Immobile intestato a un solo coniuge in separazione dei beni - Borsa&Finanza

Immobile intestato a un solo coniuge in separazione dei beni

L'interno di un appartamento

L’immobile intestato a un solo coniuge è una questione spinosa in regime di separazione dei beni, ovvero quando sia il marito che la moglie sono titolari esclusivi dei beni acquisiti durante il matrimonio. Non solo per il pagamento dell’IMU, ma anche perché la giurisprudenza italiana non riconosce i contratti prematrimoniali, se non entro determinati limiti. Come bisogna comportarsi in circostanze del genere, quando con una casa intestata al marito ma comprata dalla moglie o viceversa, finisce l’unione e scatta il divorzio?

 

Immobile intestato a un solo coniuge in separazione dei beni: come funziona?

Una casa acquistata da uno dei due coniugi durante il matrimonio senza il consenso dell’altro, in separazione dei beni resta di titolarità di chi l’ha comprata; viceversa, in comunione dei beni rientra nel patrimonio comune, pure quando nei registri immobiliari è intestata esclusivamente alla moglie o al marito. La situazione è diversa (e decisamente più chiara) se l’immobile è stato comprato da uno dei due, ricevuto dai genitori o in eredità prima del matrimonio: in questo caso, la casa rimarrà di proprietà esclusiva della moglie o del marito e non rientra nel regime patrimoniale coniugale.

Il principio è quindi che qualsiasi bene comprato in separazione dei beni rimane a chi ha sostenuto la spesa e ne è intestatario, a prescindere dal fatto che l’acquisto sia avvenuto prima o dopo le nozze. L’altro coniuge non può rivendicare alcun diritto, se non in presenza di circostanze eccezionali. Il non proprietario può avvalersi soltanto del diritto di possesso, ovvero deve essere avvisato con un congruo anticipo (a meno che non sia a rischio l’incolumità del coniuge) per lasciare l’ex abitazione di famiglia.

Nello specifico di un immobile, i coniugi possono avvalersi comunque della possibilità di cointestare l’abitazione, indicando le relative quote personali durante il rogito. La comproprietà, su richiesta di ognuno dei due, può essere sciolta in qualsiasi momento. In sostanza, la separazione dei beni permette quasi sempre di restare o diventare titolari esclusivi di un bene. Se la coppia decide di separarsi, l’abitazione non viene divisa.

Facciamo un esempio pratico. Una coppia sposata e in regime di separazione dei beni ha una casa comprata dalla moglie ma intestata al marito. Dopo dieci anni, il matrimonio si scioglie e i due si separano o divorziano. L’immobile, in separazione dei beni, spetta al suo titolare, ovvero il marito, anche se a comprarlo è stata effettivamente la moglie. Quest’ultima non può più rivendicarne la proprietà e chiederne la restituzione, anche se i soldi versati per pagarla sono stati i suoi: il marito gode di ogni diritto in via esclusiva su quell’abitazione, a meno che le parti non abbiano firmato un accordo di donazione simulata per fini fiscali. Anche se l’abitazione è stata costruita con i soldi della moglie ma su un terreno del marito, la proprietà della casa resta del titolare del fondo, ossia il marito, però la moglie può chiedere il rimborso delle spese sostenute.

 

Come funziona la donazione tra coniugi

Un’alternativa a questa situazione è fornita dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 91 del 27 giugno 1973. In quel pronunciamento, la Suprema Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 781 del Codice civile, secondo cui “i coniugi non possono, durante il matrimonio, farsi l’uno all’altro alcuna liberalità, salve quelle conformi agli usi”. Quindi, in caso di scioglimento del matrimonio, la legge prevede la donazione tra coniugi, nel nostro esempio da parte del marito intestatario verso l’ex moglie.

L’unica eventualità in cui una donazione può essere revocata è contemplata dall’articolo 801 del Codice civile che disciplina la revocazione per ingratitudine. L’articolo specifica che “la domanda di revocazione per ingratitudine non può essere proposta che quando il donatario ha commesso uno dei fatti previsti dai numeri 1, 2 e 3 dell’articolo 463, ovvero si è reso colpevole d’ingiuria grave verso il donante o ha dolosamente arrecato grave pregiudizio al patrimonio di lui o gli ha rifiutato indebitamente gli alimenti dovuti”.

Quando scatta la revocazione per ingratitudine, il coniuge può revocare la donazione se l’ex ha tenuto una condotta moralmente riprovevole, si è reso colpevole d’ingiuria grave, ha danneggiato il patrimonio o non ha versato gli alimenti dovuti. In questa revoca rientra il diritto alla proprietà dell’immobile in seguito allo scioglimento del matrimonio. Per fare un esempio, la moglie intestataria che ha donato all’ex marito l’immobile che lui ha comprato con i suoi soldi, può revocare la donazione e riprendersi la titolarità della proprietà se lui ha tenuto i comportamenti che rientrano nell’articolo 801. Per essere valida, la revocazione per ingratitudine deve essere attivata entro un anno dal momento in cui il coniuge è a conoscenza dei motivi che causano la revoca della donazione. Inoltre, è necessario dimostrare che l’immobile è stato effettivamente oggetto di una donazione.

Ci sono altre due circostanze da citare quando un immobile è intestato a un solo coniuge in separazione dei beni e avviene un divorzio. La casa può essere inserita in un fondo patrimoniale e lo sfruttamento di questi beni deve servire a soddisfare i bisogni della famiglia. Infine, se la coppia divorziata o separata ha figli che sono minorenni, portatori di handicap oppure maggiorenni ma non indipendenti, il giudice assegna il diritto di abitazione nella casa coniugale al genitore presso il quale vanno a stare i figli, anche se non è il proprietario dell’immobile.

AUTORE

Alessandro Zoppo

Alessandro Zoppo

Ascolta musica e guarda cinema da quando aveva 6 anni. Orgogliosamente sannita ma romano d'adozione, Alessandro scrive per siti web e riviste occupandosi di cultura, economia, finanza, politica e sport. Impegnato anche in festival e rassegne di cinema, Alessandro è tra gli autori di Borsa&Finanza da aprile 2022 dove si occupa prevalentemente di temi legati alla finanza personale, al Fintech e alla tecnologia.

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