Johnson & Johnson è in salita nelle contrattazioni pre-market a Wall Street, dopo aver accettato di pagare 8,9 miliardi di dollari per mettere la parola fine alle innumerevoli cause legali sul talco per bambini Baby Powder. La cifra è circa 4 volte e mezzo l’offerta originale che era stata fatta dalla casa farmaceutica statunitense di 2 miliardi di dollari.
Secondo l’accusa, il prodotto di J&J sarebbe cancerogeno, contenendo tracce di amianto. Nel frattempo l’azienda ha scaricato la responsabilità sulla controllata LTL Management, che ieri ha presentato istanza di protezione fallimentare per la seconda volta facendo ricorso al Chapter 11 proprio per facilitare l’accordo.
Se l’accordo sarà approvato, diventerebbe il più grande nella storia in merito alla responsabilità su un prodotto. J&J ha precisato che quanto concordato non sia un’ammissione di illecito, ma che risolvere i casi nel sistema giudiziario civile richiederebbe decenni e imporrebbe costi significativi alla società. “Risolvere questa questione attraverso il piano di riorganizzazione proposto è sia più equo che più efficiente, consente ai richiedenti di essere risarciti in modo tempestivo e consente all’azienda di rimanere concentrata sul nostro impegno per avere un impatto profondo e positivo sulla salute dell’umanità”, ha dichiarato Erik Haas, vicepresidente mondiale del contenzioso di J&J.
Johnson & Johnson: sarà sufficiente l’accordo per mettere fine al contenzioso sul talco?
L’accordo da 8,9 miliardi di dollari è arrivato dopo che la Corte d’Appello di Filadelfia aveva stabilito che la filiale di J&J non avesse alcuna legittima pretesa di fallimento in quanto non si trovava in una situazione di difficoltà finanziaria. In questo modo l’organo giudiziario ha respinto un complesso schema fallimentare chiamato “Texas-due fasi”, che prevedeva la creazione di un fondo da 2 miliardi di dollari per risarcire le vittime. Il rigetto ha di fatto aumentato il prezzo che la big pharma ha dovuto pagare per liberarsi del contenzioso sul talco.
In una dichiarazione, J&J ha detto che circa 60 mila ricorrenti in giudizio per il talco hanno accettato la proposta dell’azienda. Tuttavia esiste ancora il rischio che altri querelanti possano opporsi all’accordo e appellarsi alla stessa corte che ha respinto il fallimento di LTL Management. Gli avvocati che rappresentano migliaia di querelanti hanno rilasciato un comunicato promettendo battaglia: “Questo accordo fittizio non paga nemmeno le spese mediche della maggior parte delle vittime”, ha detto Jason Itkin, socio fondatore dello studio legale Arnold & Itkin LLP con sede a Houston.
Mentre, Jon Ruckdeschel, un avvocato che rappresenta le vittime del mesotelioma da oltre 20 anni, ha detto di essere scettico sulla strategia di J&J di presentare nuovamente istanza di fallimento. “Né Johnson & Johnson, né alcuna delle sue controllate sono in difficoltà finanziarie. Sono fiducioso che i tribunali respingeranno rapidamente e in modo assertivo quest’ultima manipolazione in malafede dei tribunali fallimentari”, ha affermato.
Il talco di J&J conteneva amianto cancerogeno secondo le accuse. Un’indagine condotta da Reuters del dicembre 2018 ha rivelato che da decenni l’azienda sapeva che i test mostravano le tracce di questa sostanza nel talco ma ha tenuto tutto segreto. J&J si è difesa affermando che la sua polvere per bambini e altri prodotti a base di talco sono sicuri, non causano il cancro e non contengono amianto. Tuttavia, nel 2020 la società ha annunciato l’interruzione della vendita del Baby Powder negli Stati Uniti e nel Canada per via di ciò che ha definito una “disinformazione sul prodotto”. Successivamente ha anche annunciato di volerlo togliere dal mercato in ogni parte del mondo nel 2023.