Le azioni Novo Nordisk sono in ribasso di oltre 1 punto percentuale dopo il giro di boa di metà seduta alla Borsa di Copenaghen. Il sell-off è scattato a seguito della pubblicazione di un’analisi dei dati sui farmaci anti-obesità nella rivista medica JAMA Internal Medicine. Esaminando le carte cliniche e altre informazioni rilevanti delle persone in sovrappeso (in media 110 kg) e con diabete di tipo 2 che hanno assunto il trattamento, è risultato che il tirzepatide – principio attivo di Mounjaro e Zepbound di Eli Lilly – ha battuto semaglutide – principio attivo di Wegovy e Ozempic di Novo Nordisk – in termini di efficacia.
Per la precisione, i pazienti che assumono Mounjaro hanno una probabilità del 76% in più di perdere almeno il 5% del loro peso corporeo rispetto a quei pazienti che assumono Ozempic. La probabilità di perdere almeno il 10% risulta più del doppio e di perdere almeno il 15% più del triplo. In sostanza, gli studi hanno rivelato che gli utenti di Mounjaro hanno sperimentato una riduzione media di peso corporeo del 5,9% a tre mesi, rispetto al 3,6% degli utenti di Ozempic. A sei mesi, il calo in media è stato del 10,1% per gli utenti di Mounjaro contro il 5,8% degli utenti di Ozempic. Allargando l’orizzonte a 12 mesi si è arrivati a una perdita del 15,3% riguardo Mounjaro e dell’8,3% con riferimento a Ozempic. Tutto ciò a parità di rischio di eventi avversi gastrointestinali.
C’è da sottolineare che lo studio confronta Ozempic e Mounjaro, entrambi utilizzati per il diabete di tipo 2, anche se hanno effetto per la perdita di peso. Quindi non è stato fatto un paragone tra i prodotti indirizzati proprio sull’obesità, ovvero Wegovy e Zepbound. Per questo, “il modo migliore per confrontare i farmaci per la perdita di peso è attraverso uno studio clinico testa a testa e finora nessuno studio di questo tipo è stato completato”, ha commentato l’azienda danese.
Novo Nordisk: un contesto particolarmente sfidante
Tra Novo Nordisk ed Eli Lilly è da tempo in essere un testa a testa per la supremazia nei farmaci anti-obesità e contro il diabete, essendo le due Big Pharma le prime attive in questo ambito. La posta in gioco è molto alta, con il mercato che secondo gli analisti entro la fine del decennio potrebbe valere fino a 150 miliardi di dollari. Novo Nordisk si è mossa prima, mettendo Wegovy sul mercato statunitense nel 2021. Zepbound invece ha fatto il suo esordio in territorio americano solamente verso la fine dello scorso anno. Altri player sono in fase più o meno avanzata nella sperimentazione di farmaci che, sulla base delle risultanze parziali, potrebbero non solo essere più efficaci rispetto a quelli attualmente in commercio, ma anche ridurre e gli effetti collaterali. Tra le società in prima linea vi sono la danese Zealand Pharma e tre società americane: Amgen, Regeneron Pharmaceuticals e Viking Therapeutics.
In questo clima agguerrito le sfide per Novo Nordisk si fanno impegnative. La società ha conquistato lo scorso anno il primato di capitalizzazione a livello europeo proprio grazie ai suoi farmaci anti-obesità e per il diabete, ma l’azienda è finita nell’occhio del ciclone per i prezzi elevati, dopo aver dichiarato di trattenere circa il 60% del prezzo di listino in USA una volta tolti sconti e commissioni. Recentemente Novo Nordisk ha subito critiche anche a seguito di uno studio osservazionale che ha collegato Ozempic e Wegovy a una patologia oculare denominata ottica ischemica anteriore non arteritica, che nelle situazioni più estreme può condurre anche alla perdita della vista.