Il voto per l’impeachment dopo un’indagine di tre mesi segna un momento da ricordare: l’ex tycoon è il terzo presidente americano a essere messo sotto accusa. Quali sono i prossimi step? Ecco cosa succede ora
L’abuso di potere è passato con 230 voti contro 197 e l’ostruzione della Camera è stata votata da 229 deputati contro 198: è decisamente un momento storico quello che vede protagonista il Presidente americano Donald Trump. Dopo l’ok della Camera all’impeachment e dopo il solito tweet al vetriolo dell’ex tycoon, che dal social network ha fatto sapere di non essere affatto preoccupato, continuando a respingere le accuse dei Democratici, il dado è tratto e la parola passa ora al Senato.
Can you believe that I will be impeached today by the Radical Left, Do Nothing Democrats, AND I DID NOTHING WRONG! A terrible Thing. Read the Transcripts. This should never happen to another President again. Say a PRAYER!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 18, 2019
Che cosa avrebbe fatto Trump?
L’accusa al Presidente americano sarebbe quella di aver fatto pressioni sul neoeletto presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, perché aprisse un’indagine per danneggiare uno dei suoi principali rivali politici, Joe Biden, approfittando dell’incarico ottenuto dal figlio Hunter nel consiglio d’amministrazione di una società ucraina. Trump avrebbe bloccato una parte di aiuti economici e militari per l’Ucraina, facendo esplicitamente la sua richiesta a Zelensky durante una telefonata formale dallo Studio Ovale. La campagna di pressioni è stata poi portata avanti dal suo avvocato personale Rudy Giuliani, ovviamente sempre secondo indicazioni del Presidente.
Cos’è l’impeachment e come funziona
L’impeachment è una procedura politica per rimuovere il presidente dalla propria carica, e funziona come un processo. Dopo il voto alla Camera, nelle prossime settimane si terrà un dibattimento in Senato, presieduto dal giudice capo della Corte Suprema: un voto deciderà se rimuovere o no il presidente dalla Casa Bianca. Non è però così facile come sembra: mentre per mettere il presidente in stato d’accusa basta una maggioranza semplice, per rimuoverlo serve un voto dei due terzi del Senato, e i Repubblicani, che alla Camera hanno votato in modo compatto contro l’impeachment, controllano la maggioranza dei seggi del Senato. Per questo, a meno di sorprese dell’ultima ora, ci si aspetta un’assoluzione per Trump.
Non si possono invece prevedere i tempi del processo, inserito in un contesto e periodo delicati, vista la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2020.
I casi precedenti
Donald Trump è il terzo Presidente finito sotto impeachment. I primi furono Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998, entrambi durante il loro secondo mandato. Richard Nixon, invece, si dimise nel 1974 prima che il processo potesse arrivare al voto della Camera. Sia Johnson sia Clinton furono assolti in Senato.
La reazione di Wall Street
I mercati non sembrano essere “particolarmente interessati” all’impeachment di Trump. Nella seduta di ieri Wall Street ha chiuso contrastata (S&P 500: -0,04%; Dow Jones: -0,1%; Nasdaq: +0,05%), ma non sembrerebbe esserci una precisa relazione con quanto accaduto alla Camera.