L’indennizzo per il mese di marzo è rivolto anche ai lavoratori autonomi con Partita Iva. Ecco come funziona e chi potrà usufruirne
E’ uno dei passaggi fondamentali del Decreto Cura Italia varato dal Consiglio dei Ministri e firmato proprio stamattina dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nei 25 miliardi stanziati dal governo per far fronte all’emergenza coronavirus, sono previste infatti coperture per tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme, attraverso un assegno di seicento euro per il mese di marzo.
Tre miliardi stanziati per cinque milioni di persone
Un indennizzo, spiega Palazzo Chigi, rivolto a una platea di circa cinque milioni di persone, per un totale di 3 miliardi stanziati anche a favore e tutela dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, i più a rischio di inattività e di mancate entrate economiche: per questa categoria di occupati, si sa, niente lavoro uguale niente stipendio.
Partita Iva: chi può e chi non può
Una sola erogazione dunque, per il mese di marzo, con possibile proroga estendibile per il mese di aprile, anche se questo ipotesi è stata solo spiegata a parole, e quindi nulla di scritto. Più nel dettaglio, a questi seicento euro potranno accedere partite iva e co.co.co., iscritti solo e soltanto alla gestione separata dell’Inps. Dunque, al contrario, non potranno usufruirne tutti coloro i quali sono dotati di Partita Iva, iscritti però ad enti previdenziali che non sia l’Inps, ma anche chi è già in pensione e chi ha aperto la Partita iva dopo il 23 febbraio. Si calcola che a usufruirne, tra i lavoratori dotati di Partita Iva e iscritti alla gestione sperata, saranno un massimo di 339.000 persone.