Nessun caso in Italia dopo i falsi allarmi di Parma e Bari. Francoforte e Parigi perdono oltre il 2%. Permangono i dubbi sull’affidabilità delle fonti cinesi
Continua a uccidere, il coronavirus: 81 le vittime ufficiali. Tutte in Cina. 2.744 le persone infette. La metà, se non di più, nella sola Wuhan, la città dove è iniziato tutto. O forse no. Perché secondo la rivista The Lancet, segnalata poi dalla rivista Science sul proprio sito, il primo caso di infezione risale a inizio dicembre. E la persona infettata non era al mercato ittico di Wuhan. I mercati tremano anche se al momento non è ancora da considerarsi un lunedì nero. Sicuramente rosso, visto che Francoforte e Parigi perdono oltre il 2%, stessi valori per il Nikkei mentre le borse di Shanghai resteranno chiuse fino a giovedì.

Grafico Dax by TradingView
L’Oms sbarca a Pechino
Una delegazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha deciso di non considerare il virus emergenza sanitaria internazionale, è arrivato a Pechino per incontrare rappresentanti del governo cinese coinvolti negli sforzi di gestione della crisi in corso. A Wuhan, epicentro dell’epidemia, si è recato il premier Li Keqiang, “incaricato dal presidente Xi Jinping“. Resta però il timore, forte, per una situazione molto più grave di quanto emerga dalle istituzioni cinesi, che più volte si sono dimostrate poco trasparenti, vedi il recente conflitto con il Tibet e le censure applicate a diverse piattaforme e social network dell’occidente.
Il coronavirus oltre i confini cinesi
Il virus intanto ha colpito anche fuori dai confini: otto casi in Thailandia, altrettanti a Hong Kong. Cinque registrati in Usa, Australia, Taiwan. Quattro in Giappone, a Singapore e in Malesia; tre in Francia e in Corea del Sud, due in Vietnam, uno in Canada e in Nepal. Nessun decesso fuori dalla Cina, ecco perché secondo l’Oms l’emergenza è locale, Aumentati i controlli aeroportuali. Per guadagnare tempo nella lotta contro l’epidemia, Pechino ha deciso di prolungare la festa per il capodanno: scuole e luoghi di lavoro resteranno chiusi, facilitando la quarantena.