ETF europei: le piattaforme digitali chiave per il rilancio - Borsa&Finanza

ETF europei: le piattaforme digitali chiave per il rilancio

ETF europei: le piattaforme digitali la chiave per il rilancio

Le piattaforme digitali potrebbero aiutare gli ETF europei a colmare il gap rispetto agli omonimi americani. Per molti anni infatti i fondi del Vecchio Continente hanno pagato il prezzo di commissioni più elevate, trovando difficoltoso accedere a una gestione passiva a basso costo. Negli ultimi anni tuttavia l’ingresso tramite piattaforme o app online ha favorito una crescita importante. Ad esempio in Germania i piani di risparmio ETF sono passati da 500 mila di giugno 2017 a quasi 5 milioni di fine marzo di quest’anno. Secondo le previsioni di BlackRock, tale numero raggiungerà i 20 milioni entro il 2026.

A proposito di BlackRock, il più grande fondo del mondo ha visto lo scorso anno una crescita a 80 milioni di dollari, dai 60 milioni dell’anno prima. Secondo Salim Ramji, responsabile globale degli ETF e degli investimenti di BlackRock, l’Europa è la Regione con la più rapida crescita al mondo.

Anche una ricerca dello scorso anno condotta da Blackwater Search & Advisory, è arrivata a conclusioni analoghe. La società di ricerca ha affermato che la Germania guida il mercato degli ETF in Europa, grazie a più di 400 miliardi di dollari di assets, con l’adozione al dettaglio che è in rapida crescita. Alle sue spalle vi è il Regno Unito, con oltre 350 miliardi di dollari, seguito da Italia, Francia e Svizzera che cumulativamente rappresentano 510 miliardi di dollari. In tutto in Europa vi è una gestione che supera i 1.500 miliardi di dollari di asset.

 

ETF: le vendite al dettaglio segnano ancora il divario tra USA ed Europa

Nonostante i progressi, l’Europa ancora soffre la scarsa partecipazione da parte del commercio al dettaglio negli ETF. Blackwater sottolinea come i canali di vendita e distribuzione tradizionali siano in parte responsabili della disparità nell’adozione della vendita al dettaglio tra i 2 Continenti. Allo stato attuale il 50% degli ETF è retail negli Stati Uniti, mentre in Europa la quota si aggira intorno al 10%.

Tutto questo è il risultato di una mentalità protezionista, a giudizio Michael O’Riordan, socio fondatore di Blackwater, perché vi sono troppi interessi in gioco che impediscono la crescita degli ETF dove non vi è il pagamento delle commissioni di retrocessione. Al riguardo, Better Finance, un’organizzazione per i diritti degli investitori in un recente rapporto di febbraio 2022 invitava le Autorità di regolamentazione a vietare le tariffe di retrocessione in tutta Europa. In questo momento solo in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi vi è questo divieto.

Uno studio di Morningstar comunque vede un certo cambiamento nel mercato, dove gli investitori al dettaglio stanno crescendo, grazie all’uso degli ETF che se ne fa attraverso le piattaforme online e i nascenti robot. Anche Vanguard Group, una delle più grandi società d’investimenti al mondo statunitensi, rappresenta un’altra voce della campagna per il cambiamento. Infatti nel 2020 ha pubblicato un Manifesto europeo dove proponeva l’eliminazione dei potenziali conflitti d’interesse che derivano dai modelli di vendita basati sulle commissioni. Ramji di BlackRock in questo è stato chiaro affermando che, quando le piattaforme digitali eliminano le barriere alle commissioni sugli ETF, milioni di investitori si rivolgono spesso agli ETF per la prima volta.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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