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Cervelli in fuga: un aiuto per farli rientrare

Nell'immagine una giovane ingegnera con giacchetta protettiva, occhiali e casco, in un impianto di produzione

C’è un problema che appare al momento irrisolvibile in Italia. Un rompicapo con pezzi che non combaciano. Da una parte c’è una fuga di cervelli all’estero, in cerca di migliori condizioni lavorative e di vita. Dall’altra ci sono imprese, in Italia, che cercano personale specializzato e non lo trovano. Secondo l’ultima analisi condotta da Unioncamere-Anpal, le aziende in difficoltà su questo fronte sono passate dal 38,6% al 46,6% nel corso dell’ultimo anno. Solo a gennaio 2024, secondo Unioncamere, sono 250mila i posti di lavoro vacanti senza copertura.

Il governo cerca di correre ai ripari con agevolazioni nella tassazione per far tornare i talenti emigrati all’estero. Per esempio, chi decidesse di rientrare, avrebbe la possibilità di veder tassato solo il 50% del reddito prodotto per i primi cinque anni e, nel caso di figli a carico, fino al 60% e per ulteriori cinque anni. Secondo Gerardo Sine, amministratore delegato di Fenix, società di consulenza aziendale, amministrativa e legale, “si tratta di una misura molto favorevole che sta riscuotendo grande successo”. Ma non basta. Le difficoltà del ritorno non sono solo legate allo stipendio e alla tassazione, ma anche ad altri fattori. Ecco perché un gruppo di imprenditori ha avviato il progetto Back to Italy, un’innovativa piattaforma tech che ha lo scopo di attrarre i migliori talenti italiani che oggi risiedono all’estero.

Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione rendono il progetto quanto mai attuale: “Si stima – afferma ancora Gerardo Sine – che nel 2050 le persone con più di 65 anni rappresenteranno, nel nostro Paese, un numero pari all’incirca al 35% del totale”.

 

Cosa offre la piattaforma per cercare i cervelli in fuga

Fenix si occupa anche di assistere chi deve spostarsi da un Paese all’altro e lavorando oltre 200 pratiche all’anno ha il polso della situazione. “Curiamo non solo l’aspetto lavorativo – riprende l’a.d. – ma anche tutte le necessità che sono legate al trasloco, che sia all’interno dell’Europa o in alcuni casi anche da un continente a un altro, dagli fiscali e legali fino a quelli più pratici come, ad esempio, la ricerca dell’abitazione dove andare a vivere”.

Il progetto Back to Italy nasce anche da questa esperienza. Il suo obiettivo è di creare un’architettura informatica interattiva e multifunzionale che permetta il matching tra le aziende del territorio nazionale in cerca di determinate figure professionali mancanti e italiani residenti all’estero con intenzioni di tornare in Italia, il tutto attraverso l’ausilio di sistemi e algoritmi complessi che superino i classici limiti di un semplice matching ontologico. Back to Italy avrà anche lo scopo di offrire servizi essenziali per favorire il rientro e di certificare le competenze degli utenti.

“Per fare ciò – prosegue Sine – non è solo necessario generare il collegamento tra azienda e utente, ma è necessario creare le condizioni utili al perseguimento dell’obiettivo, integrando i servizi per una corretta integrazione come la certificazione delle competenze, i corsi di formazione, le soluzioni immobiliari, le pratiche legali, l’assicurazione e così via. Il progetto vuole migliorare l’impatto della cosiddetta immigrazione di ritorno e, più in generale, lo sviluppo del tessuto produttivo nazionale. La nuova piattaforma, insomma, offrirà figure professionali qualificate alle grandi aziende, alle Pmi e, perché no, alle startup. Crescerà così il livello del sistema Italia e ci saranno ricadute significative anche sul piano sociale”.

Il risultato di questa architettura sarà un sistema integrato formato da una piattaforma di frontend con funzioni di data mining e una di backend con funzioni gestionali. La piattaforma inoltre favorirà la diffusione del know-how e delle best practice al fine di capitalizzare e amplificare i risultati ed esperienze apprese da tutti i soggetti del network che si verrà a comporre. La creazione di sinergie con il mondo pubblico – privato e la valorizzazione economica del know-how e della rete, sono volti a generare valore e a garantire il proseguimento delle attività del progetto con una visibilità nazionale, europea ed internazionale.

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