ma perché i mercati, in ogni caso, hanno quasi ignorato il (mezzo) conflitto?
Beh diciamo che petrolio e oro se ne erano accorti (ndr. sorride), e anche le Borse nell’immediato l’avevano presa molto male. Poi però, complice l’estrema sicurezza mostrata da Trump unita a qualche inefficienza mostrata dagli Iraniani, il problema si è auto-ridimensionato. Ora per spaventare ulteriormente i mercati, non basteranno le schermaglie. Servirà ben altro, ma speriamo che nulla di questo avvenga.
L’indice italiano è ancora ben impostato? Vediamo insieme i livelli…
Beh l’indice italiano è come uno che va in montagna… Scivola… Perde un po’ di terreno, ma poi si rialza e, verificato che non ha subito danni irrimediabili, torna a scalare… Quindi sì, è ancora forte, ma si trova pericolosamente nei pressi di una resistenza fondamentale: parlo di quei massimi mai violati negli ultimi 10 anni. Credo che non si fermerà a lungo qui intorno: o giù o su in tempi brevi. Giova ricordare che da questi livelli a partire dal 2009 siamo sempre tornati indietro per migliaia di punti, mica bazzecole! Quindi ne scaturiranno o un rialzo epocale, magari verso i 30.000 punti, oppure un hard landing sui 19-20mila punti.
Il paracadute serve sempre, come tu ci insegni… ma possiamo allentare le cordicelle?
Il paracadute è uno strumento di salvataggio. Che si chiami paracadute o salvagente, a volte va utilizzato con coraggio. Io ne ho fatto uso la scorsa settimana, consapevole che la prova più grande per l’investitore non risiedeva nell’applicare scelte dettate dalla prudenza, ma semmai sarà quella di trovare in seguito, se si rivelerà opportuno, la forza di rientrare a prezzi più alti di quelli a cui si è venduto. Questa è la vera scommessa per chi fa trading: vincere la componente emotiva che ci impedisce di ricomprare, se il mercato ci dice che avere venduto è stato un errore.