Quale portafogli in caso di guerra Iran-Usa? Commento a cura di Massimo De Palma, Responsabile team Multi Asset Italia di GAM SGR
L’inizio del 2020 conferma che il rischio geopolitico sarà destinato ad accompagnarci nel corso dell’intero anno. Il nuovo fronte di guerra aperto da Donald Trump il 3 gennaio con la morte del generale Soleimani ha già incontrato le prime reazioni concrete da parte delle Autorità iraniane e ciò che si teme è un’escalation nelle relazioni bilaterali, già implicitamente confermata dalla mobilitazione di nuove divisioni statunitensi in Medioriente.
Azioni e credito. E poi?
C’è da anticipare il fatto che, per il momento, i mercati non stanno scommettendo su una guerra o quantomeno un conflitto lungo e duraturo, m per l’anno in corso valgono le considerazioni di carattere generale già fatte in passato: azioni e credito, per quanto i multipli siano elevati, continuano ad avere nello scenario attuale le prospettive di rendimento migliori. Tuttavia, proprio le alte valutazioni impongono un’attenzione ancora maggiore ai fattori passibili di far deragliare il sentiment positivo di mercato. Più in concreto, è opportuno dare rappresentanza in portafoglio a strumenti che abbiano due caratteristiche fondamentali: la prima è ovviamente quella di reagire positivamente in caso di avvitamento sui vari fronti aperti; la seconda, meno banale, è il fatto di avere un basso costo di carry, ovvero che la copertura non sia troppo onerosa in funzione del solo scorrere del tempo.
La sezione di portafogli chiamata “protezione”
Un esempio di questa problematica è l’investimento sulla volatilità, molto efficace in caso di correzione di mercato, ma in genere molto costosa per via di premi da pagare (in caso di opzioni) o rinnovo dei futures. All’interno delle nostre strategie multi asset consacriamo una sezione di portafoglio, chiamata “Protezione”, proprio a strumenti che rispettino entrambe le caratteristiche menzionate.
Petrolio, oro. Ma anche…
Nella fattispecie della crisi iraniana, il greggio costituisce una copertura diretta, dato il timore di shock dal lato dell’offerta. I metalli preziosi, in particolare l’oro, hanno il pregio di rispondere bene non solo in questo caso, ma più in generale ove tornassero in auge rischi geopolitici (ricordiamo anche l’altra “guerra”, quella commerciale tra Usa e Cina); l’investimento in questo caso può essere condotto anche tramite azioni del comparto aurifero, tenendo presente che hanno una reattività maggiore, in positivo e in negativo, rispetto all’andamento del sottostante. Le obbligazioni indicizzate all’inflazione possono essere un ulteriore veicolo di copertura: timori di conflitto possono avvantaggiare i governativi in generale, ma un’eventuale ascesa del prezzo del petrolio potrebbe rinvigorire le attese d’inflazione, per ora sopite. Infine, il mini-portafoglio di copertura si compone di valute rifugio: lo yen, ma anche il dollaro, hanno spazi di apprezzamento in uno scenario di maggiore avversione al rischio.

Massimo De Palma, Responsabile team
Multi Asset Italia di GAM SGR