Gli extra-profitti delle società energetiche non sembrano essere arrivati a lambire Iren, multiutility del Nord Ovest che, nel terzo trimestre, ha riportato utili in calo del 43% su base annua a 138 milioni di euro. A impattare su i profitti sono stati, secondo quanto comunicato dalla società “i provvedimenti governativi destinati alle aziende energetiche e il proseguimento di una forte politica di investimento. Infatti, nonostante il peggioramento dell’utile netto e le contingenze attuali, Iren ha quasi doppiato i numeri sul fronte degli investimenti. Proprio nel 2022 il gruppo ha superato il miliardo di euro lordo di investimenti, quasi il doppio del medesimo periodo nel 2021″.
Come sottolineato dall’amministratore delegato Gianni Vittorio Armani, “in un anno in cui si sono verificati fenomeni esogeni come l’estrema volatilità dello scenario energetico e la grave siccità, il gruppo ha comunque conseguito una crescita grazie allo sviluppo impiantistico e alle azioni di mitigazione intraprese. Gli investimenti al 30 settembre superano, per la prima volta nella storia di Iren, il miliardo di euro, mostrando come anche in periodi difficili il gruppo sappia mantenere uno sguardo di lungo periodo e traguardare i target di piano con performance positive anche sul fronte della sostenibilità”.
Ricavi quasi raddoppiati
Se non si sono visti gli extra-profitti sicuramente Iren ha realizzato degli extra-ricavi. Infatti i ricavi di Iren al 30 settembre 2022 si sono attestati a 5,643 miliardi di euro, in aumento dell’81,9% rispetto ai 3,1 miliardi di euro del corrispondente periodo 2021, trainati per oltre 2,17 miliardi dall’incremento dei prezzi delle materie prime. Hanno sofferto invece i margini dalla vendita di energia elettrica: -92,8%.
Il margine operativo lordo è cresciuto del 3,9% a 759,3 milioni grazie all’ampliamento del perimetro di consolidamento per l’acquisizione dell’impianto fotovoltaico di Puglia Holding (circa 44 milioni di euro), così come per la crescita organica correlata agli incrementi tariffari dei servizi a rete legati agli investimenti realizzati per il miglioramento delle infrastrutture, per lo sviluppo delle attività connesse ai lavori di riqualificazione energetica e l’entrata a regime dei biodigestori di Cairo Montenotte e Santhià. Eppure, lo scenario energetico caratterizzato da un prezzo dell’energia elettrica e del gas in forte incremento rispetto ai primi 9 mesi del 2021, ha comportato un impatto negativo sul margine.
La gestione integrata della filiera energetica non ha consentito, in un contesto molto volatile, dinamiche compensative tra gli effetti positivi (margini della produzione elettrica e del calore e corrispettivi per il capacity market) e gli effetti negativi (margini della vendita di energia elettrica in significativa flessione, forte diminuzione dei volumi prodotti di energia da fonte idroelettrica per effetto della siccità e guasto alla turbina a vapore dell’impianto termoelettrico di Turbigo).
Iren: quotazioni ancora soggette a pressione ribassista
Il titolo Iren appare impostato al ribasso nel breve termine, nonostante la performance positiva registrata nella seduta di venerdì (+1,42%). Dopo un’apertura in gap up (rimasto aperto nell’intraday sul livello 1,553) le quotazioni hanno dapprima intrapreso un andamento fortemente rialzista che le ha portate a realizzare un massimo sul livello 1,630, per poi invertire drasticamente la rotta fino a raggiungere un minimo relativo a quota 1,560, chiudendo sul finale a 1,571 euro.
Tale movimento ha permesso all’azione di creare un pattern grafico di analisi candlestick denominato Shooting Star, indicante una inversione di tendenza in senso ribassista. In realtà le quotazioni sono soggette a negatività già da fine ottobre se si esclude il rialzo (generalizzato per l’azionario) verificatosi nella giornata di giovedì. Quindi, poiché la configurazione grafica che si è formata è piuttosto efficace e conferma un trend già consolidato, per il titolo è attesa a breve una fase discendente ancora più violenta. Probabilmente il massimo toccato venerdì a 1,630 euro lo si rivedrà solo tra parecchio tempo.
Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è assolutamente sconsigliato, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla rottura di quota 1,559 con obiettivo molto vicino al livello 1,500. L’impostazione algoritmica, infatti, vede i prezzi stazionare al di sopra dell’indicatore Supertrend mentre sia l’indicatore Parabolic Sar che la media mobile a 25 sono diventati rialzisti da fine ottobre. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il proprio Signal. Inoltre è da segnalare come l’indicatore RSI sia posizionato nell’area di “neutralità” vicino al livello 64.
L’andamento di breve termine del titolo IREN