Il calcio consuma tutto, nonostante le emozioni e l’entusiasmo: è la convinzione di Maurizio Setti, il presidente e amministratore unico dell’Hellas Verona. Osannato e al tempo stesso contestato dai tifosi per l’altalena di promozioni e altrettante retrocessioni, l’imprenditore emiliano è un self-made man a tutti gli effetti. Anche nel pallone: è a Verona che si è tolto le migliori soddisfazioni, ma ha pure fatto discutere per la gestione del patrimonio della società e le sue modalità di finanziamento.
Chi è Maurizio Setti: la biografia
Classe 1963, originario di Carpi, Maurizio Setti si definisce “un pazzo razionale”. Figlio unico di un elettricista e di un’impiegata, diplomato ragioniere, coltiva la passione per la velocità (ama le auto, le moto e gli aerei) e da ragazzo sogna di diventare fotografo. Dopo un’esperienza deludente in uno studio, vende la Canon e si mette a fare tanta gavetta lavorando come autista e magazziniere in una ditta di abbigliamento nella sua Carpi.
Tornato dal servizio militare, si lancia nell’avventura imprenditoriale nel settore dell’abbigliamento e degli accessori donna. Ma non solo, perché è presente (non senza polemiche) in una dozzina di imprese, nella maggior parte delle quali come rappresentate principale. Sposato per più di trent’anni e padre di due figli, è fidanzato con la compagna Patrizia Ricci.
Da dove viene il suo patrimonio
A 22 anni Setti crea dal nulla un’azienda di maglieria per i grossisti. Sono gli anni del pronto moda e di una rivoluzione radicale nell’abbigliamento: produzione continua, tempi di lavorazioni ridotti e riassortimenti veloci per favorire il consumo che reclama il fast fashion. Setti parte dal conto terzi avanzato e nel giro di poco tempo passa dal pronto dei maglifici al programmato.
Quando decide di mettersi in proprio è il 1989, l’anno di fondazione del Gruppo Antress che lancia griffe di successo come E-Gó e Manila Grace, con all’interno le stiliste Sonia De Nisco e Alessia Santi (poi sostituita da Gaetano Navarra), anche azioniste ognuna al 20% del proprio brand. Grazie alle boutique mono-marca, alla distribuzione nei negozi multimarca e all’internazionalizzazione dei marchi, i fatturati sono in continua crescita. Ma Setti spazia tra diversi settori ed è presente come amministratore pure nella Sfinge e nella Murales (due società che si occupano di beni immobiliari per curare il retail) e come socio nel rilancio dello storico marchio motociclistico Garelli.
Antress Industry è controllata al 100% dalla holding Mulin Rouge S.p.A., a sua volta controllata direttamente e indirettamente da Setti attraverso Seven 23 S.r.l., legata alla gestione del Verona. Antress conta 93 dipendenti e distribuisce in oltre 40 Paesi in tutto il mondo. Dopo i successi degli anni Novanta e Duemila, cominciano le difficoltà. La crisi inizia nel 2020 e si aggrava alla fine del 2021, con una contrazione delle vendite di 9,7 milioni di euro. Setti ricapitalizza più volte la società per un totale di 9,1 milioni ed emette un prestito obbligazionario di 5 milioni sottoscritto dal Fondo Patrimonio PMI gestito da Invitalia.
Antress chiude l’esercizio 2021 con 32,8 milioni di euro di ricavi netti, un margine operativo lordo negativo per 1 milione e una perdita netta di 2 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 19,2 milioni e di un patrimonio netto di 1,8 milioni. Con la chiusura dell’esercizio del 2022, la perdita netta peggiora arrivando a 11,8 milioni con un patrimonio netto in negativo per 7 milioni. Se i ricavi si attestano sui 28 milioni, i debiti superano il tetto dei 37 milioni.
La situazione costringe Setti alla procedura di concordato preventivo con riserva. Il piano di risanamento passa attraverso la ricerca di potenziali investitori e la vendita dell’azienda o di un suo ramo. Il salvataggio arriva grazie al Gruppo Casillo, leader nel mondo kidswear. La famiglia campana, che già gestisce la linea Manila Grace Girl, subentra nella gestione della linea donna garantendo la prosecuzione nella gestione del marchio.
Da quanto tempo gravita nel calcio
Appassionato da sempre di calcio, Setti da giovane è un tifoso juventino e gioca a Carpi come dilettante nell’Athletic, da centrocampista “alla Tardelli”. La prima esperienza dirigenziale è proprio nella società emiliana: socio del club per tre anni dal 2008 al 2011, tiene il Carpi nell’area del professionismo e strappa due promozioni che portano i biancorossi in Lega Pro.
Nel 2011 Setti passa al Bologna: dopo lo shock-Porcedda, insieme ad altri imprenditori emiliani è coinvolto nell’operazione salvataggio del club felsineo, a rischio fallimento senza un aumento di capitale da 3 milioni di euro. Per due anni è comproprietario e vicepresidente dei rossoblu, garantendo il passaggio della gestione ad Albano Guaraldi che porterà all’arrivo del magnate canadese Joey Saputo.
L’arrivo all’Hellas Verona è datato 2012, quando Setti rileva l’80% della società dall’allora proprietario Giovanni Martinelli. Nel marzo del 2013 acquista l’intero pacchetto azionario del club diventandone proprietario unico. Nel 2018, già presidente del Verona da sei anni, acquista le quote di maggioranza del Mantova, che nel 2020 porta dalla D alla C e alla salvezza nelle due stagioni successive prima di entrare nel CdA ma cedendo la metà delle sue quote all’amico Filippo Piccoli, CEO e fondatore di Sinergy Luce e Gas, attuale sponsor del Verona.
Quanto ha investito nel Verona
Setti rileva l’80% del pacchetto di maggioranza dell’Hellas dalla famiglia Martinelli per 10 milioni di euro, cifra che l’imprenditore carpigiano non ha mai confermato. Con lui nel gruppo di lavoro ci sono il direttore sportivo Sean Sogliano, il direttore generale Giovanni Gardini e il segretario Massimiliano Di Brogni. Le linee di intervento sono il rinnovamento nella gestione delle giovanili e la ristrutturazione del Bentegodi, in attesa di un massiccio intervento sotto la direzione pubblica che riqualifichi l’intero quartiere Stadio.
La squadra viene continuamente rivoluzionata, ma la gestione societaria punta sempre a tenere i conti in ordine e a lanciare giovani del vivaio e talenti in cerca di consacrazione. Non mancano insinuazioni sulle retrocessioni (pianificate per ottenere i paracaduti e risanare i bilanci), controversie e inchieste per fare luce sulla proprietà, come quella del giornalista Pippo Russo per Calciomercato. Il compenso di Setti da amministratore unico dell’Hellas nella stagione 2021-2022 ammonta a oltre 2,7 milioni di euro. Il bilancio al 30 giugno 2022 di Hellas Verona Football Club S.p.A. (con amministratore unico Seven 23 S.r.l.) presenta invece una perdita di 5 milioni di euro e un indebitamento netto finanziario di 31,5 milioni.
Nella gestione del club l’elemento di maggior peso è legato ai diritti televisivi, seguiti da ricavi per plusvalenze, sponsorizzazioni, abbonamenti e biglietteria. Nell’ultimo bilancio le plusvalenze ammontano a 23,3 milioni di euro, in particolare per le cessioni di Mattia Zaccagni alla Lazio e Matteo Lovato all’Atalanta. Stando ai dati di Transfermarkt, le cessioni record sono quelle di Marash Kumbulla (venduto alla Roma per 26,5 milioni), Juan Iturbe (sempre alla Roma per 24,5 milioni) e Sofyan Amrabat ceduto alla Fiorentina per 19,5 milioni. Ora il gioiello di famiglia è Cyril Ngonge, arrivato a parametro zero e dal valore di mercato di 3 milioni. L’acquisto più costoso del Verona di Setti rimane invece quello di Iturbe, preso dal Porto per 15 milioni.
I risultati sportivi nel corso della sua presidenza
Setti fa bene a Carpi con la promozione dalla D in Lega Pro, a Bologna tenendo la squadra in A e a Mantova riportando i Virgiliani in Serie C. A Verona i risultati sono altalenanti: promozione in Serie A (che mancava da undici anni) nella stagione 2012-2013 con Andrea Mandorlini in panchina, doppia salvezza nelle sue stagioni successive, retrocessione in B nel 2015-2016 sotto la guida tecnica di Mandorlini e Gigi Delneri. Promosso subito in A l’anno successivo con l’allenatore Fabio Pecchia, retrocede immediatamente e conquista ancora la A nella stagione successiva dopo aver vinto i play-off contro la cenerentola Cittadella.
Dalla stagione 2019-2020, con l’arrivo di Ivan Jurić, ottiene l’agognata stabilità e strappa il migliore risultato in assoluto della gestione Setti: il nono posto con 49 punti in classifica (non accadeva dal 1985) e l’esplosione di giocatori come Kumbulla, Amrabat, Zaccagni, Amir Rrahmani e Matteo Pessina. Quella 2023-2024, dopo il miracolo della salvezza last minute ottenuta allo spareggio contro lo Spezia, sarà la quinta stagione consecutiva in A, la prima con il neo-allenatore Marco Baroni ma sempre nella visione di cedere, incassare e soltanto allora procedere agli innesti per migliorare la rosa.