Fineco può chiudere conti oltre 100 mila euro, ecco i casi

Fineco può chiudere conti oltre 100 mila euro, ecco i casi

Fineco: dall'Antitrust via libera condizionata a chiusura conti oltre 100 mila euro

L’Autorità Antitrust ha deciso: Fineco può chiudere i conti correnti dei clienti che hanno una giacenza media almeno pari a 100 mila euro senza che esista una forma di investimento o finanziamento, ma solo a certe condizioni. La storia risale al 18 marzo 2021 quando, con una decisione unilaterale, la banca guidata da Alessandro Foti aveva optato per questa soluzione con lo scopo di esercitare pressioni sulla clientela a sottoscrivere contratti più onerosi relativi ai servizi finanziari e alla gestione patrimoniale.

Il motivo derivava dalla scarsa profittabilità per l’istituto finanziario nella classica attività di intermediazione con tassi di interesse estremamente bassi. I clienti quindi avevano 2 alternative: accogliere la richiesta della banca oppure chiudere il conto. Nello stesso tempo altri istituti di credito avevano consigliato alla clientela di non tenere il denaro inoperoso nei conti correnti, ma nessuno si era spinto fino a tanto.

Questa pratica esercitata da Fineco aveva acceso i fari dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, a seguito di un esposto da parte del Codacons e di Avvocati dei consumatori, nel mese di aprile ha avviato un’istruttoria per stabilire se vi erano le condizioni per l’esercizio di una pratica commerciale scorretta.

 

Fineco: 6 condizioni sulla chiusura dei conti ai clienti

Il procedimento istruttorio adesso è stato chiuso, stabilendo che Fineco dovrà attenersi a determinate norme di comportamento. In primis i clienti dovranno essere informati del fatto che la banca non può recedere dal contratto per almeno 90 giorni da quando viene effettuata la comunicazione. Questo per dare il tempo alla clientela di trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

In secondo luogo non è ammesso il recesso se il correntista non ha un conto presso un’altra banca. Mentre, qualora il cliente privo di altro conto abbia effettuato finanziamenti o investimenti, Fineco dovrà rimborsare gli oneri versati concedendo la possibilità di restituire i prestiti senza l’addebito di alcuna spesa o penalità.

In terzo luogo al cliente va offerta la possibilità di ricontrattare i costi di conto corrente senza far riferimento a listini predefiniti o adottare comportamenti discriminatori. In quarto luogo la giacenza in eccesso trasferita su altri istituti di credito deve avvenire senza gravami di spese. Allo stesso modo la stessa giacenza dovrà essere esente da costi se viene utilizzata per l’acquisto di azioni, obbligazioni, fondi, ETF e altri strumenti finanziari tramite la piattaforma online di Fineco. Infine la banca dovrà offrire ai clienti un servizio didattico tramite corsi interattivi online per far conoscere tutti i vantaggi e gli svantaggi che scaturiscono dal mantenimento della liquidità nei conti correnti.

 

Chiusura conti: una vittoria dei correntisti?

In definitiva si può dire che almeno parzialmente vi sia stata una vittoria da parte dei risparmiatori, soprattutto in merito al punto che riguarda la possibilità di vedersi chiuso il conto se non se ne possiede un altro presso una banca diversa.

Domenico Romito, Presidente di Avvocati dei consumatori esprime soddisfazione, dichiarando che l’esito di questa controversia potrà servire da monito per altre realtà bancarie che decidono di recedere unilateralmente da un contratto. Adesso Fineco dovrà rispettare alcuni impegni vincolanti e l’associazione vigilerà affinché vengano mantenuti, ha chiosato Romito.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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