Bonus edilizi: le principali novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2022

Bonus edilizi: le principali novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2022

Bonus edilizi: le principali novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2022

Bonus edilizi: quali saranno le novità per il 2022? Ecco come si modificheranno Superbonus 110%, Bonus facciate, cessione del credito e sconto in fattura con la Legge di Bilancio del prossimo anno

 

 

Con il varo della Legge di Bilancio per l’anno 2022 e del Decreto Legge sui controlli di congruità delle spese fiscalmente detraibili, cambia l’impostazione generale dei bonus edilizi rispetto alla bozza preparata a ottobre dal Consiglio dei Ministri, soprattutto in merito alle scadenze, alle regole per poterne usufruire e ai documenti da presentare. Vediamo quindi alcune delle principali novità in arrivo.

 

Superbonus 110%

Il superbonus 110% consiste nella possibilità di dedurre in dichiarazione dei redditi il 110% delle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 in 5 quote annuali di pari importo. Esso riguarda 2 tipologie di agevolazioni: la prima è il Super Ecobonus, che fa riferimento a tutti quei lavori effettuati per migliorare l’efficienza energetica dell’appartamento; la seconda concerne il Super Sismabonus, che allude ai lavori per prevenire i disastri sismici. 

Come chiarito in Parlamento dal Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, nella Legge si fa menzione di una proroga del Superbonus 110% al 31 dicembre 2025 solo per gli interventi trainanti nei condomini e negli edifici da 2 a 4 unità immobiliari intestati a un unico soggetto. L’aliquota è del 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, che scende del 70% se sostenute fino al 31 dicembre 2024 e del 65% per quelle fino al 31 dicembre 2025.

Quanto alle persone fisiche il superbonus 110% rimarrà in vigore fino al 30 giugno 2022, ma si sta discutendo di una serie di condizioni per usufruire della proroga. In particolare il termine per il sostenimento delle spese che danno diritto alla fruizione dell’agevolazione è fissato al 31 dicembre 2022, con riferimento a quelle sostenute dalle persone fisiche al di fuori dell’esercizio dell’attività d’impresa o di arti e professioni. 

Tutto cià a condizione che queste alla data del 30 settembre 2021 abbiano: già presentato la CILAS; richiesto il titolo abilitativo per la demolizione e ricostruzione entro il 30 settembre 2021; un valore reddituale ISEE non superiore a 25 mila euro annui riguardo gli interventi effettuati su unità immobiliari adibite ad abitazione principale.

 

Bonus facciate

Il bonus facciate è un’agevolazione fiscale sull’IRPEF da pagare che riguarda le spese per il rifacimento delle facciate esterne delle abitazioni, comprese anche tinteggiatura e pulitura. La proroga del bonus facciate è effettuata di un anno dalla scadenza naturale del 31 dicembre 2021, ma l’aliquota scende dal 90% al 60%. La notizia non è del tutto negativa visto che si era parlato anche della possibilità di cancellazione del bonus.

La vera novità non proprio positiva riguarda un adempimento aggiuntivo che viene richiesto, ovvero l’acquisizione del visto di conformità e dell’asseverazione della congruità delle spese qualora il contribuente opti per lo sconto in fattura o la cessione del credito, piuttosto che di usufruire direttamente della detrazione. Il problema è che questa novità entra in vigore a partire non dal 2022, ma dal 12 novembre 2021.

Il professionista incaricato del rilascio del visto di conformità deve quindi verificare alcune informazioni, come i dati del beneficiario della detrazione, le spese sostenute, l’ammontare del credito ceduto, i dati che riguardano l’immobile, nonché tutta la documentazione concernente la proprietà e la disponibilità del bene. 

Inoltre, qualora vengono fatti interventi sulle parti comuni, bisogna verificare la presenza di una delibera dell’Assemblea di condominio e l’autocertificazione dei lavori effettuati. Se vengono effettuati interventi influenti dal punto di vista termico, occorre accertarsi anche delle relazioni tecniche dei professionisti.

 

Bonus edilizi: cessione del credito e sconto in fattura

Cessione del credito e sconto fattura sono state due colonne vincenti dei recenti bonus edilizi. Nel 2022 come verranno gestiti? La cessione del credito consiste nella cessione di quanto spetta di detrazione per determinate spese a un terzo soggetto che può essere un fornitore, una banca, un professionista o la Posta. In sostanza chi sostiene le spese paga l’importo per intero all’impresa che esegue i lavori, ma poi può cedere ad esempio a intermediari finanziari come banche o Poste quanto gli spetta in termini di detrazioni ricevendo l’importo del credito. Lo sconto in fattura invece è una vera e propria diminuzione di prezzo che viene concessa in fattura dalla ditta che effettua i lavori per l’importo corrispondente all’agevolazione fiscale del cliente. La stessa ditta a sua volta vanterà un credito nei confronti dello Stato che può cedere ad altri intermediari finanziari. Per fare tutto questo è necessario trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate la comunicazione con la quale si rinuncia al bonus fiscale per usufruire direttamente della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Con la Legge di Bilancio, queste 2 opzioni non vengono toccate e sono state prorogate fino al 31 dicembre 2024, ma con regole più severe per evitare frodi al Fisco. L’Agenzia delle Entrate ad esempio può bloccare l’erogazione del credito per 30 giorni, nel caso in cui nutre sospetti che i costi del lavoro siano troppo alti.  Ad ogni modo resta fermo l’obbligo di un’asseverazione sulle spese da parte di un professionista abilitato. In più verrà anche allestito un listino dei costi delle opere, che era presente anche nel Decreto del Mise del 6 agosto 2020, ma che lasciava spazio a molte discrezionalità. 

Ma quali sono le spese per cui si può operare la cessione del credito o lo sconto in fattura? Riguardano essenzialmente quelle sostenute dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2024 e che fanno riferimento a interventi di:

 

  • ristrutturazione edilizia detraibili in 10 anni;
  • riqualificazione energetica che danno diritto all’ecobonus o al sismabonus da dividere in 10 anni;
  • recupero o restauro delle facciate degli edifici da dividere in 10 anni;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

 

A queste sono da aggiungere tutte quelle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 e fino al 2025 che danno diritto al Superbonus del 110%.

 

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Redazione

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