Tassazione polizze di credito commerciale: ecco come avviene - Borsa&Finanza

Tassazione polizze di credito commerciale: ecco come avviene

Tassazione polizze di credito commerciale: ecco come avviene

La tassazione delle polizze di credito commerciale riguarda l’imposizione fiscale dei proventi per una forma di finanziamento alternativa ai mutui bancari e al prestito obbligazionario. Scendiamo nei dettagli per vedere come funziona questo strumento finanziario, soffermandoci sul regime di tassazione applicato e sul soggetto che è incaricato a versare le imposte al fisco.

 

Polizze di credito commerciale: cosa sono e come funzionano

Una polizza di credito commerciale non è altro che una lettera emessa da un’impresa, che riconosce un debito nei confronti di un creditore, che a sua volta può essere un’altra impresa o un investitore individuale. Con tale lettera, il debitore mette a disposizione presso una banca designata l’importo necessario per estinguere l’obbligazione. L’istituto di credito emette nel contempo una fidejussione a garanzia del debito.

Le polizze di credito commerciale possono essere negoziate sul mercato; in tal caso, subentra un’altra figura, rappresentata da un intermediario che si occupa del collocamento. Quindi, colui che acquista la polizza potrà trattenere il documento fino alla scadenza oppure cederlo sul mercato. Occorre dire, però, che la polizza di credito commerciale non è identificata come un titolo di credito; questo comporta che per essere ceduta ha bisogno di un’apposita lettera di cessione e la relativa notifica al debitore.

Il titolo dovrà contenere tutte le caratteristiche necessarie, come nome della banca presso la quale verrà eseguito il pagamento, il tasso d’interesse e la scadenza. Quest’ultima normalmente è molto breve, ovvero tra 1 e 3 mesi, ma può arrivare fino a 12 mesi. Nulla vieta comunque che l’accordo al termine della durata venga rinnovato.

 

La tassazione

La tassazione delle polizze di credito commerciale avviene con il versamento del 26% dell’imposta sostitutiva sul provento di tutta l’operazione, che è rappresentato dalla differenza tra la somma riconosciuta a scadenza al creditore, maggiorato ovviamente degli interessi, e l’importo finanziato al debitore. L’intermediario incaricato di effettuare il rimborso e che, normalmente, presta anche una fidejussione bancaria a garanzia del debito, si occupa di corrispondere l’imposta allo Stato in qualità di sostituto d’imposta.

Chiariamo il procedimento di tassazione con un esempio. L’impresa X emette una lettera rappresentativa della polizza di credito commerciale con la quale riconosce un debito del valore di 100.000 euro da pagare a 1 mese e mette a disposizione della banca Alfa, da cui riceve una fidejussione bancaria, l’importo da corrispondere alla scadenza. Inoltre, riconosce un interesse a sconto del 2% sulla polizza stessa che viene acquistata sul mercato dall’investitore Y.

Dopo 1 mese, quindi costui riceverà una somma in termini di interessi di:

 

2% x 100.000 x 1/12 = 167 euro

 

L’aliquota di imposta versata dalla banca come sostituto di imposta sarà la seguente:

26% su 167 = 43 euro.

 

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