Catanzaro è città dei miracoli e di mille contraddizioni: non solo terra di confine e civitas bizantina ricca di testimonianze paleolitiche e neolitiche, ma anche realtà in cerca costante di riscatto da una vita pubblica corrotta e dall’immagine di “spazio vuoto dove tutto è mafia”, come diceva Ilda Bocassini. Dopo l’exploit a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, le Aquile del Sud sono tornate agli antichi splendori calcistici con un’incredibile cavalcata dalla C alla Serie B che fa respirare aria nuova nell’antica Skylletion. Il merito si deve a mister Vivarini e alla squadra, alla dirigenza e soprattutto al proprietario Floriano Noto, il presidente giallorosso entrato di diritto nella storia del club calabrese.
Floriano Noto: chi è e da dove viene il suo patrimonio
Nato ad Albi nel 1958, figlio dello storico imprenditore Leonetto, Noto si laurea in ingegneria e per lungo tempo è assistente di facoltà all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Specializzato in organizzazione e pianificazione delle imprese edili, realizza importanti opere private tra Catanzaro e provincia prima di entrare nell’attività di famiglia. Nel 1979, insieme al padre e ai suoi fratelli Desiderio e Luigi, fonda il Gruppo AZ S.p.a., società attiva nel settore della grande distribuzione alimentare. In pochi anni, l’impresa diventa la prima in Calabria per dipendenti, fatturato e numero di punti vendita.
Nel 1986 inaugura il secondo supermercato AZ a gestione diretta e due anni dopo, a Germaneto, apre il primo moderno centro di distribuzione completamente automatizzato. Diventata una realtà consolidata grazie ad un’efficace politica di affiliazione commerciale, AZ si lega prima al Gruppo Végé (uniformandosi ai marchi Sidis, Intersidis e Ipersidis), poi ad Auchan e dal 2017 a Coop Italia, formando Coop Alleanza. Oggi AZ è uno dei più importanti network di vendita italiani, con 39 punti vendita, 28 negozi diretti e 11 in franchising. Il fatturato del Gruppo è di circa 250 milioni di euro.
AZ è anche proprietario dei centri commerciali Le vele a Montepaone Lido, Le spighe a Crotone e Le Vigne a Castrovillari, e degli ipermercati all’interno del Porto degli Ulivi a Rizziconi, dei Portali a Corigliano Calabro, delle Fontane a Catanzaro, delle Ninfee a Reggio Calabria e delle Palme a Palmi. La collaborazione con Coop prevede l’approdo verso nuovi territori grazie ad un accordo in esclusiva per l’apertura in franchising nelle province di Salerno, Potenza e Messina.
Tra le altre attività di Noto, che in AZ ricopre il ruolo di Amministratore Delegato, ci sono la SICOS S.a.S. (Società Italiana Consulenza e Servizi), realtà che si occupa di marketing, logistica e sviluppo aziendale di PMI, e la Icom S.r.l., immobiliare che realizza, trasforma e vende centri, parchi e gallerie commerciali, outlet, centri direzionali, ipermercati, cinema multisala, ristoranti, uffici pubblici e privati. L’imprenditore è pure consigliere alla Camera di Commercio di Catanzaro.
Da quanto tempo gravita nel calcio
Noto è presidente e amministratore unico del Catanzaro dal 6 luglio 2017, quando si chiude l’era della famiglia Cosentino e l’85% delle quote del club passa all’imprenditore, uno dei giganti dell’economia meridionale. Prima di allora, Noto è sempre stato lontano dalle dinamiche sportive. Il 2017 è un anno importante e significativo: l’operazione Catanzaro arriva proprio nei mesi in cui AZ lega le sue attività commerciali a Sidis e Coop.
Il cavaliere Noto si attiva subito per rimettere in ordine i bilanci, ma in sei anni di presidenza incappa in un’inchiesta sportiva che lascia qualche macchia (da Money Gate emerge una presunta combine della partita contro l’Avellino) ma dalla quale ne esce indenne con l’assoluzione. “Abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia sportiva, ed ora potremo guardare con maggiore serenità al futuro di una società che pone la serietà, la correttezza e il rispetto delle regole in cima alla propria scala di valori, nella consapevolezza che solo una gestione autorevole e affidabile può perseguire progetti sportivi solidi e ambiziosi”, dichiara Noto quando la Corte d’appello federale respinge il ricorso del Procuratore contro il Catanzaro e la sua dirigenza.
Quanto ha investito nel Catanzaro
Soltanto nei primi due anni di gestione, la famiglia Noto spende quasi 10 milioni di euro nel Catanzaro. In sei anni, la perdita d’esercizio sfiora i 12 milioni. Prima del ritorno nel calcio che conta, la società cambia denominazione (da Catanzaro Calcio 2011 a US Catanzaro 1929) e soprattutto procede ad un continuo avvicendamento di direttori tecnici e sportivi, allenatori (addirittura otto) e calciatori.
Stando ai dati di Transfermarkt, l’acquisto più costoso della gestione Noto è quello di Manuel Fischnaller: l’attaccante è prelevato dall’Alessandria per 400.000 euro. La migliore cessione del club è invece quella dell’ala sinistra Eugenio D’Ursi, venduto al Napoli per 765.000 euro.
Un capitolo a parte sarà quello del vecchio stadio Ceravolo, intitolato all’ex presidente Nicola, il primo a portare le Aquile in A nella stagione 1970-1971. L’impianto – uno dei migliori manti erbosi d’Italia – non è a norma per disputare le gare di B, ha ottenuto l’ok dalla Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi per l’utilizzo ma servirà un restyling complessivo, magari insieme al nuovo centro sportivo per cui sono state individuate alcune aree tra cui il PoliGiovino, che potrebbe diventare il campo omologato per le partite delle Giovanili.
I risultati sportivi nel corso della sua presidenza
I primi cinque anni della famiglia Noto alla guida del Catanzaro sono un incubo. Dal 2017-2018, la squadra non si schioda dal girone C della Lega Pro e perde sistematicamente ai play-off. Particolarmente dolorosa è l’eliminazione della stagione 2021-2022: dopo aver chiuso la regular season al secondo posto in classifica con 67 punti, i giallorossi si giocano l’accesso alla finale contro il Padova. Dopo il promettente pareggio dell’andata per 0-0, all’Euganeo i biancoscudati si impongono per 2-1 con gol decisivo di Chiricò al 97′.
Bisogna aspettare la stagione 2022-2023 per la promozione in Serie B: la squadra allenata da Vincenzo Vivarini ritorna trionfalmente nel campionato cadetto a distanza di 17 anni. I giallorossi frantumano record su record con numeri da primato europeo: ottengono la promozione matematica con larghissimo anticipo grazie a 96 punti in classifica, 102 gol fatti e appena 21 subiti. Non solo: vincono la Supercoppa di Serie C (prima affermazione per il club) al triangolare finale con le vincitrici degli altri due gironi, Feralpisalò e Reggiana.
I tifosi sono in fibrillazione: è un’autentica rinascita calcistica dalle ceneri, che riverbera su tutta la città. Come il suo collega Giovanni Arvedi della Cremonese, Noto è un dirigente del pallone vecchia maniera e ribadisce sempre di voler rifare grande il Catanzaro con gente catanzarese. L’obiettivo, nemmeno a dirlo, è riportare il Magico in Serie A da provinciale di lusso, come ai tempi di Seghedoni e Mazzone, Palanca e Nastase, Mauro e Ranieri.