
Bce, la reazione di mercati e analisti dopo la riunione
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In questa pagina di Borsa&Finanza trovi la raccolta di tutti gli articoli riguardanti lo spread BTP-Bund, la sua quotazione e le previsioni sul suo andamento. Con il termine spread si indica un differenziale tra due valori: in questo caso la differenza di rendimento tra il BTP, in genere a 10 anni, e il Bund, l’omologo tedesco. Per calcolare lo spread è necessario che i due termini di confronto abbiano la medesima scadenza e (idealmente) la stessa valuta. Lo scopo dello spread BTP-Bund è quello di delineare un’idea più precisa sulla fiducia dei mercati internazionali verso lo stato di salute dell’economia italiana. Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi rappresenta dunque una sorta di termometro sull’apprezzamento dei mercati e degli operatori finanziari rispetto ai due paesi di riferimento.
Lo spread è un valore dinamico, che cambia di continuo durante le sedute di Borsa. Più nel dettaglio, lo spread BTP-Bund aumenta quando si verificano in contemporanea due condizioni:
Lo spread viene espresso in punti base, secondo una convenzione dove l’1% equivale a 100 p.b. Per fare un esempio pratico, se i titoli obbligazionari italiani hanno un rendimento del 3,5% e quelli tedeschi dell’1,2%, lo spread BTP-Bund sarà equivalente a 350-120 = 230 punti base. Più in generale il termine spread potrebbe indicare qualsiasi tipo di differenza tra valori, sia all’interno del mercato obbligazionario che di quello azionario. In questo caso basti pensare allo spread bid/ask presente sui book delle azioni. Nella pratica all’interno dell’Eurozona quando si parla di spread ci si riferisce quasi sempre al mercato dei titoli di Stato e la differenza viene calcolata rispetto ai Bund della Germania, prima economia in Europa e asset più liquido in assoluto per quanto riguarda i bond sovrani del Vecchio Continente. Questo aiuta a capire il livello di rischio delle altre nazioni e dei loro titoli di Stato. In questo contesto, lo spread BTP-Bund è degno di nota in quanto mette a confronto i paesi con il debito più alto (l’Italia) e più basso (la Germania) dell’Eurozona.
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