Mercati aperti ma sotto scacco dell’emergenza coronavirus. Giovedì si esprimerà la BCE, mentre in Italia aumentano i timori per l’economia, immobilizzata da un decreto d’urto
“Blindata” la Lombardia e altre 14 Province italiane
Un risveglio faticoso, in questo banale lunedì di marzo. Che poi tanto banale non è. L’Italia è ancora in trincea per combattere la diffusione del coronavirus che ormai ha un ritmo di espansione del 20-25 per cento giornaliero (calcoli della redazione). Sabato notte il Governo Conte ha varato un nuovo decreto, in vigore dall’8 marzo al 3 aprile, che di fatto allarga la zona rossa a tutta la Lombardia e ad altre 14 Province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Verbano Cusio Ossola, Novara e Vercelli). Si invita così la popolazione interessata a “evitare ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori” indicati e chiede inoltre che non ci si sposti all’interno di quelle aree. Gli spostamenti all’interno delle Regioni oggetto del decreto potranno avvenire “solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute”, ha detto Conte, aggiungendo che ci potranno essere controlli da parte delle forze dell’ordine per verificare le motivazioni di uno spostamento.
Bar e ristoranti resteranno aperti dalle 6 alle 18, garantendo sempre la distanza di un metro tra i clienti e il servizio al tavolo. Tutte le lezioni delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle università non riprenderanno fino al 3 aprile.
Nuove norme anche per il resto dell’Italia, con la sospensione di incontri con pubblico, degli spettacoli di qualsiasi tipo, delle attività sportive (eccetto quelle con atleti professionisti, a patto che siano senza pubblico), delle lezioni nelle scuole e nelle università (fino al 15 marzo, fino al 3 aprile nelle zone isolate), delle attività nelle discoteche, nelle sale da ballo e nei centri ricreativi di vario tipo. I centri commerciali potranno essere aperti nei giorni feriali. Intanto non si arrestano i contagi: nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 133, passando da 233 a 366, con un aumento del 57% in un giorno. Il maggior numero viene dalla Lombardia, 113. L’incremento dei malati, passati da 5.061 a 6.387 (+1.326), è stato del 26,2%. Meno marcato l’aumento delle persone guarite, diventate in totale 622, con un incremento di 33 unità (+5,6%)
Mercati: con Coronavirus panic selling anche sull’Europa?
Il panico domina ancora le contrattazioni. L’Asia ha chiuso questo lunedì (il settimo dall’aggravarsi dell’epidemia globale) con profondissimi ribassi. Shanghai chiude a -3 per cento (2.943), Nikkei a -5,07 per cento (19.689) e Hang Seng si appresta a chiudere in ribasso del 4,46 per cento (24.977). Timori per l’apertura di Piazza Affari che già venerdì scorso ha archiviato la settimana sotto i 21 mila punti (-3,50 per cento), con uno spread schizzato a 179,58 punti base (+1,95 per cento). Ma Borsa italiana ha detto no alla chiusura delle contrattazioni, sottolineando che “dispone di solidi presidi di continuità aziendale per garantire la sicurezza e la gestione ordinata delle proprie attività e delle operazioni di mercato e ha implementato una serie di policy per la protezione dei propri clienti e dipendenti, e per contribuire alla limitazione della diffusione del Coronavirus (COVID-19)”.
La settimana della Bce
E c’è chi spera che ancora una volta il salvataggio arrivi della Banca centrale europea, replicando l’esperienza del 2008 quando con il famoso “whatever it takes” l’allora presidente Bce, Mario Draghi, ha salvato l’euro. La Fed ha accorciato i tempi, compiendo, lo scorso 3 marzo, il più grande taglio di tassi d’interesse dall’inizio della crisi nel 2008: mezzo punto percentuale. Con questa mossa la Federal Reserve ha reso più economico prendere a prestito denaro, nella speranza che questo serva a sostenere l’economia nonostante gli effetti del Covid-19. Ora tutti gli occhi sono puntati sulla Bce, cosa farà giovedì Christine Lagarde? Di certo non ha lo stesso margine di azione della Fed, avendo già tassi negativi e un QE ancora in corso. L’immobilismo sarebbe, però, mal interpretato dai mercati finanziari, specie dopo il tempestivo intervento di altre banche centrali (Usa, Australia, Hong Kong). È già accaduto nel 2011, quando la crisi dei debiti sovrani stava rischiando di mandare in bancarotta paesi come Spagna e Italia, e la BCE decise comunque di alzare i suoi tassi di interesse. Sta crescendo il numero di operatori che si aspettano un taglio di 10 punti base sul tasso di deposito.
Dati macro in focus
Al di là del coronavirus, i dati di questa settimana non saranno determinanti per i mercati, ancora totalmente concentrati sulle misure di argine alla diffusione del coronavirus. Per quanto riguarda l’Europa, oggi ci sarà la produzione industriale in Germania del mese di gennaio, domani quella di Francia e Italia. In calendario anche ill Pil del quarto trimestre in Giappone. Giovedì il tasso di disoccupazione del quarto trimestre in Italia. In Cina, domani, sarà rilasciato il dato sull’inflazione di febbraio, mentre mercoledì sarà la volta degli Stati Uniti. In Gran Bretagna, l’11 marzo, sarà annunciato il budget per il 2020.
Importante seduta in Parlamento, mercoledì prossimo, perché l’Aula della Camera dovrà esaminare l’autorizzazione allo scostamento di bilancio propedeutica al varo del decreto legge con le misure economiche per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Il governo ha chiesto al Parlamento un aumento del deficit 2020 dello 0,36 per cento del Pil, pari a circa 6,3 miliardi (che salgono a 7 tenendo conto anche dei contributi figurativi della Cig) per finanziare le nuove misure.
Sul fronte societario si riuniscono i cda per l’approvazione dei conti di Acea, Banca Generali, Brembo, Molmed, Prima Industrie e Vianini, con le conference call di Acea, Inwit e Brembo.
Petrolio in discesa, si spezza l’asse russo-saudita
In focus in questa giornata anche il petrolio, che ha perso in apertura il 30 per cento, a causa del mancato accordo tra Opec e Opec Plus e del forte impatto sulla domanda (soprattutto cinese) del coronavirus. Fumata nera, venerdì scorso, dal vertice di Vienna, con la Russia che si è opposta alla proposta dei Paesi aderenti al cartello Opec di estendere a tutto il 2020 i tagli alla produzione di petrolio, pari ad ulteriori 1,5 milioni di barili al giorno. Per Mosca tagli così forti non rappresentano la soluzione. Così il Brent, che aveva già perso oltre il 9 per cento a fine settimana, è sceso nel giro di pochi secondi da 45 a 31,52 dollari al barile, ai minimi da 4 anni. Il Wti ha segnato un nuovo minimi a 27,40 dollari al barile.