Newmont acquista Newcrest per 19 miliardi di dollari, ecco tutti i dettagli - Borsa&Finanza

Newmont acquista Newcrest per 19 miliardi di dollari, ecco tutti i dettagli

Newmont acquista Newcrest per 19 miliardi di dollari, ecco tutti i dettagli

Newmont acquisirà Newcrest Mining per 29 miliardi di dollari australiani, pari a 19 miliardi di dollari USA. Il Consiglio di amministrazione della società australiana ha approvato l’offerta del più grande minatore del mondo di oro di 0,4 azioni Newmont per ogni azione Newcrest. Come parte dell’accordo, gli azionisti di Newcrest riceveranno un dividendo speciale di 1,10 dollari per azione, che rappresenta un premio del 30,4%. Nella realtà combinata, che terrà una quotazione secondaria nella Borsa di Sydney, gli azionisti di Newmont e Newcresteterranno rispettivamente circa il 69% e il 31% delle azioni. Chiaramente, per ritenersi conclusa l’operazione è necessaria l’approvazione da parte dell’assemblea degli azionisti di Newcrest e delle autorità di regolamentazione.

 

Newmont e Newcrest: cosa significa la fusione per le due società

Il primo tentativo di acquisizione di Newcrest da parte di Newmont risale al febbraio scorso, con un’offerta all-share di 17 miliardi di dollari. Il CdA della compagnia con sede a Melbourne però ha respinto la proposta, ritenendola non congrua al valore della società. Ad aprile il colosso americano ha alzato la posta, proponendo 19,5 miliardi di dollari, al che Newcrest ha concesso la due diligence. Alla fine, l’accordo si è raggiunto per una cifra leggermente inferiore, che riflette un calo nel frattempo delle azioni Newcrest ma che rappresenta un premio di oltre il 30% rispetto al prezzo in cui si trovava il titolo poco prima dell’offerta iniziale.

Questa operazione creerebbe un portafoglio di attività di livello mondiale con la più alta concentrazione di operazioni Tier 1, principalmente in giurisdizioni minerarie favorevoli e a basso rischio. Newmont ritiene di essere ben posizionata per generare rendimenti forti, stabili e duraturi con le migliori performance di sostenibilità, anche in futuro.

L’acquisizione “rappresenta un valore eccezionale per gli azionisti e crea un portafoglio leader del settore con un profilo di produzione pluridecennale di oro e rame nelle giurisdizioni minerarie più favorevoli del mondo”, ha affermato Tom Palmer, amministratore delegato di Newmont. Secondo il CEO, l’accordo produrrà sinergie per 500 milioni di dollari entro due anni, oltre al miglioramento del free cash flow di 2 miliardi di dollari nello stesso lasso di tempo. Tra l’altro, “questa transazione aumenta anche la produzione di rame di Newmont e aggiunge quasi 50 miliardi di libbre di riserve e risorse di rame da Newcrest al nostro portafoglio robusto ed equilibrato”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda Newcrest, il presidente Peter Tomsett ha affermato che “questa transazione combina due dei  principali produttori di oro al mondo, portando un valore significativo agli azionisti di Newcrest attraverso il riconoscimento della nostra eccezionale pipeline di crescita. Oltre ai continui benefici derivanti dalla fusione di questi portafogli premier, il gruppo combinato stabilirà un nuovo punto di riferimento nella produzione di oro, beneficiando al contempo di una crescente esposizione al rame e di una posizione di leader di mercato in termini di sicurezza e sostenibilità”.

 

Il consolidamento del settore

La fusione Newmont-Newcrest sicuramente scuoterà il settore dei mining delle materie prime, che negli ultimi tempi è molto movimentato, con miniere più piccole e promettenti che via via vengono inghiottite dai colossi del settore in una fase storica di consolidamento. L’obiettivo è quello di accaparrarsi i minerali critici nell’ambito della transizione energetica. Prima di quest’ultima operazione, BHP ha acquisito la rivale Oz Minerals, mentre Rio Tinto si è appropriata di Turquoise Hill e Allkem si è fusa con Livent.

Le nozze tra Newmont e Newcrest probabilmente non saranno le ultime della serie e arrivano in un contesto in cui i prezzi dell’oro puntano al record storico di 2.082 dollari l’oncia conseguito nell’agosto del 2020. “Vediamo che l’accordo, se approvato, produrrà sinergie operative intorno alla sequenza dei progetti e all’opzione di crescita, nonché l’entità combinata aumenterà la diversificazione delle operazioni nelle giurisdizioni a basso rischio”, ha scritto in una nota Rahul Anand, analista di Morgan Stanley.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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