I dati della Caritas relativi al 2021 rivelano che in Italia i padri separati e divorziati sono 4 milioni. Di questi, circa 800.000 dichiarano di vivere sulla soglia di povertà. Non solo: il 46% dei cosiddetti nuovi poveri è rappresentato proprio dai papà non collocatari, ovvero quelli i cui figli vivono con le madri. Inoltre, il 66% non riesce neanche a sostenere spese per i beni di prima necessità. Questi numeri sono spaventosi e per far fronte a questo drammatico quadro, il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri ha lanciato il Bonus genitori separati.
Bonus genitori separati, cos’è e a chi spetta: i requisiti
Il Bonus genitori separati si affianca all’Assegno Unico e Universale Figli (AUUF) come incentivo per padri e madri separati e divorziati che non riescono a mantenere i figli e quindi per i genitori che non ricevono gli alimenti perché l’ex coniuge è in difficoltà economiche. Pensato inizialmente per i padri separati perché è più raro che le madri paghino l’assegno di mantenimento, la misura è stata ampliata rispetto alla bozza contenuta nel decreto Sostegni Bis, varata dal governo Draghi nel maggio del 2021 e considerata inapplicabile.
La riscrittura è stata necessaria perché la proposta iniziale, fortemente voluta dalla Lega, è stata valutata discriminatoria. Nella bozza venivano menzionati soltanto i separati e i divorziati ma non le coppie di fatto. In aggiunta, il meccanismo di erogazione previsto non forniva garanzie sull’utilizzo del bonus per il reale mantenimento: nelle previsioni l’assegno arrivava al genitore e non direttamente ai figli. In questo modo si sarebbe potuta verificare la circostanza di un padre che non versasse l’incentivo ricevuto all’ex moglie.
Infine, era ipotizzato di destinare l’aiuto a chi ha “cessato, ridotto o sospeso” l’attività lavorativa a causa del Covid. Questa formulazione è stata ritenuta troppo vaga e in grado di rendere potenzialmente enorme la platea dei destinatari del contributo. Grazie a un emendamento presentato dalla Lega stessa, il testo è stato modificato nel Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2021, a cui seguirà un decreto attuativo.
Nello specifico, il Bonus genitori separati “spetta al genitore in stato di bisogno che deve provvedere al mantenimento proprio e dei figli minori, nonché dei figli maggiorenni portatori di handicap grave, conviventi, che non abbia ricevuto, del tutto o in parte, l’assegno di mantenimento a causa dell’inadempienza del genitore”. Un caso molto comune è quello di una madre affidataria dei figli che non riceve gli alimenti dall’ex marito o dal coniuge separato perché quest’ultimo non riesce a versare l’assegno.
Le condizioni principali da rispettare per ricevere il bonus sono due:
- il reddito del richiedente: nell’anno in cui si chiede il sostegno, deve essere inferiore o uguale a 8.174 euro;
- il calo del reddito di chi paga gli alimenti: il richiedente deve aver ridotto o sospeso la propria attività lavorativa a decorrere dall’8 marzo 2020 per una durata minima di 90 giorni o per una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019.
La norma precisa infine che il contributo verrà erogato esclusivamente ai genitori che non abbiano ricevuto l’assegno di mantenimento o lo abbiano ricevuto in maniera parziale tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022.
Bonus genitori separati da 800 euro: come fare domanda
Il voucher può arrivare fino a 800 euro al mese per la durata di un anno. Il totale dell’incentivo è dunque di 9.600 euro al massimo della dotazione. L’aiuto verrà corrisposto in una soluzione unica. Il decreto sottolinea che bisognerà tenere conto delle disponibilità del fondo stanziato, pari a 10 milioni di euro, rispetto al numero complessivo dei beneficiari.
Le modalità per presentare la domanda verranno definite con un avviso pubblicato sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia. Quel che è certo è che il richiedente dovrà specificare nella richiesta l’importo dell’assegno di mantenimento e l’ammontare delle somme che non è riuscito a versare all’ex coniuge.
Quando la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha firmato il decreto che rende operativa l’agevolazione, ha spiegato che il bonus “è una misura che ha avuto un lungo iter perché nella formulazione con cui la Lega l’aveva presentato era di fatto inapplicabile”.
Era buona in gran parte degli intenti, ma è stato necessario modificarla per renderla applicabile ed equa verso tutti i figli di coppie separate. In questo modo riusciamo a erogare queste risorse necessarie ai ragazzi. Felice di aver portato a compimento questa misura firmando nel mese di luglio la proposta di decreto.