Lo scorso 27 aprile 2022, con la quotazione del 21Shares ByteTree BOLD ETP, o semplicemente BOLD, sviluppato in collaborazione con ByteTree, 21Shares, società leader nello sviluppo di Exchange Traded Product sulle criptovalute, ha lanciato sul mercato la prima strategia al mondo che racchiude Bitcoin e oro in un unico prodotto.
Quali sono le ragioni che hanno portato 21Shares e molti investitori a ritenere che la combinazione tra questi due asset potesse avere successo, tanto che il fondatore di Bridgewater Associates, Ray Dalio è arrivato a dire: “Sceglierei l’oro… ma vorrei anche aggiungere un pizzico di Bitcoin al mix”? La risposta a questa domanda la si può ottenere se si osservano i loro punti in comune, ma anche le loro differenze.

Bitcoin e oro, i punti in comune e le differenze
Tra i punti in comune rientra l’offerta complessiva limitata, ovvero soggetta a una soglia massima di oro e BTC che possono circolare sul mercato, e questo è ciò che dà loro valore. Inoltre, entrambi possono svolgere funzione di valuta legale (BTC lo è in alcuni paesi e l’oro lo è stato in passato) e, per di più, sono “brand” riconosciuti in tutto il mondo; pertanto, possono contare su una comunità di utenti disposti a farci trading molto più estesa che per tutte le altre valute fiat. Non è un caso se questi sono gli asset alternativi più liquidi al mondo. Tuttavia, l’elemento più importante che li accomuna è la loro correlazione positiva all’inflazione, ovvero il loro valore tende ad aumentare in periodi fortemente inflazionistici, esattamente come quello che stiamo attraversando, in quanto non risente o risente solo in minima parte dell’andamento dei mercati azionari e obbligazionari; è per questo che entrambi sono identificati come “riserve di valore”.
Se con i punti in comune è possibile capire che queste due asset class sono particolarmente indicate per tutelarsi dall’inflazione, con le differenze si può capire perché è meglio integrarle in un unico prodotto e non investirvi separatamente e la differenza principale sta nella volatilità. Infatti, se la volatilità dell’oro si è attestata mediamente attorno al 13,5% tra il 2012 e il 2022, quella del Bitcoin è quattro volte superiore (55,6%) e, nonostante in questo arco temporale sia andata sempre più riducendosi, rimane sempre su livelli oggettivamente alti. Questo spiega come mai, l’oro performa molto meglio in scenari risk-off, nei quali la preservazione del capitale è più importante dei rendimenti, e il BTC in scenari risk-on, in cui l’atteggiamento è sostanzialmente all’opposto.
In conclusione, riunire in un unico ETP queste classi di attività, consente di smorzare l’elevata volatilità del Bitcoin, ma anche di conseguire un rendimento maggiore (indicativamente tra il 7% e l’8%) di quello che si otterrebbe investendo solamente nell’oro. A seguire una simulazione delle
performance che avrebbe ottenuto il BOLD tra il 2014 e il 2021, a confronto con gli altri maggiori indici. Infine, è importante sottolineare come in questo ETP venga incorporato un principio cardine dell’asset management, ovvero il ribilanciamento periodico dei vari asset contenuti in un portafoglio. Per assolvere a questo incarico, BOLD si basa sempre alla volatilità dei due asset, attraverso il meccanismo detto della “volatilità inversa”.