Report a cura di Giorgio Salvato, trader in futures & opzioni e consulente finanziario
L’anno in corso si è rivelato prolifico per la borsa Italiana, con un rendimento ad oggi del 28,7%, grazie anche alla ventata di ottimismo oltreoceano che si caratterizza tuttora con il raggiungimento di massimi sempre più impensabili fino a qualche tempo fa. Diamo un’occhiata al grafico del 2019, per renderci conto delle date più rilevanti sia dal punto di vista dei supporti che delle resistenze, per poi rapportarlo al movimento opzionistico.
Si nota graficamente come i livelli fondamentali dell’anno sono stati i 19.500 punti come supporto e i 22.000/22.300 fino a metà agosto, e quindi l’ascesa fino a fine novembre con la rottura della resistenza a metà ottobre che ci ha portato fino ai 23.588.
Ma questo movimento era incorporato nelle opzioni MIBO?
Direi di sì. Osservando proprio la distribuzione degli open interest dicembre 2019 (posizioni aperte dagli Istituzionali), possiamo infatti notare quale sarebbe stato il range dell’anno 2019, che fino ad oggi… E’ stato rispettato!!
La forza ascensionale dell’indice dal punto di vista opzionistico la si può notare dalla dinamica degli open interest nell’ultimo periodo (intendendo la somma di tutte le put e call su tutti gli strike) e dal rapporto put/call ratio nettamente positivo!!
Si nota come il mercato opzionistico ha visto un incremento di put vendute su molti strike senza trovare resistenze, infatti la linea delle call vendute è rimasta inalterata. Di conseguenza il put call ratio ha visto un incremento con un rapporto massimo di 1,6.
Se notiamo dal grafico degli open interest totali dicembre, molti strike call da 20.000 punti in su sono stati superati (andati ITM – in the money) e gli operatori si sono coperti abbondantemente con acquisti di futures e di sottostante azionario. Soffermandoci sul primo aspetto, notiamo come anche gli open interest sul future hanno avuto un netto incremento dal 12 settembre fino ad oggi, e ricordando che la rottura definitiva della resistenza dei 22.300 è avvenuta il 15 ottobre, possiamo dire che effettivamente il trend in atto è consistente ma con ancora dei punti interrogativi.
Il motivo degli interrogativi sta nel fatto che vedendo la funzione di ripartizione delle opzioni dicembre notiamo che sui 23.588 di indice Ftse Mib siamo quasi all’80% di opzioni call coperte da futures e sottostante azionario e questo pone dei limiti al proseguimento almeno per la prima parte dell’anno 2020.
Il risultato dell’anno dal punto di vista dei profitti degli Istituzionali è stato raggiunto perché loro certamente comandano e, quindi, vediamo la loro funzione del profitto esclusivo in opzioni.
Sono stati capaci di alzare definitivamente la fascia del profitto dai 20.000 punti in su e se consideriamo che durante l’anno il supporto è stato 19.500/20.000 i conti ad oggi tornano.
Ma che fine ha fatto il rischio del mercato?
Sembrerebbe svanito, se osserviamo il market option pressure che vede praticamente una percentuale rasente il 5% di opzioni put ITM. Ricordiamo che la paura si misura dal lato dei venditori di PUT di tali prodotti che rischiano infinito e non certo dai compratori che si limitano al premio pagato.
Se notiamo, solo dai 20.000 punti in giù la percentuale di put ITM aumenta ed anche questo riscontro si può confrontare con il vero supporto dell’anno dei 19.500/20.000.
Cosa può accadere dopo la scadenza tecnica di dicembre?
Se tutti i contratti futures aperti a copertura delle opzioni dell’ultimo trimestre 2019 non saranno rollati sul contratto marzo 2020, sarà probabile uno storno tecnico. Riporto a tal proposito la distribuzione di gennaio 2020 che ha visto solo negli ultimi 4 giorni l’apertura di molte posizioni call e quindi vuol dire che gli operatori si stanno muovendo in netto anticipo anche a difesa di quello che dovrebbe essere la resistenza annuale dei 24000 punti.
Buon trading a tutti!
Autore: Giorgio Salvato
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