Blackstone, la società di investimenti alternativi più grande del mondo (con un patrimonio gestito di oltre 457 miliardi di dollari), inizia a sentire il peso dei rialzi del costo del denaro negli Stati Uniti. Dopo aver congelato anche a febbraio i ritiri dal proprio fondo REIT (Real Estate Income Trust), che vale circa 71 miliardi di dollari, Blackstone ha dichiarato default su una obbligazione coperta da un portafoglio di uffici e negozi detenuti dalla finlandese Sponda Oy. Il totale complessivo dell’inadempienza è di 531 milioni di euro, ma potrebbe essere solo l’inizio di una crisi di maggiori dimensioni. Il settore degli immobili commerciali è in difficoltà davanti al rialzo dei tassi di interesse delle Banche centrali e le insolvenze potrebbero aumentare di numero sia negli Usa che in Europa. Le loro difficoltà filtrerebbero ovviamente verso gli istituti di credito.
Ecco perché le difficoltà di Blackstone sono un segnale di allarme da non sottovalutare. La scorsa settimana la società di investimenti alternativi a comunicato agli investitori che avrebbe impedito loro di incassare i proventi dei loro investimenti relativi al BREIT, un grande fondo di investimento immobiliare lanciato pochi anni fa. Le richieste di liquidazione si sarebbero fatte troppo insistenti. Blackstone ha infatti reso noto di aver soddisfatto richieste per 1,41 miliardi di dollari a febbraio, poco più del 35% dei 3,94 miliardi di prelievi richiesti dagli investitori. Le inadempienze cominciano a sovrapporsi e il rischio è quene a catena che faccia saltare l’intero settore immobiliare globale. Esattamente come nel 2007 con la crisi dei mutui Subprime.
Blackstone, le quotazioni continuano a scendere
Quotato sul New York Stock Exchange, il titolo Blackstone sembra essere impostato al ribasso nel breve termine, nonostante la seduta sostanzialmente invariata di venerdì. Dopo un’apertura al di sopra della chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito un andamento fortemente ribassista che le ha portate a realizzare un minimo sul livello 87,35. Nel corso del pomeriggio, poi, complice la positività della Borsa americana, i corsi hanno trovato la forza di rimbalzare nell’intraday posizionandosi stabilmente sopra quota 89.
Dopo il rally che ha caratterizzato l’azione nel mese di gennaio (+41%), fino a toccare un massimo relativo sul livello 102,04 lo scorso2 febbraio, i prezzi hanno drasticamente invertito la rotta inserendosi in un canale discendente con massimi e minimi sempre decrescenti.
Probabilmente la debolezza potrebbe continuare ancora per qualche giornata, almeno fino a quota 85 dollari. Non solo perché rappresenta un supporto statico già testato in passato, ma anche perché corrisponde al ritracciamento (di Fibonacci) del 50% del trend rialzista verificatosi ad inizio anno. Solo a quel punto dovrebbero diventare convenienti i primi acquisti, inizialmente con size ridotte.
L’impostazione algoritmica, infatti, vede i prezzi stazionare al di sotto dell’indicatore Supertrend mentre sia l’indicatore Parabolic Sar che la media mobile a 25 sono diventati ribassisti a metà febbraio. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il proprio Signal. Inoltre, è da segnalare come l’indicatore RSI sia posizionato nell’area di “neutralità” vicino al livello 45. Dal punto di vista operativo, pertanto, al momento l’ingresso in posizioni long è da sconsigliare, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte alla violazione di quota 87,35 con obiettivo molto vicino al livello 85.
L’andamento di breve termine del titolo BLACKSTONE