Il 2022 si avvia a conclusione e il bilancio per Amazon è pessimo. In Borsa il titolo del gruppo fondato da Jeff Bezos e oggi guidato da Andy Jassy ha perso il 42% di capitalizzazione (dato aggiornato alla chiusura di giovedì 10 novembre). Le difficoltà si sono palesate anche nella trimestrale, con utili e ricavi sotto le attese degli analisti e hanno spinto i vertici della società di Seattle a mettere in moto un piano per il controllo dei costi. Come le altre Big Tech, Amazon ha scontato nel 2022 il cambio di politica monetaria della Federal Reserve, e quindi il rialzo dei tassi di interesse, e il ritorno alla “normalità” dopo i fasti del 2020-2021, quando il Covid-19 aveva favorito il boom dell’online.
Dopo la trimestrale i costi finiscono sotto la lente
Un solo numero potrebbe bastare a spiegare perché il gigante dell’e-commerce abbia deciso di accendere un faro sui costi e mettere mano a una riorganizzazione interna. Tra il 2019 e il 2021 Amazon ha assunto oltre 800.000 persone nei suoi depositi (aprendone di nuovi) per tenere il passo con la domanda. Ora le assunzioni sono bloccate e non si può escludere che nel nuovo anno arrivi un taglio di personale (Meta e Twitter hanno già aperto le danze su questo terreno). Il Wall Street Journal ha approfondito la questione costi in un recente articolo riportando il pensiero dell’amministratore delegato Jassy sulla riduzione dopo i conti in rosso dei primi nove mesi dell’anno (-3 miliardi di dollari l’utile netto da +19 dei primi nove mesi del 2021). I ricavi nel terzo trimestre del 2022 si sono attestati a 127,1 miliardi di dollari contro i 127,46 attesi dal consensus e le prospettive economiche per il 2023 (è attesa una recessione) hanno portato a una riduzione delle stime di fatturato per gli ultimi quattro mesi dell’anno in una forchetta tra 140 e 148 miliardi di dollari.
I motivi del rimbalzo di Amazon
Una rondine non fa primavera tanto quanto una seduta da +12,17% (quella del 10 novembre ndr) non fa inversione di tendenza. Tuttavia, il collegamento diretto tra l’annuncio di una revisione sui costi e il movimento indica che l’AD Jassy deve imboccare quella strada per risollevare Amazon in Borsa e sperare in un 2023 di ripartenza. Un supporto al rialzo dell’azione è arrivato anche dalla rilevazione sui prezzi al consumo negli Usa. Nel mese di ottobre l’inflazione è cresciuta del 7,7% rispetto a ottobre 2021, sensibilmente meno rispetto a settembre (+8,2%) e alle attese degli analisti a +8%. Su base congiunturale l’aumento è stato dello 0,4% contro stime a +0,6%. Con questa buona notizia il mercato si attende che la Fed, a partire dalla riunione di dicembre, moderi la pressione sul rialzo dei tassi, mettendo fine ai ritocchi “inusuali” da 75 punti base. E tuttavia affidarsi alla Fed e ai dati di inflazione vuol dire muoversi su un terreno scivoloso. È tutta da confermare la possibilità che la Banca centrale Usa si mostri meno rigida con il rischio che le aspettative di inflazione tornino ad aumentare.
Black Friday al via il 25 novembre
Meglio allora affidarsi alla solida concretezza delle vendite del periodo natalizio e del Black Friday, dal quale tutti i dettaglianti compresa Amazon si aspettano un bel regalo. Tanto che il colosso di Seattle inizierà a offrire i primi sconti già dal 18 novembre fino ad arrivare al Cyber Monday di lunedì 28. Secondo le previsioni di Future Publishing quest’anno l’ammontare di vendite durante il Black Friday dovrebbe attestarsi a 158 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Adobe prevede che le vendite totali in Usa del periodo che va dall’1 novembre al 31 dicembre dovrebbero raggiungere i 209,7 miliardi di dollari.
L’analisi tecnica e le strategie operative sul titolo Amazon
La violenta accelerazione al ribasso partita il 25 ottobre scorso ha portato l’azione Amazon a 85,87 dollari, su minimi pluriennali e livelli che mancavano dal marzo 2020. Da qui è partito un forte rimbalzo che necessità però di ulteriori conferme. L’area 83-85 dollari rappresenta in ogni caso un sostegno importante in quanto ha fatto da base alla lateralizzazione che ha interessato l’azione tra il luglio 2018 e l’aprile 2020. Un sostegno importante, assolutamente da non violare, sul quale costruire un recupero. In particolare, il rimbalzo della seduta di giovedì 10 novembre potrebbe favorire una salita fino a 104,87/105 dollari e poi 109,77, dove verrebbe chiuso il gap ribassista lasciato aperto il 27 ottobre.
Amazon: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
Per quanto riguarda l’operatività, si potrebbero valutare strategie long a partire da area 96 dollari con target a 103 e stop loss a 92. Per questo tipo di operatività può essere utilizzato un Certificato Turbo24 di IG con facoltà long su Amazon che abbia il livello di Knock-Out (KO) superiore alla zona scelta per lo stop loss indicato. Nel dettaglio, il Certificato Turbo24 Long con ISIN DE000A23QVP7 propone un livello di KO a 77,7753 dollari e leva 5. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo di controllare il moltiplicatore, sotto la voce info. L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché ciò accada le quotazioni di Amazon dovranno raggiungere il livello di KO del Certificato.