Toshiba Corp. dividerà la società in 3 pezzi. Lo ha annunciato l’Amministratore Delegato Satoshi Tsunakawa nella giornata di venerdì 12 novembre. Le unità saranno costituite da una divisione per i servizi infrastrutturali, una per i dispositivi tecnologici e la restante manterrà le partecipazioni nella società di chip Kioxia Holdings Corp. e Toshiba Tec Corp.
Tsunakawa ha dichiarato che l’azienda deve affrontare nuove sfide e quindi ha bisogno di maggiore flessibilità per rendersi più competitiva nel mercato. Quanto a Kioxia, ha affermato che Toshiba preferisce effettuare un’IPO piuttosto che farla acquisire da imprese straniere. Lo spin-off comunque deve essere ancora approvato dagli azionisti e potrebbe completarsi entro il secondo semestre del 2023. Le azioni Toshiba hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in calo dell’1,32%.
Toshiba: come saranno le nuove unità risultanti dallo spin-off
Come saranno strutturate quindi le nuove unità? Quella dei servizi infrastrutturali comprenderebbe i sistemi energetici come le operazioni di ingegneria nucleare e pesante, nonché la tecnologia in aree come l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica. Per il 2021 si stima che il fatturato di questa sezione sia di 2.090 miliardi di yen.
La società di dispositivi tecnologici includerebbe i semiconduttori di potenza, le apparecchiature di produzione dei chip e i dischi rigidi ad alta capacità. Le vendite in questo caso alla fine dell’anno in corso sono previste in 870 miliardi di yen. Infine vi è la divisione di gestione patrimoniale che deterrebbe il 40% del capitale di Kioxia. Le nuove società avranno come obiettivo la quotazione delle proprie azioni verso la seconda parte dell’anno fiscale 2023-24.
Il Comitato esecutivo di Toshiba ha affermato che questa scissione sarà effettuata sfruttando le agevolazioni fiscali del Governo per incoraggiare gli spin-off, su un modello utilizzato da altri conglomerati che adotteranno la stessa formula di divisione come General Electric. Il Presidente del Comitato, Paul Brough, ha dichiarato che questo approccio offre maggiori opportunità per l’azienda e i suoi azionisti. Asserzione confermata da Tsunakawa in conferenza stampa, il quale si è detto convinto che per il futuro l’operazione porterà valore alla società e a tutti gli stakeholder.
Toshiba: perché sarà fatto lo spin-off
La compagnia giapponese quindi cede alle pressioni degli investitori attivisti, dopo anni turbolenti contrassegnati da mala gestione e situazioni discutibili. Nel 2015 la società con sede a Tokyo ha dovuto sborsare una maxi-sanzione, la più grande mai vista in Giappone, per falso in bilancio. In seguito ha effettuato investimenti sbagliati nel nucleare, subendo perdite per 6,3 miliardi di dollari, che l’hanno costretta a vendere alcuni gioielli di famiglia come le attività sui chip di memoria.
I fondi attivisti hanno cominciato a scalpitare per la riorganizzazione del Consiglio di Amministrazione della società, spingendo affinché Yoichiro Imai, uno dei fondatori del fondo più attivo Effissimo Capital Management, assumesse una posizione come direttore. Nel 2020 però l’Assemblea degli azionisti ha respinto la proposta, ma poi fu scoperto che la direzione aveva influenzato l’esito del voto con la collaborazione del Governo.
Ora è arrivata la scelta drastica, tracciando un solco nella storia delle aziende giapponesi che solitamente rifiutano certe richieste di cambiamento. Infatti c’è sempre stata ferma convinzione che l’unità delle imprese nell’ambito di un conglomerato aiuti a superare i periodi difficili. La separazione viene vista quindi come controproducente per gli utili dell’azienda.