Secondo Alessandro Aspesi, Country Head Italia di Columbia Threadneedle Investments, la frammentazione europea ha impedito la nascita di un colosso del mercato di massa in grado di sfidare gli operatori statunitensi e cinesi, ma le aziende tecnologiche europee competono con successo sui mercati globali grazie alle loro caratteristiche distintive. I punti di forza del settore tecnologico europeo scaturiscono dalle caratteristiche distintive del mercato europeo, e in presenza di condizioni favorevoli gli operatori leader europei competono con successo su scala globale.
In termini di capitalizzazione di mercato, le dimensioni delle principali società tecnologiche statunitensi sono esorbitanti: il valore aggregato del capitale proprio di Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google e Microsoft si attesta al momento intorno a 4.000 miliardi di dollari, ossia un ottavo dell’indice S&P500. Anche la Cina ha prodotto colossi tecnologici leader in rapida crescita: Alibaba e le società nate dai relativi scorpori, e Tencent.
Alla luce di questo, è errato affermare che l’Europa non abbia prodotto aziende tecnologiche di grande successo nel mercato di massa. Infatti, Spotify è stata fondata in Svezia anche se è quotata negli Stati Uniti, ed è leader globale nello streaming di musica, mentre Skype, pur essendo di proprietà statunitense dal 2005, è nata in Europa.
Detto ciò, le aziende di Stati Uniti e Cina sono state molto più abili nel creare enormi piattaforme nelle aree dei social media, dei motori di ricerca finanziati dalla pubblicità e dei video on-demand. Composta da diversi mercati frammentati e distinti, l’Europa non è in grado di offrire un contesto così favorevole.
In altri ambiti, l’Europa ha tuttavia riscosso importanti successi. Un’area chiave di forza è costituita dai segmenti “business-to-business”: la tedesca Sap rappresenta un esempio di leader globale nel software per aziende, con ricavi annui di circa 25 miliardi di euro e una capitalizzazione di mercato di quasi 140 miliardi di euro, mentre Interxion, presente nel nostro portafoglio, domina il mercato dei centri dati europei.
La francese Dassault Systèmes, anch’essa presente nel nostro portafoglio, è il fornitore leader globale di software per il design e la produzione, e dal 2010 ha più che raddoppiato i ricavi portandoli a 3,5 miliardi di euro; eppure pochi utenti di Facebook ne hanno mai sentito parlare. Amadeus, quotata in borsa a Madrid, è il maggiore fornitore mondiale di servizi di ricerca e di prenotazione per compagnie aeree e società di viaggi, con una quota di mercato prossima al 40%.
In aree quali la tecnologia medica, il gruppo olandese di elettronica Philips, fondato nel 1891, ha abbandonato il suo tradizionale ambito dell’illuminazione trasformandosi in una delle prime società mondiali di tecnologia per la salute. In Europa, R&S, nell’ambito delle tecnologie medicali, producono un vasto numero di start-up e di spin-out universitari innovativi: Oxford Nanopore, ad esempio, è degna concorrente di Illumina nel sequenziamento genetico, un mercato per cui si prevede una crescita di sette volte nel medio periodo.
Sebbene Amazon e Alibaba dominino l’e-commerce, le aziende europee sono state pioniere in aree come le app per il cibo da asporto e stanno creando gruppi internazionali tramite crescita organica e acquisizioni. Just Eat e Takeaway.com, fondate rispettivamente in Danimarca e nei Paesi Bassi, sono tra i principali consolidatori europei.
Lo sviluppo di servizi finanziari su base tecnologica in Europa, e in particolare la nascita di start-up finanziate dal venture capital, evidenziano un altro vantaggio di cui gode l’Europa: la disponibilità delle autorità di regolamentazione a consentire l’innovazione d’avanguardia.
Nel segmento dell’online gaming, ad esempio, le nuove società europee hanno conquistato presto una posizione di punta dopo il 2000, mentre le autorità di regolamentazione statunitensi hanno bloccato i giochi online. Nell’ambito dei servizi finanziari, la disponibilità delle autorità di regolamentazione europee, specialmente nel Regno Unito, a incoraggiare l’innovazione per soddisfare le esigenze dei clienti ha consentito al settore della tecnologia finanziaria di prosperare.
L’Europa è all’avanguardia in aree come quella delle banche basate solo su app, in cui operatori privati come Monzo, Revolut e N26 hanno acquisito milioni di clienti nelle fasce di utenza più giovani e programmato lanci anche negli Stati Uniti, mentre Transferwise, società con sede a Londra fondata da due estoni, ha creato un’enorme piattaforma di trading per il mercato valutario retail. OakNorth ha contribuito all’automazione delle decisioni di credito su prestiti alle piccole imprese e figura ora tra le società fintech con le valutazioni più elevate. La società ha di recente annunciato un investimento per 440 milioni di dollari da parte del Vision Fund di Softbank, che ha valutato la società a 2,8 miliardi di dollari. Storie di successo in Europa si sono riscontrate anche in un altro settore finanziario chiave, quello dei pagamenti: a marzo, Worldpay, un importante operatore europeo, è stato acquisito dalla statunitense Fis nel quadro di un’operazione del valore di 43 miliardi di euro, debito incluso, mentre la società olandese di e-commerce e terminali Pos Adyen si è quotata lo scorso anno ad Amsterdam e ha un valore di quasi 20 miliardi di dollari, ha concluso Alessandro Aspesi.