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Parigi-Roubaix: i premi per i vincitori - Borsa&Finanza

Parigi-Roubaix: i premi per i vincitori

Parigi-Roubaix

La Parigi-Roubaix è la Regina delle Classiche. La Pascale, come la chiamano i francesi per la sua collocazione “pasquale” intorno alla metà di aprile, si corre dal 1896 ma si è guadagnata il nomignolo suggestivo e minaccioso di “Enfer du Nord” dal 20 aprile 1919, quando quell’edizione, organizzata subito dopo la fine della Grande guerra e vinta da Henri Pélissier, fu caratterizzata da pioggia a fiumi, vento gelido e buche enormi lungo i circa 250 chilometri di strade del nord della Francia, quella che Georges Simenon definiva “la protuberanza fiamminga all’interno del perimetro dell’Esagono”.

Da allora, la Parigi-Roubaix è la più anacronistica, massacrante e affascinante delle prove Monumento per la durezza del percorso al quale i corridori partecipanti sono sottoposti, il riscatto delle zone sperdute di periferia sulla centralità parigina, il trionfo dell’irrazionalità e dell’istinto sulla tecnica e la ragione, l’incertezza dei pronostici della vigilia. Tratti come la Foresta di Arenberg e il Carrefour de l’Arbre rendono la Paris-Roubaix molto più di una semplice corsa in bicicletta. Ma la vittoria nella Classica del pavé, “un monumento alla follia ma una follia d’amore” come l’ha descritta il fulmine della Catalogna Miguel Poblet, quanto rende a chi taglia per primo il traguardo?

Parigi-Roubaix maschile: il montepremi

Dal 1989 la Parigi-Roubaix è nel calendario della Coppa del Mondo e dal 2005 in quello dell’UCI World Tour. L’organizzazione è l’Amaury Sport Organisation con la Fédération Française de Cyclisme e la Ligue Nationale de Cyclisme. La Regina delle Classiche ha un montepremi di 91.000 euro e il vincitore porta a casa 30.000 euro. Una cifra che supera il massimale stabilito dall’UCI di 50.000 euro e decisamente più alta rispetto a quella di altre Classiche Monumento come la Milano-Sanremo e il Giro delle Fiandre.

Va sempre ricordato che i premi non sono singoli, ma vengono ridistribuiti dai vincitori all’interno delle proprie squadre con i compagni e i componenti dello staff tecnico e medico. Il montepremi della Roubaix è assegnato ai primi 20 classificati in queste modalità:

  • 30.000 euro al vincitore
  • 22.000 euro al secondo classificato
  • 15.000 euro al terzo
  • 7.500 euro al quarto
  • 3.200 euro al quinto
  • 1.700 euro al sesto
  • 1.500 euro al settimo
  • 1.300 euro all’ottavo
  • 1.200 euro al nono
  • 1.100 euro al decimo
  • 1.000 euro all’undicesimo
  • 900 euro al dodicesimo
  • 800 euro al tredicesimo
  • 700 euro al quattordicesimo
  • 600 euro al quindicesimo
  • 500 euro dal sedicesimo al ventesimo

La Pascale è una corsa per “giovani di belle speranze che si battono per un nuovo futuro” e per “le vecchie glorie che provano a far barriera alla marea delle ambizioni dei nuovi arrivati”. Così scriveva Henri Desgrange, l’ex campione poi diventato direttore del giornale L’Auto e organizzatore del Tour de France nel 1903. In poche righe l’inventore della Grande Boucle spiegò perché il montepremi della corsa non è così elevato come ci si può immaginare. Non a caso Roger De Vlaeminck, il campione belga recordman di vittorie (quattro complessive) con Tom Boonen, ha detto che la Roubaix è una corsa che da sola vale una carriera, “anche se non la vinci”.

L’albo d’oro parla soprattutto fiammingo e francese: il Belgio e la Francia sono i due Paesi con il maggior numero di vittorie, rispettivamente 57 e 28. L’Italia occupa il gradino più basso del podio con 14 vittorie, tra le quali spiccano la doppietta del valdostano Maurice-François Garin (di professione spazzacamino) nel 1898 e 1899 e la tripletta consecutiva di Francesco Moser nel 1978, 1979 e 1980. Oltre a De Vlaeminck e Boonen, gli altri plurivincitori che affiancano Moser con tre successi sono i belgi Gaston Rebry, Rik Van Looy, Eddy Merckx e Johan Museeuw, il francese Octave Lapize e lo svizzero Fabian Cancellara.

La Roubaix è tornata italiana nel 2021 grazie a Sonny Colbrelli: il ciclista bresciano, al debutto nella Pascale a 31 anni, ha vinto la corsa con un’impresa epica (pioggia battente, stradine piene di fango e arrivo in volata) a 22 anni di distanza dal trionfo di Andrea Tafi, arrivato in solitaria al traguardo dopo 37 chilometri di fuga. Nel 1999 Tafi ha vinto la gara da campione nazionale: come lui soltanto Fausto Coppi nel 1950, Antonio Bevilacqua nel 1951 e Moser nel 1980.

Parigi-Roubaix femminile: il montepremi

La Regina delle Classiche è stata esclusivamente maschile fino al 2020: dalla prima edizione del 2 ottobre 2021, posticipata da aprile all’autunno a causa della pandemia, la Parigi-Roubaix è anche femminile. La Paris-Roubaix Femmes fa parte dell’UCI Women’s World Tour e viene disputata il giorno prima della competizione degli uomini.

Il montepremi complessivo è di appena 7.505 euro: 7.005 euro sono distribuiti alle prime 20 classificate, mentre 500 euro sono per il prix NTT, assegnato alla ciclista che – si legge sul regolamento – “mostra il miglior spirito sportivo”, deciso dagli utenti di Twitter in base a una lista ristretta di atlete scelta da una giuria presieduta dal direttore dell’evento.

I premi per i piazzamenti sono distribuiti in questo modo:

  • 1.535 euro alla vincitrice
  • 1.135 euro alla seconda classificata
  • 760 euro alla terza
  • 460 euro alla quarta
  • 385 euro alla quinta
  • 335 euro alla sesta
  • 305 euro alla settima
  • 265 euro all’ottava
  • 225 euro alla nona
  • 200 euro alla decima
  • 160 euro dall’undicesima alla sedicesima
  • 120 euro dalla diciassettesima alla ventesima

Il gender pay gap è evidente. La vincitrice della prima edizione della Roubaix, la britannica Lizzie Deignan, ha guadagnato quanto il settimo classificato della gara maschile. La somma dei premi dell’olandese Marianne Vos e della piemontese Elisa Longo Borghini, arrivate seconda e terza, non arriva neanche al compenso assegnato al quinto classificato della competizione degli uomini. Questo enorme divario non è passato inosservato, tanto che la Tek Segafredo, la squadra statunitense della Deignan, ha deciso di pareggiare il premio femminile a quello maschile, pagando dalle proprie casse la differenza di 28.465 euro per equilibrare i conti e portare i 1.535 euro a 30.000.

La Tak è molto attenta alla parità di genere: la squadra applica lo stesso stipendio base a tutti i corridori, uomini e donne, per tutta la stagione. I contratti individuali variano in base all’importanza di ciascun ciclista, ma il team ha stabilito per le donne una base fissa uguale o superiore al settore maschile. Dal 2020 l’UCI ha stabilito che le squadre femminili devono riconoscere un minimo di 20.000 euro di stipendio a ciascuna atleta. Nel 2023 questa quota è destinata ad alzarsi fino a raggiungere i 30.000 euro. I vertici delle organizzazioni stanno lavorando su tutto il resto – valorizzare la copertura mediatica e la cessione dei diritti televisivi, aumentare il numero di sponsor e gli introiti della raccolta pubblicitaria, catturare l’attenzione del pubblico di appassionati – per far crescere il movimento e ottenere lo stesso montepremi tra uomini e donne.

La Parigi-Roubaix Challenge: i cicloamatori vincono qualcosa?

Dal 2011, nelle 24 ore prima della gara dei professionisti, ASO e Voyages Sport Organisation organizzano la Paris-Roubaix Challenge, la corsa dedicata ai ciclisti amatoriali dilettanti che vogliono vivere sulle proprie gambe la leggenda dell’Inferno del Nord. La gara si corre in solitaria e non a squadre e su strade aperte al traffico ma sicure. Sono proposti tre livelli di difficoltà su tre distanze diverse. I percorsi sono da 70, 145 o 170 chilometri. Per il percorso da 170 chilometri, la partenza è dal municipio del comune di Busigny; per quelli da 145 e da 70 si parte in rue de Lannoy, accanto all’ingresso del Parc des Sports di Roubaix. In tutti e tre i casi, il traguardo è con un’inversione a U sul famoso velodromo.

La gara è aperta a tutte le persone maggiorenni, uomini e donne. È prevista una quota d’iscrizione che varia in base al percorso scelto e al momento dell’iscrizione: da 25 a 45 euro per quello da 70 chilometri; da 35 a 55 euro per quello da 145; 59 euro per quello da 170. Chi vuole partecipare alla gara di 170 chilometri può scegliere anche un pacchetto “5 stelle” da 169 euro con numero di gara personale, accesso libero al velodromo per l’arrivo della gara dei professionisti, maglia ufficiale Santini e un souvenir ricordo: un ciottolo del pavé. Per partecipare basta iscriversi sulla piattaforma time to con tutti i dati richiesti. Per ritirare il pettorale alla partenza, i partecipanti devono mostrare il documento d’identità e la conferma della registrazione con il codice QR ricevuto via e-mail.

La Paris-Roubaix Challenge non è una corsa a tempo: non è previsto cronometraggio. L’organizzazione limita soltanto la durata massima per tagliare il traguardo: sei ore nel caso della corsa da 70 chilometri e nove ore per quelle da 145 e da 170. I cicloamatori non vincono un premio: si corre per avere l’opportunità di essere il più vicini possibile a un evento leggendario.

L’organizzazione mette a disposizione navette gratuite per raggiungere la partenza e rientrare a fine gara, assistenza tecnica per le bici, un’assicurazione contro gli infortuni (facoltativa ma “fortemente raccomandata”), un parcheggio sorvegliato, soccorso medico e stazioni di alimentazione durante il percorso con acqua, frutta, dolci e salati. La classifica finale non viene resa pubblica, ma il tempo personale di ogni partecipante è disponibile e accessibile con le proprie credenziali sul sito web della Roubaix Challenge dalle ore 20 del giorno stesso della gara.

AUTORE

Alessandro Zoppo

Alessandro Zoppo

Ascolta musica e guarda cinema da quando aveva 6 anni. Orgogliosamente sannita ma romano d'adozione, Alessandro scrive per siti web e riviste occupandosi di cultura, economia, finanza, politica e sport. Impegnato anche in festival e rassegne di cinema, Alessandro è tra gli autori di Borsa&Finanza da aprile 2022 dove si occupa prevalentemente di temi legati alla finanza personale, al Fintech e alla tecnologia.

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