A Wall Street prosegue il recupero degli indici con il Dow che torna sopra i 29mila punti. Dati su occupazione oltre le attese e primo calo in sei anni del deficit commerciale
Apertura in rialzo per Wall Street con il Dow Jones che oltrepassa nuovamente la soglia psicologica dei 29.000 punti prolungando il rimbalzo per la terza seduta di fila. Aiutano anche alcuni dati macroeconomici superiori alle attese mentre i mercati provano a scrollarsi di dosso i timori legati all’impatto sull’economia globale della diffusione del coronavirus dalla Cina. Dalla Gran Bretagna giungono indicazioni positive per la messa a punto del vaccino, mentre un’equipe cinese avrebbe individuato due farmaci che negli esperimenti sulle cellule in vitro hanno mostrato di poter inibire il virus. Ma l’Organizzazione mondiale della Sanità’ ha provato a minimizzare le voci di una svolta nel trattamento del virus, affermando che al momento non c’e’ alcuna cura farmacologica efficace contro di esso. Intanto, stando agli ultimi dati, il conto dei morti e’ salito a 492 mentre i casi accertati sono oltre 24.000.
Dati macro sopra le attese
Sul fronte macro, il deficit commerciale e’ aumentato a sorpresa a dicembre (+11,9% a 48,88 miliardi di dollari) ma per l’intero 2019 ha riportato il primo calo in sei anni (-1,7% a 616,8 miliardi). Mentre, stando a Macroeconomics Advisers e dall’agenzia che si occupa di preparare le buste paga Automatic Data Processing, l’occupazione nel settore privato statunitense a gennaio e’ cresciuta nettamente sopra alle previsioni (+291.00 posti di lavoro contro attese per +150.000).
Il terziario corre in USA e conferma un ottimo stato di salute. Lo confermano i due sondaggi sul settore dei servizi condotti separatamente da Markit e ISM, che confermano entrambi un indice sopra la soglia dei 50 punti e quindi in zona espansione.
L’indice PMI dei servizi definitivo, elaborato da Markit, sale a 53,4 punti dai 52,8 precedenti, risultando superiore alle stime di consensus (53,2 punti). Leggermente sopra le attese anche l’indice composito, che tiene conto anche della variazione del PMI manifatturiero, che si attesta a 53,3 punti rispetto ai 53,1 attesi ed ai 52,7 del mese precedente.
Stessa conclusione per l’indice ISM dei servizi, elaborato dall’Institute for Supply Management, che si è attestato a 55,5 punti dai 54,9 rivisti del mese precedente. Il dato è superiore alle attese del mercato che erano per una salita più contenuta fino a 55 punti. Guardando alle singole componenti, quella sull’andamento aziendale è balzata a 60,9 punti dai 57 punti del mese precedente. Quella dell’occupazione è scesa a 53,1 punti da 54,8 punti, mentre la componente sui prezzi è scesa a 55,5 da 59,3.
Intanto, sul fronte della politica interna, gli investitori metabolizzano il discorso sullo stato dell’Unione di ieri, in cui Donald Trump ha esaltato la forza dell’economia americana durante la sua presidenza. E i risultati preliminari delle primarie democratiche in Iowa che vedono Pete Buttigieg in testa con il 26,8% dei delegati, davanti al senatore Bernie Sanders con il 25,2%, la senatrice Elizabeth Warren con il 18,4% e l’ex vicepresidente Joe Biden con il 15,4 per cento.
Il petrolio rimbalza dopo aver chiuso sotto la soglia psicologica dei 50 dollari al barile ieri ed aver perso circa il 18% dall’inizio del 2020. Dopo circa un’ora dall’avvio degli scambi, il contratto Wti a marzo guadagna il 4,34% a 51,61 dollari al barile, il Brent scambia a 56,82 dollari (+4,41%) in scia al forte aumento inaspettato nelle scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti. La scorsa settimana il numero di barili in eccesso è salito a quota 3,355 milioni, contro le previsioni degli analisti per una discesa a 2,831 milioni. Il dato della settimana precedente si conferma a 3,548 milioni di unità.
L’oro scambia a 1554 dollari l’oncia (0,13%) mentre recuperano il rame a 2.5705 (+1,34%) e il palladio che torna sui massimi a 2500 dollari l’oncia.
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti dei treasury americani tornano a salire con il dieci anni a 1.64% (+2,74%) e il biennale a 1,44% (+0,99%).
Guardando al valutario, dopo i dati sul lavoro torna ad apprezzarsi il DollarIndex a 98,26 in guadagno dello 0,34% nei confronti delle principali valute.
Tornando all’azionario, Il Djia avanza dello 0,90%, a quota 29.066. L’S&P 500 dello 0,76%, a quota 3.322. E il Nasdaq aggiunge lo 0,37% a quota 9503 punti. Guadagna oltre l’1% anche il Russell 2000 a 1673 punti mentre il Vix cede il 3,36% in area 15.49.