Cos’è il bonus rubinetti? Come funziona? Chi potrà richiederlo e per quali prodotti potrà essere utilizzato? Vediamo insieme tutto quello che c’è su questo bonus che potrà essere richiesto dal 2022 e valere fino a 1.000 euro
Con il decreto attuativo firmato dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, dal 2022 è possibile richiedere fino a 1.000 euro per sostituire i sanitari e i rubinetti di bagno e cucina con altri che garantiscono un risparmio di acqua. A tal fine sono stati stanziati 20 milioni euro, per dare il via libera a quello che viene denominato “bonus rubinetti”. Allora vediamo di saperne di più con una guida che illustra le principali caratteristiche, chi può chiederlo e per quali prodotti può essere usato.
Bonus rubinetti: cos’è e come funziona
Il bonus rubinetti, chiamato anche bonus bagno, bonus sanitari, o bonus idrico, è un rimborso sulla spesa, che può arrivare fino a 1.000 euro IVA compresa, effettuata entro il 31 dicembre 2021 per la sostituzione dei vasi sanitari in ceramica con sanitari a scarico ridotto, nonché di rubinetteria sanitaria con altri strumenti a flusso d’acqua limitato. L’obiettivo è quello di incentivare il risparmio idrico, che è al centro dei temi sulla transazione ecologica.
Bonus rubinetti: chi e come chiederlo
I contributi previsti dal decreto attuativo verranno assegnati in base all’ordine di arrivo delle richieste, fino a quando non si giungerà all’esaurimento dei fondi. Questo purtroppo presenta il rischio che si possa assistere da gennaio 2022 al click-day, con conseguenti disagi e default delle piattaforme.
Coloro che possono richiedere il bonus rientrano tra i proprietari di casa, gli affittuari, gli usufruttuari o i comodatari per edifici che non sono in costruzione. Il bonus può essere chiesto soltanto una volta e non può essere cumulato con altri benefici fiscali dello stesso tipo. Se ad esempio si è effettuata la sostituzione dell’impianto idraulico e si è usufruito della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi, non si potrà anche beneficiare del bonus rubinetti. Inoltre non può essere fatta domanda dai familiari conviventi o da chi ha solamente firmato un compromesso di acquisto.
Una volta ottenuto, il bonus non costituisce reddito e nemmeno viene considerato ai fini della determinazione del reddito ISEE. Per inoltrare la domanda bisogna accedere attraverso la carta d’identità elettronica o lo Spid digitale alla piattaforma dedicata in rete sul sito del Ministero della Transizione Ecologica, a partire da gennaio 2022.
Durante la registrazione è necessario fornire tutti i dati anagrafici, nonché l’iban del conto corrente su cui verrà erogato il bonus fino a 1.000 euro, nel caso ovviamente che si rientri tra le domande accolte. Inoltre andranno specificati tutti i dati che riguardano l’immobile in cui verranno effettuati i lavori come i valori catastali, il contratto di proprietà, di locazione, di comodato d’uso o di usufrutto e la comunicazione al comproprietario di usufruire del bonus in caso di cointestazione.
Infine andranno allegati tutti i documenti relativi alle installazioni, come una copia della fattura d’acquisto dei materiali, del pagamento eseguito attraverso canali tracciabili, la quantità dei prodotti e i dettagli dell’installazione, le specifiche tecniche per ogni bene sostituito e le specifiche della portata massima d’acqua dei nuovi prodotti installati.
Per quali prodotti potrà e non potrà essere usato
Non tutti i prodotti rientrano nelle fattispecie del decreto per richiedere il bonus rubinetti. Tra le situazioni dove è possibile inoltrare la domanda si possono individuare:
- fornitura e posa in opera di vasi sanitari in ceramica aventi un volume di scarico non superiore a 6 litri;
- fornitura e installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina. Vengono inclusi anche i dispositivi per il controllo del flusso d’acqua con portata non superiore a 6 litri al minuto;
- fornitura e installazione di soffioni e colonne doccia con portata d’acqua non superiore a 9 litri al minuto;
- opere idrauliche e murarie riferite alle installazioni di cui sopra, nonché lo smontaggio e la dismissione di sistemi preesistenti.
Allo stesso modo il decreto ha elencato una serie di circostanze in cui non è possibile ottenere il contributo, poiché esse non garantiscono risparmi in termini di consumo idrico. Al riguardo sono esclusi:
- piatti doccia;
- tavolette water e coprivaso;
- bidet;
- box doccia, con eccezione della colonna integrata le cui spese devono essere specificate nella fatturazione;
- piatti doccia da sostituzione vasca da bagno;
- vasi in ceramica senza sostituzione della cassetta di scarico;
- lavandini;
- sanitari in resina;
- autoclave e serbatoio di accumulo.