Le elezioni regionali si sono chiuse con la vittoria di Bonaccini (centrosinistra) in Emilia Romagna e Santelli (centrodestra) in Calabria, dove il M5S ha ottenuto un risultato molto deludente
Un governo rafforzato. Una crisi politica che si allontana. E un indice italiano negativo al termine di un lunedì tra il rosso e il nero, ma con perdite inferiori a quelle di Francoforte e Parigi. Con uno spread, ovviamente, in calo, a 142 punti base che ha premiato i titoli bancari, tra i pochi a chiudere sopra la parità. Ecco gli effetti immediati, sul mercato e sull’assetto politico, dei risultati delle elezioni in Emilia Romagna e in Calabria secondo Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia. Un analisi che parte da lontano, o meglio, dall’alternanza storica di centrodestra e centrosinistra proprio nelle due regioni in questione: “Dal 1970, ovvero dalla istituzione delle regioni a statuto ordinario, l’Emilia Romagna è sempre stata governata da una lista di sinistra o centro-sinistra. Discorso ben diverso invece per la Calabria che ha mostrato una alternanza tra sinistra e destra (2000 CDX, 2005 CSX, 2010 CDX, 2014 CSX)”.

Grafico Spread by TradingView
Avanti con questo governo almeno fino alle nuove elezioni al Quirinale
“Partendo da qui, Riteniamo che la vittoria del centrosinistra nelle elezioni regionali in Emilia Romagna, con un distacco ben superiore rispetto agli ultimi sondaggi, diminuisca significativamente le probabilità di una crisi di governo nei prossimi mesi” spiega Diodovich. E ha aggiunto: “Lo scenario più probabile è quello di una continuazione forzata della coalizione di maggioranza di Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali per arrivare se non a fine legislatura (inizio 2023) almeno alle elezioni del nuovo presidente della Repubblica, a gennaio 2022″. Questo, salvo scossoni e sorprese per quanto riguarda le elezioni regionali in primavera, che si terranno in importanti regioni come la Campania, la Puglia, il Veneto e la Toscana.
Gli ostacoli: dalla maggioranza alle riforme, dall’Europa all’economia
Gli ostacoli non mancano, ovviamente, legati innanzitutto alla composizione della maggioranza, con tanto di cambio di leadership e crisi di consensi per il Movimento 5 Stelle (via Luigi Di Maio e crollo in Calabria, da oltre il 40% al 7%) senza dimenticare i problemi al Senato, con numeri risicati senza appoggio di Gruppo Misto e Autonomie, e i mal di pancia di Italia Viva e Matteo Renzi. “Ma gli ostacoli sono legati anche al dibattito per l’approvazione di importanti riforme, dalla giustizia alla rivalutazione dei decreti sicurezza” continua Diodovich. Non mancano anche i problemi esterni legati all’Europa (politica estera e questione immigrati) e soprattutto delle questioni economiche: “Non va dimenticata la riforma del MES, rinviata più volte in attesa dell’offerta di un pacchetto comprensivo anche della garanzia europea sui depositi e l’unione bancaria (legata alla richiesta da parte europea di ridurre l’esposizione delle banche nazionali al debito sovrano).