La Cina non riesce a liberarsi della crisi immobiliare e i consumi di beni di lusso fanno fatica, con ripercussioni sulle vendite a livello globale. L’analisi dello scenario degli analisti di Vontobel Certificati nella Newsletter settimanale (Clicca QUI per iscriverti).
Nelle ultime settimane il lusso è sotto pressione in Borsa. Tra i motivi principali le preoccupazioni legate alle vendite in Cina e alle vendite nel Paese. Secondo l’ultima indagine Bain in collaborazione con Altagamma, nel 2024 le vendite globali di beni personali di fascia alta faranno segnare una crescita a tassi costanti fino al 4%. Nel 2023 il mercato globale del lusso ha dimostrato stabilità e ha superato per la prima volta i 1.500 miliardi di euro di fatturato.
Una nuova tendenza si sta però registrando in Cina: quella di non ostentare la ricchezza da parte della classe più agiata come risposta alle difficoltà della classe media legate alla congiuntura interna. Nell’ex Impero Celeste la crisi immobiliare è tutt’altro che risolta e una risposta simile si era registrata anche in America in occasione dello scoppio della bolla dei mutui-subprime. La ripresa del turismo dei cinesi è un altro fattore che ha portato a una riduzione dei consumi. In tal senso, tra le nazioni vincitrici in questo 2024 vi è il Giappone. La debolezza dello yen ha favorito la crescita dei visitatori, con i turisti tornati sopra i livelli pre-covid, e le vendite nel lusso.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, in Cina la preoccupazione per la mole di invenduto sta portando molti luxury brand a proporre sconti fino al 50% sui propri prodotti. Il lusso è tuttavia resiliente e non tutte le categorie stanno subendo l’attuale contesto. Se bBrand di altissima gamma come Hermes potranno battere il mercato, gioielleria, make up, profumeria e occhiali appaiono tra i protagonisti. Oltre che come bene tangibile, i gioielli in particolar modo vengono visti come veicoli d’investimento. La sfida per il settore del lusso è dunque aperta, con i vincitori che usciranno da chi meglio saprà sfruttare la crescente voglia di lusso esperienziale rispetto a quello dei beni tangibili.