Già l’Asia aveva fiutato puzza di bruciato. Lo dimostra la chiusura contrastata, con Tokyo e Hong Kong sopra la parità e Shanghai e Shenzhen in territorio negativo. Congelata una guerra commerciale, quella con la Cina, ecco che Donald Trump è pronto ad avviarne un’altra. E stavolta il “nemico” è l’Europa. Washington ha preso di mira l’Unione Europea minacciando dazi per 4 miliardi di beni, compresi alcuni settori forti dell’export italiano (tra cui olio e formaggio). Le borse del vecchio continente provano ad avviare le contrattazioni con slancio, sfruttando la buona chiusura di Wall Street e la coda dell’entusiasmo per la tregua della trade war tra Usa e Pechino. Ma dura poco. Gli indici girano negative a metà mattinata, unica a resistere positiva è proprio Piazza Affari, che si avvicina alla parità molto più lentamente. Vanno male anche i dati macroeconomici, con la sola eccezione delle vendite al dettaglio su base annuale in Germania: +4% a maggio, in linea con i dati di aprile e a fronte di un’attesa del 2,7%. Da non sottovalutare infine il clima di incertezza per la nomina del nuovo Commissario Ue, dove in questo momento l’Europa appare letteralmente spaccata in due.
Non è un caso che l’oro abbia ripreso a correre, riportando il prezzo sui 1.390 dollari l’oncia. Prudente anche il petrolio, il cui prezzo resta intrappolato tra i 58 e i 59 dollari al barile in attesa delle decisioni dell‘Opec a Vienna, decisioni (taglio alla produzione del greggio per 9 mesi) che non farà contento lo stesso Trump, più propenso ad tagliare i prezzi piuttosto che la produzione.
Stabile l’Euro / Dollaro, ritocca i minimi storici il Bund tedesco a -0,370%, nuovo record anche per il Btp il cui rendimento scivola all’1,89%.
EQUITY
Dax: 12.505 punti (-0,2%)
Apertura senza spinta per Francoforte dopo aver toccato ieri i massimi da agosto 2018 a quota 12.581 punti. I nuovi dati macro spingono gli investitori alla cautela. Già detto del delle vendite al dettaglio su base annuale, deludono quelle su base mensile a -0,6%, le stime degli analisti si aspettavano un +0,5% per quella che è la terza rilevazione negativa consecutiva. L’indice tedesco riesce comunque a mantenersi sui livelli della vigilia, in area 12.500 punti, per un trend che rimane positivo a lungo termine.
Ftse Mib a 21.294 (+0,19%)
Prevale ancora la lateralità di breve se non brevissimo periodo iniziata il 20 giugno scorso: resistenza a 21.474 punti, supporto a 21.112. Prevale l’impulso rialzista del 27 giugno. Alle 10, assieme a Londra, è l’unico listino positivo del vecchio continente, sostenuto dai comparti dell’immobiliare, delle costruzioni e dei beni industriali.
Cac 40 a 5.564 (-0,06%)
Poco mossa Parigi dopo il nuovo record da aprile 2018 a 5.611 punti. A maggio il saldo di bilancio del governo francese, che misura la differenza di valore tra le entrate e la spesa dell’Eliseo, è pari a -83,9 miliardi di euro, un rosso decisamente maggiore rispetto alle stime che si aggiravano attorno ai 70 miliardi, e al dato precedente: -60 miliardi.
Ibex a 9.247 (-0,19%)
Anche Madrid tratta all’insegna della prudenza, con la variazione del tasso di disoccupazione spagnolo che non rispetta in negativo le attese del mercato: le persone registrate come disoccupate sono diminuite di 63,8 mila unità, per un valore del 4,63% a 3,016 milioni nel giugno 2019: è il livello più bsaso da novembre 2008. Le aspettative erano di 90 mila persone in meno.
VALUTE
Ritocca i minimi dal 21 giugno scorso raggiunto ieri l‘Euro / Dollaro (1,1275) per poi stabilizzarsi leggermente al di sotto dell’1,13, con i dati macro che di sicuro non aiutano l’apprezzamento della moneta unica. Che però riguadagna terreno nei confronti della Sterlina (+0,3%) complice il 43,1 rilevato per il nuovo indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni in Gran Bretegna: mai stato così basso da dieci anni a questa parte.
Euro / Dollaro 1,1297 (+0,11%). Euro / Sterlina 0,8953 (+0,3%). Euro / Franco Svizzero 1,116 (+0,12%).
COMMODITY
Prezzo del petrolio sui livelli degli ultimi cinque giorni ma non supera i 60 dollari al barile. Le stime rimangono per rialzo dei prezzi non appena l’Opec ufficializzerà il taglio della produzione a 1,2 milioni di barili al giorno da qui a giugno 2020. A metà mattinata il greggio si attesta a 58,9 $.
Riparte, almeno per il momento, la corsa all’oro. Ieri il ritracciamento in area 1.380 dollari l’oncia complice la festa delle borse per la tregua tra Cina e Usa. Oggi il metallo giallo tratta di nuovo oltre i 1.390, complice la prudenza dei mercati sui nuovi dazi minacciati da Trump nei confronti dell’Europa. Anche i segnali di ripresa del prezzo del rame hanno avuto vita breve: il metallo rosso scivola a 2,67 dollari per libbra.
TASSI D’INTERESSE
Settima seduta consecutiva al ribasso del rendimento del Btp, ora all’1,89% (il 25 giugno era a 2,3%). Ritoccati i minimi da maggio 2018. I mercati continuano a guardare con ottimismo lo stop alla procedura di infrazione da parte dell’Europa (che al momento ritiene come priorità le nuove nomine) nei confronti dell’Italia, anche Sergio Mattarella si è esposto in questo senso anche se le promesse del governo sarebbero valide solo per il 2019. Sempre più negativo il rendimento del Bund tedesco, che aggiorna a -0,370 il proprio minimo storico.