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Inflazione alimentare: sarà il riso il prossimo a vedere un aumento dei prezzi?

Inflazione alimentare: sarà il riso il prossimo a vedere un aumento dei prezzi?

L’inflazione alimentare si è fatta sentire in maniera molto rilevante negli ultimi mesi, da quando è esplosa la guerra Russia-Ucraina. Dal grano alla carne, all’olio di mais si è avuto un aumento vertiginoso dei prezzi per effetto in particolare del rincaro dei costi energetici e dei fertilizzanti. Russia e Ucraina sono i principali esportatori di grano a livello mondiale e l’invasione ha interrotto il raccolto agricolo e bloccato le esportazioni, spingendo i prezzi della materia prima a crescere di oltre il 50% rispetto allo scorso anno. Al conflitto si sono aggiunti anche divieti di esportazione di alcuni prodotti come grano e zucchero provenienti dall’India e olio di palma prodotto in Indonesia. I Paesi hanno rivendicato con questa mossa la necessità di gestire la sicurezza alimentare generale della propria popolazione.

Inflazione alimentare: attenzione al riso

Dall’aumento dei prezzi adesso potrebbe essere preso di mira un altro bene prodotto principalmente in Asia, ossia il riso. Già negli ultimi 5 mesi vi è stato un incremento consecutivo delle quotazioni fino a raggiungere il massimo degli ultimi 12 mesi, in base ai dati forniti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. L’offerta è ancora elevata ma, a giudizio degli esperti di Nomura, i prezzi devono essere monitorati con i costi più elevati nell’agricoltura. Ad esempio, quotazioni così alte del grano potrebbero causare uno spostamento della domanda verso il riso, abbassando le scorte esistenti e alimentando in questo modo l’inflazione alimentare del prodotto. Sonal Varma, capo economista della banca giapponese, ha affermato che le misure protezionistiche stiano esercitando pressioni sui prezzi, con i costi per mangimi e fertilizzanti in costante crescita e i prezzi dell’energia che si aggiungono ai costi di trasporto.
Il rischio comunque che il riso segua lo stesso percorso del grano in termini inflazionistici per il momento è più limitato, in quanto in India i raccolti si prevedono buoni per questa estate. Il pericolo semmai è che il Governo di Nuova Dehli nelle prossime settimane metta un divieto all’esportazione di riso esattamente come fatto per il grano e lo zucchero, ha riferito David Laborde, ricercatore senior presso l’International Food Policy Research Institute.
Questo sarebbe deleterio per il mercato mondiale, secondo Laborde, molto più di un aumento dei prezzi. Gli agricoltori infatti vedrebbero benefici da quest’ultimo scenario, in quanto accrescerebbero i profitti e sarebbero incoraggiati a produrre. Nel caso di protezionismo, invece, sui mercati esteri si avrebbe un’impennata dei prezzi di cui gli agricoltori non trarrebbero vantaggio, mentre ci sarebbe una riduzione delle quotazioni sui mercati interni, riducendo in tal modo i guadagni dei produttori.
L’inflazione alimentare con riferimento al riso potrebbe comunque determinare situazioni gravi in tutta l’Asia sotto il profilo dei consumi, essendo il Continente il più grande consumatore del prodotto al mondo. Secondo Nafees Meah, rappresentante regionale per l’Asia meridionale presso l’International Rice Research Institute, vi sono Stati come Timor Est, Laos, Cambogia e la stessa Indonesia che hanno problemi di sicurezza alimentare e quindi una risalita dei prezzi del riso impatterebbe in maniera devastante sul fabbisogno della popolazione.

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Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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