Prestiti agli studenti: il prossimo scoglio della finanza americana - Borsa&Finanza

Prestiti agli studenti: il prossimo scoglio della finanza americana

Prestiti agli studenti, il prossimo scoglio della finanza americana

Con l’acquisizione dei prestiti e dei depositi della banca fallita Silicon Valley Bank da parte di First Citizens, la crisi finanziaria negli Stati Uniti sembra essersi calmata. Tuttavia un altro pericolo mette in allarme la finanza americana: i prestiti agli studenti. Thomas Simons, economista del mercato monetario di Jefferies, sottolinea come la moratoria sul rimborso dei prestiti agli studenti stia giungendo alla fine. Secondo una decisione della Corte Suprema, i pagamenti dovranno riprendere prima della fine di agosto.

Ciò significa che 45 milioni di studenti dovranno iniziare a rimborsare il denaro ottenuto in prestito. Simons rileva che il pagamento medio del prestito studentesco non in differimento era di 393 dollari al mese. “Può sembrare un importo modesto, ma l’impatto sul reddito è molto simile agli aumenti delle tasse associati al Fiscal Cliff del 2013, che è stato seguito da un notevole rallentamento dei consumi”.

Per il momento i tassi di insolvenza sui prestiti agli studenti rasentano lo zero e i risparmi fatti durante la pandemia sono riusciti a contenere almeno in parte gli effetti nefasti dell’inflazione. Tuttavia, una buona parte di quei risparmi è stata consumata. Di conseguenza le tensioni potrebbero farsi sentire. “La domanda di prestiti potrebbe aumentare, ma solo da parte di mutuatari che hanno difficoltà a onorare il proprio debito”, precisa Simons. Il problema è che le banche più piccole stanno registrando una fuga dei depositi e, con il calo della domanda di prestiti e il peggioramento della qualità del credito delle famiglie, è seriamente a rischio la loro redditività.

 

BNPL: un’altra mina che può scoppiare in USA insieme ai prestiti agli studenti

La questione del prestito agli studenti non è l’unico segnale inquietante che turba la finanza a stelle e strisce. Secondo i dati resi pubblici la scorsa settimana da Adobe Analytics, nei primi due mesi del 2023 la quota di ordini di generi alimentari online effettuati tramite il sistema “Buy Now Pay Later” (BNPL) è aumentata del 40% anno su anno. Questo significa che gli americani stanno utilizzando sempre di più il pagamento posticipato anche per acquistare il cibo, approfittando degli interessi minimi o addirittura nulli che caratterizzano questa formula purché i pagamenti vengano effettuati in tempo.

Tutto ciò però potrebbe rivelarsi una trappola, in quanto i servizi BNPL sono meno regolamentati rispetto alle carte di credito e hanno commissioni meno trasparenti. Tra l’altro, prevedono interessi elevati se il pagamento non viene fatto nelle scadenze indicate. Il rischio è che si inneschi un circolo vizioso, in ragione del fatto che nell’ultimo anno l’inflazione è cresciuta molto. Oggi, anche se i prezzi generali salgono del 6%, quelli riguardanti i generi alimentari viaggiano a oltre il 10%. In sostanza, se il sistema salta si rischia un’altra crisi che potrebbe interessare tutta la finanza americana.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

ARTICOLI CORRELATI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *