Il 14 gennaio scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Trasparenza (DL n. 5 del 14 gennaio 2023), ovvero il provvedimento preso dal governo Meloni in materia di trasparenza dei prezzi di benzina e diesel. La misura prevede il rafforzamento dei poteri di controllo per il Garante per la sorveglianza dei prezzi dei carburanti, l’istituzione della Commissione di allerta rapida per individuare eventuali violazioni, la sterilizzazione delle imposte e il calmieramento automatico delle tariffe alla pompa in caso di aumento del costo del greggio. Non solo. Il Decreto introduce l’obbligo per i distributori di esporre i prezzi di vendita (insieme al prezzo medio regionale) e comunicarli al ministero delle Imprese e del Made in Italy e rafforza le sanzioni per gli esercenti che violano le regole sulle comunicazioni e sulla pubblicità dei prezzi.
Prezzi benzina e diesel: cosa cambia da oggi
Nel mese di gennaio, dopo il ripristino delle accise per il mancato rinnovo del loro taglio e le direttive impartite dall’esecutivo, la Guardia di Finanza ha eseguito controlli a tappeto su 2.500 pompe e diffuso dati allarmanti sul mancato rispetto delle regole: sono state registrate 989 violazioni alla disciplina dei prezzi. Numeri che si aggiungono alle 1.084 infrazioni accertate su accise e IVA nel corso del 2022. In pratica, il 39,3% dei benzinai ha ricevuto una multa.
La scelta di intervenire esclusivamente sulla trasparenza dei prezzi ha scatenato le proteste delle associazioni di categoria, che hanno accusato la politica di voler addossare la colpa dei rincari soltanto sui gestori delle pompe. È per questa ragione che il governo ha deciso di intervenire nuovamente con un emendamento al Decreto Trasparenza e la conversione in Legge n. 23 del 10 marzo 2023, in vigore dal 16 marzo. In attesa del definitivo decreto attuativo che sarà emanato entro la fine del mese, ecco cosa stabiliscono le nuove regole.
Le pompe di benzina e diesel sulle strade e sulle autostrade sono obbligate ad esporre “‘con adeguata evidenza” i cartelli con i prezzi praticati e con la media dei prezzi di riferimento elaborati dal MIMIT. In aggiunta, devono comunicare i loro prezzi al ministero come minimo una volta alla settimana (e non più ogni giorno) anche in mancanza di variazioni e aggiornare la comunicazione ad ogni cambiamento, sia in aumento che in diminuzione. I distributori locali (cioè fuori dalla rete autostradale) devono esporre i prezzi medi regionali e delle province autonome, gli impianti in autostrada il prezzo medio nazionale.
Comunicazioni meno rigide e multe più basse
L’emendamento modifica al ribasso l’impatto delle multe. In caso di violazione da parte dell’esercente, sono previste sanzioni che variano da 200 a 2.000 euro a seconda del fatturato. Se la pompa commette quattro violazioni nell’arco di 60 giorni, e non tre violazioni senza limiti temporali anche non consecutivi, l’impianto verrà chiuso da 1 a 30 giorni e non da 7 a 90 giorni.
Il passaggio finale spetta al MIMIT: è l’ex MISE, in concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze, a dover emanare un ulteriore decreto attuativo per stabilire come i gestori degli impianti devono comunicare i prezzi al sistema Osservaprezzi. Naturalmente questo servizio online deve essere aggiornato in tempo reale.
Al Ministero delle Imprese e del Made in Italy spetta sviluppare una App gratuita consultabile da tutti i cittadini, come per le tante app che individuano i distributori più convenienti già disponibili sul web e da mobile. Questa applicazione dovrà allineare le anagrafiche di ogni distributore presente sul territorio nazionale, visualizzare i prezzi medi nazionali e le tariffe praticate dai singoli gestori. La possibilità di ridurre il costo del carburante alla pompa con il taglio delle accise o la riduzione dell’IVA è considerata soltanto in casi di aumenti estremi.
Sono confermati nella Legge revisionata i buoni carburante esentasse fino a 200 euro per i lavoratori dipendenti (fino al 31 dicembre) e il bonus di massimo 60 euro per le persone con redditi inferiori a 20.000 euro per pagare l’abbonamento per il trasporto pubblico locale e ferroviario. Il fondo per il bonus trasporti pubblici è da 100 milioni di euro, fino ad esaurimento delle risorse.
La contestazione dei benzinai
Per vedere la rinnovata cartellonistica con la doppia esposizione dei prezzi, bisogna attendere il decreto attuativo: la data prevista è quindi il 31 marzo. Nonostante il cambiamento dei termini di legge (la periodicità della comunicazione dei prezzi è decisamente alleggerita) e delle sanzioni, molto meno rigide rispetto al tetto massimo dei 6.000 euro precedenti, le associazioni di categoria dei benzinai non sono pienamente soddisfatte.
Giuseppe Sperduto, il Presidente del FAIB (Federazione Autonoma Italiana Benzinai), chiede all’esecutivo e al ministero di convocare “quanto prima il tavolo di settore per giungere alla riforma di settore, alla razionalizzazione della rete, alla messa in linea con la transizione energetica e al contrasto all’illegalità contrattuale”.
Bruno Bearzi, il Presidente della FIGSC (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti), aggiunge che “sui carburanti in Italia pesano imposte per il 55,8% sulla benzina e 50,8% sul gasolio nonché superiori alla media comunitaria di +23,3 eurocent/litro”. Nei mesi successivi al ripristino dell’accisa piena, la FIGSC ha monitorato in collaborazione con le associazioni Assopetroli-Assoenergia i prezzi pubblicati dalla Commissione europea.
Da questo confronto risulta che lo “stacco Italia delle imposte sui carburanti”, cioè quante imposte si pagano in più o in meno in Italia rispetto alla media dei 27 Paesi dell’Unione, è pari a +24,1 cent/litro per la benzina e +22,8 per il gasolio. La media europea di riferimento è +20,4 cent/litro per la benzina e +20,1 per il gasolio. Il monitoraggio rivela dunque che in Italia la benzina ha il quinto prezzo più elevato dell’intera Unione Europea e il diesel il quarto.