Dopo il rosso di lunedì, i mercati ritracciano nonostante l’escalation di tensione tra Usa e Iran. Oro e palladio sui massimi, in arrivo dati macro
Mercati positivi ritracciano nonostante escalation: Wall Street e Asia in rialzo
La giornata sui mercati guarda al rialzo di Wall Street che ha chiuso la seduta di lunedi’ 6 gennaio in positivo dopo aver recuperato il ‘rosso’ della prima parte della seduta odierna. I listini guardano oltre i timori per un’impennata delle tensioni in Medio Oriente, dopo le perdite messe a segno venerdi’ in seguito al raid Usa a Baghdad, in Iraq, durante il quale e’ stato ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani. A dare la scossa e’ stato il dato sull’attivita’ nel settore dei servizi Usa (in crescita a dicembre a 52,8 punti, dai 51,6 del mese precedente), ma anche l’avvicinarsi dell’attesa firma sulla prima parte dell’intesa commerciale tra Usa e Cina, che dovrebbe avvenire il prossimo 13 gennaio. Prima dell’escalation delle tensioni in Medio Oriente, gli indici Usa avevano toccato nuovi massimi grazie a un rally iniziato a meta’ dicembre in seguito al riavvicinamento tra le due superpotenze e ai segnali di ripresa della crescita economica globale. Il petrolio,che era salito di oltre il 3% venerdi, ha proseguito la sua corsa. Il contratto a febbraio ha chiuso a New York in rialzo di 0,22 dollari, lo 0,4%, a 63,27 dollari al barile. Il Djia ha guadagnato 6,66 punti, lo 0,02%, a quota 28.641,54. L’S&P 500 e’ salito di 6,45 punti, lo 0,20%, a quota 3.241,30. Il Nasdaq ha aggiunto 32,94 punti, lo 0,37%, a quota 9.053,71. Seduta con prevalenza di segni positivi anche per le principali borse asiatiche, dopo il finale al rialzo di Wall Street. La piazza di Tokyo ha chiuso in rialzo, con l’indice Nikkei che ha guadagnato l’1,60% a 23.575 punti, mentre il Topix è salito dell’1,62% a 1.725 punti. Fa bene anche Seul con un +0,95%. Denaro sulle borse cinesi.
Sale la tensione tra Usa e Iran. Attesa per vertice UE
Cresce di ora in ora la tensione tra Usa e Iran, con ripercussioni in tutto lo scacchiere internazionale, dopo l’uccisione del Generale iraniano Soleimani. Teheran avverte: “Se gli Stati Uniti non si ritirano, affronteranno un altro Vietnam. Neanche la morte di Trump vendicherà la morte di Soleimani”. Secondo quanto scrive il New York Times che cita tre fonti iraniane presenti ad un incontro del consiglio per la sicurezza nazionale dove Khamenei ha dettato la linea, la Guida suprema ha ordinato che qualsiasi rappresaglia per l’uccisione del generale iraniano Soleimani da parte degli Usa sia un attacco diretto e proporzionato contro interessi americani, eseguito apertamente dalle forze iraniane. Trump, intanto, continua a gettare benzina sul fuoco e assicura via Twitter che “Teheran non avrà mai un’arma nucleare” mentre l’esercito americano afferma che la lettera ufficiale che annunciava il ritiro dall’Iraq era un errore: “Non è quello che sta accadendo”. La diplomazia è al lavoro con i ministri degli Esteri dell’Unione europea che si riuniranno venerdì prossimo a Bruxelles in un vertice straordinario per discutere della crisi in Iran e Iraq. Non è escluso che si discuterà anche della questione libica. “Dopo i recenti sviluppi in Iraq, ora è importante arrestare il ciclo della violenza in modo che un’altra azione non dia origine ad una successiva, e venga invece creato nuovamente spazio per la diplomazia”. Lo ha detto la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen. “Siamo profondamente preoccupati per l’annuncio dell’Iran sul nucleare – ha aggiunto -. Questo annuncio arriva in un momento di forti tensioni nella regione. Da un punto di vista europeo, è importante che l’Iran torni all’accordo nucleare. Dobbiamo convincerlo che è anche nel suo stesso interesse”. Intanto, il Premier Giuseppe Conte chiama a raccolta gli alleati della UE per affrontare le tensioni internazionali in particolare quella tra Stati Uniti e Iran. Serve un’azione europea”, ha detto in un’intervista a Repubblica spiegando: “In questo momento tutta la nostra attenzione deve essere concentrata ad evitare un’ulteriore escalation, che rischierebbe di superare un punto di non ritorno”.
Oro sui massimi da aprile 2013, record di sempre per palladio
In un mercato dai volumi ancora sottili, gli operatori attivi sulle valute continuano a prediligere gli acquisti rifugio in risposta all’evoluzione del panorama geopolitico in Medioriente. Premiate principalmente le più tradizionali divise rifugio come yen e franco svizzero, con il primo che tocca il massimo degli ultimi tre mesi su dollaro e il secondo il record da quattro mesi su euro. I mercati guardano con attenzione ai cosiddetti “safe haven. Il prezzo dell’oro ha chiuso a Londra ai massimi da aprile 2013. Il fixing della seduta di ieri e’ stato fissato a 1573,1 dollari l’oncia, quando in mattinata il prezzo era salito fino a toccare un massimo 1.588,65 dollari, a un passo dal top da 7 anni. Nell’ultimo giorno del 2019, il prezzo dell’oro era a 1.517,01 dollari l’oncia. A provocare il progresso del “bene rifugio” sono state le tensioni internazionali causate dall’uccisione in Iraq da parte degli Stati Uniti del generale iraniano Qassam Soleimani. E’ sui massimi anche il Palladio: futures scambiano a 2026 dollari l’oncia alle 8.25 di questa mattina con leggero ritracciamento (-0,26%).
Germania, produzione auto ai minimi da 23 anni
La giornata sui mercati si apre con i dati tedeschi sull’automotive. In difficoltà il comparto automobilistico tedesco nel 2019, con livelli così bassi che non si vedevano dal 1996. Il bilancio dell’anno appena trascorso, illustrato dalla Federazione industriale tedesca Vda, non è appunto dei migliori, con 4,7 milioni di unità vendute, vale al dire il 9% in meno rispetto all’anno precedente. A deprimere il settore sono state le esportazioni, con una domanda internazionale in flessione del 9% mentre nel mercato interno si è registrato un aumento delle vendite del 5%, miglior dato da circa 20 anni.
Oggi in agenda
La giornata macroeconomica prosegue con l’aggiornamento sulle riserve valutarie in Cina e prosegue con i dati Istat su rapporto deficit/Pil e inflazione in Italia. I prezzi al consumo vengono rilevati anche su scala Eurozona (con in piu’ le vendite al dettaglio). Dagli Stati Uniti arrivano invece la bilancia commerciale, l’indice Ism non manifatturiero e gli ordinativi industriali. Al Parlamento inglese riprende la discussione sulla Brexit. Per la finanza e’ in programma la presentazione degli obiettivi per il 2020 di Facebook. Alla Camera dei Deputati, ciclo di audizioni sul Dl Alitalia con i vertici Lufthansa, il commissario Leogrande e il ministro dei Trasporti De Micheli.