NYMEX: cos'è e come funziona il New York Mercantile Exchange - Borsa&Finanza

NYMEX: cos’è e come funziona il New York Mercantile Exchange

NYMEX: cos'è e come funziona il New York Mercantile Exchange

Il New York Mercantile Exchange, abbreviato in NYMEX, occupa un ruolo importante nel panorama delle Borse mondiali, con un volume di scambi di oltre 175 milioni di contratti l’anno. Ma cos’è e come funziona esattamente il NYMEX? E quali prodotti vengono negoziati? La risposta a queste domande con una guida che illustra tutto ciò che serve sapere su questo mercato.

 

NYMEX: caratteristiche e funzionamento

Il NYMEX è il più grande mercato a livello mondiale dei derivati sulle materie prime, che riguardano: prodotti energetici come gas naturale e petrolio; metalli preziosi tipo oro, argento, platino e palladio; metalli industriali come rame e alluminio. Le contrattazioni si svolgono all’apertura quotidiana alle 6:30, con una negoziazione in continuo h24, da domenica alle 19 fino a venerdì alle 14:30. Le opzioni e i futures vengono trattati attraverso una piattaforma di transazione e compensazione chiamata Clearport. Il sistema dell’asta continua, denominato Open Auction, viene effettuato dagli operatori in un luogo fisico, il floor, in combinazione con i più avanzati sistemi telematici di contrattazione elettronica.

Il NYMEX fa parte del CME Group, che ingloba altre tre Borse: CME, CBOT e COMEX. Il mercato è sottoposto alla regolamentazione della Commodity Futures Trading Commission (CFTC), agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti che svolge il ruolo di promuovere i futures in maniera competitiva ed efficiente, e proteggere gli investitori contro manipolazioni, pratiche commerciali abusive e frodi.

 

NYMEX: i prodotti negoziati

Al NYMEX vengono trattati futures e opzioni su una quantità varia di materie prime, che concernono:

 

  • l’energia, della cui categoria fanno parte il petrolio greggio, il gas naturale, il carbone, i raffinati come benzina, nafta, diesel e gasolio, nonché i biocarburanti;
  • l’agricoltura, tipo il cacao, il caffè e il cotone;
  • i metalli preziosi, come oro, argento, platino e palladio;
  • i metalli industriali, come rame e alluminio.

Un po’ di storia

Il NYMEX è nato nel 1872 con il nome di Butter and Cheese Exchange of New York. Inizialmente era una Borsa limitata ai commercianti di latticini, ma nell’arco di dieci anni divenne un luogo dove venivano scambiati altri prodotti agricoli, prendendo da subito la denominazione attuale. Fino agli anni ’60 le transazioni erano regolate in contanti con la consegna fisica della merce. Ciò era possibile perché il mercato era specializzato nei prodotti agricoli. Dal 1976 però furono introdotti i prodotti energetici, per cui è stato introdotto il mercato dei futures.

Nel 1994 NYMEX si è fuso con COMEX formando la più grande Borsa merci fisica in quel momento. Nel novembre 2006, il NYMEX è stato quotato in Borsa a un prezzo di 59 dollari per azione, ben oltre la forchetta di valutazione dapprima stabilita in 48-52 dollari e poi innalzata a 54-57 dollari. La raccolta allora è stata di 383,5 milioni di dollari, con un’impennata del titolo già al primo giorno di scambi del 125,4% a 132,99 dollari. Il grande successo scatenò le polemiche sul fatto che all’epoca si decise di collocare solamente il 7,5% delle azioni e che la quotazione avvenne tardivamente rispetto a quella di altri mercati come il CME, debuttato nel 2002, o il CBOT e l’Intercontinental Exchange, sbarcati nel 2005.

La grande crisi del 2008 ha messo in difficoltà il NYMEX e quindi è stato deciso per la fusione con CME Group di Chicago, da cui è nato un mercato da 30 milioni di contratti giornalieri, con il 10% appannaggio del NYMEX.

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Redazione

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