L’anno del Covid-19 è stato terrificante sotto tanti punti di vista e il settore dei pagamenti non ha fatto eccezione. Un rapporto di McKinsey & Company, multinazionale americana di consulenza strategica, ha messo in luce alcuni aspetti importanti. Innanzitutto le entrate del settore hanno subito la prima contrazione dopo 11 anni, a causa del rallentamento della crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria. L’introito è stato di 1.900 miliardi di dollari nel 2020, in decrescita del 5% rispetto al 2019 e del 7% se si considera il quinquennio precedente. A giudizio della società, solo grazie agli stimoli fiscali e monetari si è attutito il colpo e quindi evitata una perdita maggiore. Nel complesso però tutta l’industria alla fine si è mostrata abbastanza resiliente.
Pagamenti: dopo il Covid-19 una crescita sostenuta
Il calo dei pagamenti non è stato omogeneo, ma ha colpito maggiormente alcune Regioni rispetto ad altre. Ad esempio in America Latina vi è stato il picco dell’8%, seguito dal rallentamento dell’Asia che si è registrato al 6%. Più misurata la situazione altrove, dove la diminuzione dei ricavi si è attestata tra il 3% e il 5%.
Nel lungo periodo la situazione dovrebbe decisamente migliorare secondo le stime di McKinsey, ovverosia vi saranno flussi per 2.500 miliardi di dollari entro la metà del secolo, con una crescita che viaggerebbe tra il 6% e il 7%. In particolare, l’America Latina dovrebbe aumentare i pagamenti dell’11%, l’Asia del 9%, mentre Europa, Africa, Medio Oriente e Stati Uniti di una quota che spazia tra il 4% e il 6%.
Con la pandemia passaggio dal contante al digitale
La pandemia comunque ha impresso un cambiamento radicale nella modalità dei pagamenti. Basti pensare che a livello globale vi è stato un crollo del 16% delle transazioni in contanti nel 2020, in cui il Brasile ha visto precipitare le regolazioni degli scambi del 26%, gli Stati Uniti del 24% e la Gran Bretagna dell’8%. Questo è particolarmente significativo se si rapporta alla crescita del 6% che i pagamenti cash hanno avuto nell’anno pre-pandemico.
Per converso è aumentato radicalmente il portafoglio digitale, con le persone costrette a rimanere chiuse in casa e i negozi fisici al lockdown. In Australia ad esempio da marzo 2020, mese in cui è scoppiata la pandemia, a marzo 2021 vi è stata un’autentica esplosione dei pagamenti digitali (+90%). Anche l’Indonesia ha avuto una crescita sostenuta (+39%), essendo che tradizionalmente non è molto propensa al salto di qualità.
Nell’ecosistema dei pagamenti globali, quelli in tempo reale stanno occupando una posizione sempre più di rilievo ed è stata proprio la pandemia a dare un’accelerazione importante. L’anno scorso le transazioni sono aumentate del 41%, trainate soprattutto da portafogli ed e-commerce. L’India è stato il Paese con un maggior numero di scambi in tempo reale, ossia ben 25,6 miliardi con un incremento del 70% rispetto al 2019. Mentre in Brasile è stato introdotto il PIX, ovvero il sistema nazionale dei pagamenti in tempo reale. Da rilevare anche i pagamenti transfrontalieri che sono cresciuti del 17%. Questo è particolarmente significativo visto che nel 2020 c’è stato un tracollo dei volumi di viaggi e scambi come mai si era visto.
Per il futuro McKinsey & Company vede 2 driver che guideranno tutto il settore dei pagamenti. In primis un continuo spostamento dal contante all’elettronica nelle transazioni, con la crescita globale che accelererà questo processo di cambiamento. In secondo luogo vi saranno i margini d’interesse degli intermediari che rimarranno immutati.