In Italia si contano sei milioni di persone con problemi alla tiroide, la ghiandola a forma di farfalla che si trova nella parte anteriore del collo. Le patologie di questo organo fondamentale per la crescita possono interessare tutte le fasce d’età, dai bambini agli anziani. Ai casi specifici si associa inoltre una prevalenza di patologie non gravi e curabili. Tra i vari sostegni e sussidi previsti dalla previdenza sociale c’è proprio il bonus tiroide INPS, un’indennità corrisposta a chi ha un’invalidità causata da un disturbo al più grande viscere endocrino.
Bonus tiroide INPS: cos’è e come funziona
Il bonus tiroide INPS è un contributo economico che l’Istituto nazionale della previdenza sociale riconosce tramite assegno di invalidità civile alle persone che soffrono di disturbi della tiroide. L’importo dell’assegno va da un minimo di 313,91 euro a un massimo di 563,74 euro per 13 mensilità, a seconda della percentuale di invalidità riconosciuta e dell’ammontare del reddito.
I soldi del bonus si intendono come un aiuto per coprire le spese che la malattia comporta: gli esami del sangue per valutare i livelli di ormoni tiroidei (FT4, FT3) e i livelli di TSH, l’ecografia, la scintigrafia e il dosaggio degli anticorpi anti-tiroide, le visite specialistiche da un endocrinologo, gli esami di controllo e diagnostici, eventuali farmaci, cortisonici e integratori.
A chi spetta il bonus tiroide INPS
Il bonus tiroide INPS spetta a chi soffre di una delle quattro patologie annoverate tra le malattie tiroidee (ipotiroidismo, ipertiroidismo, gozzo e carcinoma tiroideo: papillare, follicolare, midollare e anaplastico), è maggiorenne e residente in forma stabile in Italia e ha riconosciuta un’invalidità superiore al 74%, indipendentemente dal tipo di patologia.
L’asportazione della tiroide non basta per avere l’assegno, così come la tiroidite di Hashimoto (se non sfocia in un ipotiroidismo) non dà diritto al bonus perché può essere curata con l’assunzione di un trattamento farmacologico, l’ormone tiroideo. In qualsiasi caso, bisogna ottenere obbligatoriamente un’invalidità certificata tra il 74% e il 100%. Dal 75% in poi rientra infatti l’assegno mensile di assistenza per le persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni e nel rispetto dei limiti di reddito. Il limite al 2023 è fissato a un reddito personale annuo di 17.920 euro. L’assegno è compatibile con l’attività lavorativa.
Bonus tiroide INPS: come richiederlo
Il primo passo per ottenere l’indennità e avere il bonus è essere in possesso dei certificati medici che attestano la patologia tiroidea. Il secondo è recarsi da un medico certificatore (di solito il medico di base) e chiedere il rilascio del certificato medico introduttivo. Il medico compila il certificato online (a pagamento) e lo inoltra all’INPS. Nella domanda di avvio del procedimento devono essere inseriti anche i dati socio-economici: ricoveri, svolgimento di attività lavorativa, dati reddituali, indicazione delle modalità di pagamento e dell’eventuale delega alla riscossione di un terzo.
Il paziente riceve dal medico certificatore una ricevuta (completa del numero univoco del certificato della procedura attivata) insieme a una copia del certificato medico originale che ha una validità di 90 giorni. Soltanto dopo questo passaggio, con i due documenti a disposizione, il richiedente può completare la domanda di invalidità civile, che si presenta in due modi:
- direttamente online sul portale dell’INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS (o anche senza);
- tramite il patronato o un’associazione di categoria dei disabili (ANMIC, ENS, UIC, ANFASS).
Quando l’Istituto riceve la pratica e apre l’istruttoria, la procedura prevede una visita al richiedente da parte di una Commissione medico-legale dell’INPS. La visita, concordata in giorno e orario con la persona che presenta la domanda, avviene alle ASL integrate con un medico INPS oppure ai Centri medico-legali dell’Istituto presenti nelle varie Regioni. I pazienti con ridotte o limitate capacità motorie possono richiedere la visita domiciliare e l’assistenza di un medico di fiducia tramite il medico certificatore. Al momento della visita occorre consegnare alla Commissione una copia del documento di riconoscimento e la documentazione sanitaria personale. A quel punto, il paziente riceve il verbale definitivo con il giudizio finale e la percentuale di invalidità riconosciuta.
L’iter per il riconoscimento si conclude con l’invio da parte dell’INPS del verbale di invalidità civile tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o e-mail all’indirizzo PEC. In genere, il tempo di lavorazione del provvedimento è stabilito in 30 giorni. In alcuni casi per l’assegno ordinario di invalidità i tempi possono aumentare a 85 giorni dalla data di ricezione della domanda completa. Il soggetto responsabile del procedimento è il funzionario titolare della specifica posizione organizzativa relativa all’unità organizzativa competente per materia oppure il responsabile di agenzia. Il bonus viene pagato a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda oppure (ma solo in casi eccezionali) dalla data indicata dalle competenti commissioni sanitarie.