Per sostenere progetti di aziende soprattutto nella prima fase della loro attività in modo da aiutarle a svilupparsi, da un po’ di anni ha preso piede una forma particolare di raccolta fondi, ossia il crowdfunding. Questo generalmente avviene attraverso una piattaforma digitale e si realizza con l’apporto di capitali da parte di piccoli e medi investitori. Vediamo quindi di saperne di più con una guida che spiega tutte le principali caratteristiche di questa tecnica di finanziamento, nonché le tipologie che si possono trovare.
Crowdfunding: definizione e caratteristiche
Il termine crowdfunding deriva da crowd (folla) e funding (finanziamento) e sta a individuare un processo di investimento che coinvolge le masse per un determinato scopo che può essere di varia natura: solidale, aziendale, benefica, ecc. In sostanza, si tratta di mettere in piedi un finanziamento che richiede la partecipazione collettiva, abbattendo le barriere dell’investimento tradizionale.
La caratteristica peculiare del crowdfunding è che esso si sviluppa attraverso il Web, ovvero mediante una piattaforma che mette in contatto gli investitori con i soggetti finanziati. Dei progetti finanziati, la piattaforma si impegna a diffondere tutte le informazioni, ossia i dati sull’azienda proponente, la durata del progetto, l’investimento minimo e il ritorno economico. Vi possono però anche essere iniziative autonome, sempre eseguite attraverso internet, senza l’utilizzo delle piattaforme, ad esempio ricorrendo a una web community.
Crowdfunding: la raccolta fondi
L’attivazione della raccolta fondi segue determinate regole a seconda della tipologia che viene stabilita prima di dare avvio all’attività di crowdfunding. Al riguardo vi sono tre modalità da tenere in conto:
- All or nothing, dove i contributi ricevuti dal progettista vengono restituiti qualora l’obiettivo della campagna che ha attivato la raccolta non venga raggiunto in un tempo massimo di 90 giorni. La piattaforma ovviamente addebita le commissioni di competenza. Questo tipo di campagna viene eseguita per progetti che necessitano di una certa quantità di denaro per poter essere messi in pratica;
- Keep it all, in cui il denaro raccolto nell’arco di un tempo massimo di 90 giorni viene accreditato anche se non viene raggiunto il target di raccolta. Tale meccanismo interessa più che altro programmi d’investimento che possono partire nonostante magari non si arrivi all’obiettivo della campagna;
- Fundraising, che fa riferimento all’accredito istantaneo dei fondi senza che sia stato dato un obiettivo minimo della campagna o una tempistica in cui questo deve essere raggiunto. La tecnica in parola è particolarmente indicata per progetti che hanno bisogno di finanziare continuamente la loro attività.
Crowdfunding: tipologie
Una volta stabilite le modalità attraverso cui si può sviluppare la raccolta del capitale necessario per poter dare inizio al progetto aziendale, è importante distinguere le modalità di crowdfunding in funzione di diversi elementi. Tenendo conto del ritorno del capitale impiegato, esistono le seguenti tipologie:
Finanziamento collettivo per ricompensa
Il finanziamento collettivo per ricompensa, conosciuto con il termine inglese reward-based crowdfunding, è attualmente quello più utilizzato dalle piattaforme e prevede una ricompensa per l’investitore in base all’entità del contributo fornito. Lo schema seguito è quello del “keep it all” oppure dell’”all or nothing”.
Finanziamento collettivo per donazione
In questo caso chi conferisce fondi per sostenere il progetto lo fa per determinate cause che vanno al di là del ritorno economico e che sono strettamente dipendenti dall’impatto emotivo che la campagna è riuscita a suscitare. Le donation-based crowdfunding sono collegate a iniziative portate avanti essenzialmente da organizzazioni impegnate nel sociale che non hanno alcuno scopo di lucro.
Finanziamento collettivo civico
Il finanziamento collettivo civico riguarda la raccolta di fondi che viene effettuata da soggetti istituzionali come Comuni, Enti provinciali e regionali, Municipi, ecc. con lo scopo di sostenere determinate opere pubbliche nell’interesse della collettività. Ciò implica una partecipazione dei cittadini il cui interesse per il bene pubblico prende il sopravvento su quello di mero tornaconto privato.
Crowdfunding: categorie
Se si valutano i parametri di rischio del capitale investito, nel crowdfunding vengono distinte le seguenti tipologie:
Equity crowdfunding
L’equity crowdfunding è una modalità di finanziamento dove società non quotate hanno la possibilità di ricevere risorse finanziarie dal pubblico attraverso l’emissione di quote azionarie. Il meccanismo avviene tutto on-line e il ritorno economico per il finanziatore consiste nel complesso di diritti patrimoniali e amministrativi derivanti dalla partecipazione nell’impresa. Le piattaforme si prestano alla regolamentazione in ambito MiFID, in quanto rientrerebbero nella casistica della sollecitazione del pubblico risparmio.
In Italia l’equity crowdfunding è stato disciplinato dalla CONSOB nel giugno del 2013, che ha stabilito i requisiti per i gestori delle piattaforme per poter esercitare l’attività. Questi comunque devono sempre ricevere l’autorizzazione dalla massima Autorità di Borsa prima di iniziare a operare. Inoltre, gli offerenti del capitale devono rientrare nelle categorie di start-up innovative, PMI innovative, OICR e società che investono prevalentemente in startup o PMI innovative. Solitamente i progetti sostenuti dall’equity crowdfunding hanno una durata medio-lunga, con una tempistica che si estende oltre i 3 anni.
Lending crowdfunding
Il lending crowdfunding è un sistema di finanziamento dei progetti aziendali attraverso cui privati o società possono prestare fondi percependo un tasso d’interesse periodico che solitamente è superiore rispetto a quello di mercato (in genere si parte da un livello del 7%-8%). Rispetto ai finanziamenti di una banca, sono però meno le garanzie fornite da chi riceve i fondi, quindi il rischio dell’investimento è più alto. Un caso molto conosciuto è quello dell’invoice trading, dove chi effettua un prestito viene garantito dalle fatture emesse dal soggetto finanziato.
Il lending crowdfunding è conosciuto anche come social lending o peer to peer lending. Il rapporto che vi è tra l’investitore e l’azienda che porta avanti il progetto è completamente differente da quello che esiste nell’equity crowdfunding. Infatti, con il lending le persone che finanziano il progetto non partecipano al capitale di rischio e quindi non acquistano quote dell’azienda diventando soci. I fondi prestati sono solitamente abbastanza esigui, ossia anche di poche centinaia di euro, che verranno restituiti al termine del progetto, di durata solitamente intorno ai 12 mesi.