Nichel: BHP investe 100 milioni di dollari nella materia prima

Nichel: BHP investe 100 milioni di dollari nella materia prima

Materie prime: BHP investirà 100 milioni di dollari nel nichel
BHP Group investirà 100 milioni di dollari in un grande progetto sul nichel che si svilupperà in Tanzania. La più grande compagnia mineraria del mondo ha deciso di puntare sul minatore britannico Kabanga Nickel, che si sta occupando di portare avanti il programma di estrazione nel territorio africano. Sulla base dell’accordo stipulato tra le 2 società, BHP impiegherà 40 milioni di dollari per il giacimento di Kabanga, 10 milioni nel processo di raffinazione e successivamente altri 50 milioni in funzione delle condizioni e dei traguardi raggiunti. Alla fine la società con sede a Melbourne arriverebbe a una partecipazione del 18% del capitale di Kabanga.

Materie prime: ecco il progetto di BHP Group 

La zona di Kabanga si trova al confine tra il Burundi e il Ruanda ed è una località priva di infrastrutture. Sul deposito di solfuro di nichel avevano messo le mani in passato il minatore canadese Barrick Gold e il gruppo di materie prime Glencore. Nel 2018 l’ex Presidente della Tanzania, John Magufuli, aveva revocato la licenza e quindi le 2 società si erano trovate costrette a vendere il progetto a Kabanga Nickel.
La prima produzione con il nuovo progetto è prevista nel 2025, con circa 40 mila tonnellate di nichel estratti ogni anno per oltre 30 anni. Tra l’altro, verranno prodotti nella zona anche 4.000 tonnellate di cobalto. Tutti materiali utili per le batterie delle auto elettriche. Il minerale che produce in Tanzania, Kabanga Nickel lo raffinerà attraverso l’utilizzo di una tecnologia idrometallurgica meno inquinante rispetto ad altri procedimenti. Questo comporta che non ci sarà bisogno di esportare il nichel in Asia o in Europa per la lavorazione.
BHP si è concentrata sul nichel per l’industria delle batterie, annullando ad esempio la decisione di vendere la sua attività Nickel West in Australia. Dall’anno scorso Tesla si rifornisce da BHP nell’acquisto del minerale per le sue batterie delle auto, anche per limitare la dipendenza dalla Cina. In una nota, la società australiana ha scritto che l’investimento in Kabanga rappresenta una grande opportunità strategica dell’azienda per puntare sulle materie prime rivolte al futuro. Questo comunque testimonia un cambiamento nella strategia dell’azienda, maggiormente propensa di solito a indirizzarsi in giurisdizioni minerarie più tranquille come Australia, Cile e Canada.

Nichel: mercato in continua crescita

Attualmente il mercato del nichel sforna circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno e la quota è destinata ad aumentare sensibilmente con la crescita dell’utilizzo dei veicoli elettrici. Le stime dell’Agenzia Internazionale per l’Energia dicono che entro il 2040 l’incremento sarà di 19 volte, in concomitanza con i piani dei Paesi a livello mondiale di decarbonizzazione delle attività.
Il mercato però presenta le sue contraddizioni, perché l’Indonesia rappresenterebbe il maggior offerente, il quale è allo stesso tempo uno dei maggiori produttori di carbone al mondo. Non sono state poche le polemiche al riguardo anche durante l’evento di novembre del Cop26 di Glasgow, dove proprio l’Indonesia, insieme all’India e alla Cina, era tra quei Paesi più resistenti ad avviare un cambio netto riguardo alle emissioni di carbonio sull’emisfero terrestre. Ad ogni modo, in questo contesto si sono inserite le aziende cinesi, le quali stanno costruendo progetti di lavorazione del nichel con l’idea ancora una volta di cannibalizzare quote di mercato.

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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