ByteDance progetterà chip per uso proprio. La società che sta dietro la popolare app di video brevi TikTok sta lavorando per unirsi ai giganti dei semiconduttori nell’ambito della strategia nazionale della Cina di diventare autosufficiente nel settore. A tale proposito, l’azienda assumerà esperti del settore. Infatti, la bacheca di lavoro di ByteDance sul suo sito web mostra attualmente 31 elenchi correlati, che coprono posizioni relative all’intero ciclo di progettazione dei chip.
Secondo alcune indiscrezioni, il motivo che sta dietro la scelta di ByteDance riguarda la difficoltà dell’azienda di trovare fornitori esterni in grado di soddisfare le sue richieste. È importante puntualizzare che la società cinese non venderà i chip prodotti internamente ad altri soggetti, ma li utilizzerà in varie aree del proprio business, come le piattaforme video, le app di intrattenimento e così via.
Chip: ByteDance come Baidu e Alibaba
La mossa di ByteDance sicuramente rappresenta un assist al Governo cinese, che da tempo sta cercando di rendersi indipendente dall’approvvigionamento di semiconduttori. Oggi, le società cinesi si appoggiano a tre grandi società: il leader mondiale del settore, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, a Taiwan; IBM negli Stati Uniti; e Samsung in Corea del Sud. Pechino sta lottando affinché negli anni possa conquistare anche in quel campo la supremazia, ma il più grande produttore cinese di chip SMIC è ancora anni indietro in termini di tecnologia di produzione.
Oltre ByteDance, comunque, altre grandi aziende cinesi hanno rilasciato i proprio chip auto-progettati negli ultimi anni. Tra questi il colosso della ricerca online Baidu e il gigante e-commerce Alibaba, nonostante tali due realtà non abbiano una storia formativa nel settore dei semiconduttori. Lo scorso anno Baidu ha lanciato Kunlun 2, il suo chip di intelligenza artificiale di seconda generazione; mentre Alibaba ha confezionato un chip progettato per server e cloud computing. La progettazione su misura permette a tali aziende di creare componenti specifici in base a ciò che richiede effettivamente la loro attività. Questo non solo determina una maggiore fluidità nelle operazioni aziendali, mettendole a riparo da fattori esterni sgraditi, ma comporta anche un notevole risparmio di costi una volta che la macchina è ben avviata.
La corsa alla produzione interna dei chip probabilmente sarà nei prossimi anni terreno di scontro tecnologico ed economico tra le due principali superpotenze mondiali, Cina e Stati Uniti. Dallo scoppio della pandemia, il chip shortage si è fatto sentire in maniera determinante nella catena di approvvigionamento, il che ha portato alcune grandi aziende a dover limitare la produzione e conseguentemente i profitti. La situazione di recente non è migliorata granché e, secondo gli esperti, si protrarrà fino a tutto il 2023. Tutto questo ha indotto diverse società del settore a incrementare gli investimenti, ma soprattutto a progettare le modalità per internalizzare la produzione di chip (vedi Tesla), in modo da evitare il ripetersi in futuro della stessa situazione che si è vissuta in questi ultimi due anni.