Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti , insieme ad altri otto Stati Usa tra i quali la California, ha avviato una nuova procedura contro Alphabet, la casa madre di Google, per abuso di posizione dominante nel mercato della pubblicità digitale. Secondo l’accusa, Google per quindi anni avrebbe neutralizzato o eliminato la concorrenza mediante acquisizioni mirate al fine di ridurre la scelta degli inserzionisti e rendendo difficoltoso l’utilizzo dei prodotti dei concorrenti. “Google ha usato mezzi anticoncorrenziali, escludenti e illegali per eliminare o ridurre drasticamente qualsiasi minaccia al suo dominio sulle tecnologie pubblicitarie digitali”, si legge nell’azione legale intentata presso la corte federale di Alexandria, in Virginia.
La richiesta del Dipartimenti di Giustizia e degli altri otto Stati che hanno avviato l’azione legale è di separare le attività di Google: core business della ricerca, YouTube e altri prodotti come Gmail. “Il dominio di Google nel mercato degli annunci significa che un numero minore di editori è in grado di offrire i propri prodotti senza addebitare costi di abbonamento o di altro tipo, perché non possono contare sulla concorrenza nel mercato pubblicitario per mantenere bassi i prezzi degli annunci” ha spiegato martedì in conferenza stampa il procuratore generale Merrick Garland.
La accuse di abuso di posizione dominante non sono una novità per Mountain View in giudizio. Già l’amministrazione Trump aveva intentato una causa contro il motore di ricerca. Google ovviamente respinge le accuse ribaltandole contro il Dipartimento di Giustizia: “Argomentazione errata che rallenterà l’innovazione, aumenterà le tariffe pubblicitarie e renderà più difficile la crescita di migliaia di piccole imprese e di editori”.
Alphabet (Google): strappo ribassista con un gap down aperto a 97,20
Quotato sul mercato Nasdaq, il titolo Alphabet sembra essere impostato al ribasso nel breve termine, anche grazie alla performance molto negativa registrata nella seduta di ieri. Dopo un’apertura in gap down (rimasto aperto nell’intraday a quota 97,20), infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito un andamento fortemente ribassista che le ha portate a realizzare un minimo sul livello 93,76, per poi rimbalzare leggermente nella seconda parte della giornata fino ad avvicinarsi alla soglia dei 94,50 dollari.
La notizia della causa per abuso di posizione dominante ha affossato l’azione che si stava muovendo bene da inizio anno. È anche vero, però, che il trend ascendente aveva bisogno di un ritracciamento e che i prezzi erano quasi in prossimità della resistenza in area 102 (100 dollari il massimo di lunedì scorso). Per un motivo o per l’altro il titolo sta stornando e continuerà a farlo. Ampliando l’orizzonte temporale, Alphabet è ritornato all’interno di quell’ampio trading range compreso tra a i livelli 84 e 104 che aveva caratterizzato il suo movimento a partire dalla metà di ottobre. Per i più ottimisti potrebbe essere anche una lentissima fase di accumulazione ma, a essere realisti, considerando il poco appeal di cui gode il settore hi-tech in questo momento, si tratta solo di una forte debolezza che potrebbe continuare ancora a lungo.
L’impostazione algoritmica, comunque, vede i prezzi stazionare ancora al di sopra dell’indicatore Supertrend mentre sia l’indicatore Parabolic Sar che la media mobile a 25 sono rialzisti da inizio gennaio. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il proprio Signal. Inoltre, è da segnalare come l’indicatore RSI sia posizionato nell’area di “neutralità” vicino al livello 54. Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è consigliabile al superamento del livello 96,16 con target nell’intorno dei 100,04 dollari, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla violazione di quota 93,76 con obiettivo molto vicino al livello 90,34.
L’andamento di breve termine del titolo ALPHABET