Rupia digitale: l'India introdurrà la sua CBDC - Borsa&Finanza

Rupia digitale: l’India introdurrà la sua CBDC

CBDC: l'India introdurrà la Rupia digitale

Una Rupia digitale per l’India. Il Paese compie un altro passo in avanti per l’adozione della valuta digitale controllata dalla Banca Centrale. Il Ministro delle Finanze Nirmala Sitharaman, in occasione del discorso sul bilancio 2022, ha annunciato l’intenzione di proporre in Parlamento l’introduzione di una Central Bank Digital Currency utilizzando la tecnologia digitale. La mossa la porrebbe davanti agli altri Paesi che stanno studiando un modo per digitalizzare la propria valuta domestica. In aggiunta a questo, il Ministro ha comunicato che le entrate derivanti dal trasferimento di qualsiasi risorsa digitale saranno sottoposte a una tassazione del 30% senza alcuna deduzione di spesa relativa al calcolo del reddito, eccezion fatta per il costo di acquisizione.

 

Rupia digitale: ecco perché verrà introdotta

I dettagli sull’introduzione di una CBDC sono in fase di elaborazione, ha chiarito Pankai Chaudhary, Ministro di Stato presso il Ministero delle Finanze. L’alto funzionario statale ha anche affermato che la Rupia digitale offrirà vantaggi significativi sotto vari punti di vista, ad esempio in termini di riduzione dalla dipendenza del denaro contante, di costi di transazione inferiori e di un rischio di regolamento più basso. Inoltre, darebbe vita a un sistema di pagamento regolamentato, affidabile, solido ed efficiente.

Questo si armonizza con quelli che sono stati gli avvertimenti fino a oggi da parte della Banca Centrale indiana sui rischi riguardo le criptovalute. Si era parlato molto del tentativo della Autorità di stabilire una regolamentazione serrata sulle valute digitali, facendo temere a molti che si potesse arrivare anche a misure drastiche come quelle adottate in Cina, dove si è ricorso al divieto assoluto in ogni contesto: dal mining al trading e all’utilizzo come strumento di pagamento.

 

CBDC: ecco com’è la situazione negli altri Paesi

In tutto il mondo si sta discutendo sull’adozione di una propria valuta digitale, ma in realtà finora sono solamente 2 i Paesi che l’hanno lanciata ufficialmente: Bahamas e Nigeria. Negli USA la Federal Reserve all’inizio del 2022 ha elaborato un rapporto che illustra i vantaggi e gli svantaggi del Dollaro digitale, sottolineando che potrebbe lavorare in tandem con il Governo per avviarlo nei prossimi anni.

Lo Stato che in questo è più avanti di tutti è la Cina. Lo Yuan digitale è stato progettato per circa 2 anni e in questo momento è in fase di sperimentazione in 10 città cinesi, tra cui Shangai, Shenzen e Xi’an. In base alle dichiarazioni di alcuni funzionari della People’s Bank of China, finora sono state effettuate circa 14 miliardi di transazioni attraverso la CBDC controllata dalla Banca Centrale. Con l’arrivo delle Olimpiadi di Pechino, l’e-CNY vedrà le luci della ribalta perché dovrebbe essere utilizzato diffusamente durante l’evento sportivo di 20 giorni.

L’iniziativa del Dragone potrebbe fungere da stimolo per tutti gli altri, sebbene le tempistiche che si sono date le principali Banche centrali non richiedano un’entrata in funzione imminente. La Bank of England ad esempio ha affermato che sarà difficile vedere una Sterlina digitalizzata prima dei prossimi 5 anni. Anche in Europa si sta studiando l’Euro digitale e al riguardo è stata allestita una task-force. Ma anche qui le previsioni sono per un’introduzione nella migliore delle ipotesi nel 2025.

La stessa Fed si culla del fatto che il Dollaro USA rappresenti la riserva mondiale, pertanto non manifesta alcuna fretta per la digitalizzazione della moneta più forte del mondo. Allo stato attuale sono stati avviati dei progetti pilota per i seguenti Paesi, oltre la Cina: Anguilla, Hong Kong, Giamaica, Lituania, Malesia, Singapore, Sud Africa, Corea del Sud, Svezia, Thailandia, Ucraina ed Emirati Arabi Uniti.

 

AUTORE

Johnny Zotti

Johnny Zotti

Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.

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