Procter & Gamble è ben intonata oggi a Wall Street e sale del 2,5%, in scia di una trimestrale che ha segnato il più grande aumento delle vendite trimestrali degli ultimi 2 decenni. L’inflazione non ha turbato più di tanto i consumatori che hanno continuato a comprare i prodotti dell’azienda americana, ritenuti necessari per i bisogni familiari. Il Chief Financial Officer Andre Schulten ha affermato che il consumatore sta vedendo chiaramente il valore nella superiorità dei marchi P&G, come dimostra il fatto che le offerte più costose erano le più richieste, invece di passare a prodotti scontati.
La metrica delle vendite organiche, che esclude le offerte e i movimenti valutari, è attentamente monitorata dall’azienda e in questo trimestre ha rilevato un aumento del 10%. In particolare si è messo in luce il ramo sanitario e dei cosmetici, dove i prodotti biologici hanno avuto un incremento del 16%. Quanto alle divisioni relative ai prodotti per la casa e per la cura di donne e bambini, entrambe hanno ottenuto una crescita del 10%.
Con i prezzi che nel complesso sono aumentati del 5%, alla fine i volumi di vendita sono cresciuti del 3%, risentendo solamente del cambio che ha ridotto gli introiti del 3%. Schulten ha sottolineato che il volume delle vendite è stato di un 20%-30% in più rispetto alle previsioni della società. I ricavi sono aumentati del 7% a 19,4 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2021, superando le aspettative di 18,8 miliardi di dollari.
P&G: profitti aumentano in maniera più modesta
I profitti di Procter & Gamble sono anche cresciuti, ma non con lo stesso ritmo delle vendite. La ragione è che alla fine hanno pesato costi più alti per trasporti e imballaggi. Ad ogni modo l’EPS è stato di 1,33 dollari, facendo registrare un +6% rispetto al primo trimestre del 2021 e andando oltre gli 1,29 dollari previsti dal consensus. L’utile netto è stato di 3,36 miliardi di dollari, maggiore dei 3,3 miliardi attesi.
La società ha riferito che la guerra Russia-Ucraina ha inciso sui profitti di Procter & Gamble, riducendo gli EPS di 1 centesimo, perché l’azienda ha interrotto il marketing e i prodotti disponibili in Russia. Secondo le previsioni di Schulten, il conflitto nell’Est Europa potrebbe tagliare altri 4 centesimi per azione in questo trimestre.
P&G: la guidance
Ciò che ha colpito in modo particolare gli investitori in questa trimestrale è la guidance dell’azienda. Nonostante i venti contrari derivanti dall’inflazione e di una minaccia di recessione, Procter & Gamble sembra preparata agli eventi e ha preso le sue contromisure. Schulten ha riferito che l’azienda è meglio preparata rispetto alla crisi del 2008, quanto le vendite crollarono e non si ripresero per un decennio.
Oggi P&G ha scaricato tutte quelle attività che tendono a crollare in tempi finanziari difficili, come i marchi di bellezza. In compenso ha investito in segmenti a prezzi inferiori rispetto ai suoi prodotti più costosi, concentrando il marketing sul potenziale di risparmio.
La previsione di crescita delle vendite organiche ora è compresa in un intervallo tra il 6% e i 7%, salita rispetto a quella del 4%-5% per l’anno fiscale terminato il 30 giugno. Per l’anno fiscale 2022, P&G ha aumentato anche le proiezioni di crescita dei ricavi in un intervallo compreso tra il 4% e il 5%, mentre nelle stime precedenti questa era in una fascia che andava dal 3% al 4%. Inoltre, gli EPS core dovrebbero crescere del 3%, nella parte bassa della banda di oscillazione tra il 3% e il 6%, risentendo dei fattori contrarian dell’inflazione e della valuta.