Trade War: ultime news sulle guerre commerciali - Borsa&Finanza

Trade War

La “trade war” è una guerra commerciale e viene combattuta tra due nazioni o aree geografiche mediante dazi, tariffe, obblighi doganali, divieti alle importazioni/esportazioni. Le barriere commerciali che vengono innalzate durante una trade war non colpiscono solo le due parti in causa ma si riflettono sulle altre nazioni in virtù dell’interconnessione esistente tra tutte le economie del globo. L’esempio più vicino termporalmente è quello del conflitto tra Russia e Ucraina che coinvolge, in modo più o meno attivo, anche Cina, Stati Uniti, Europa e Gran Bretagna per citare gli attori più importanti economicamente. Oltre al conflitto vero e proprio, combattuto con l’uso della armi, la Russia ha chiuso le esportazioni di gas verso l’Europa e l’Europa ha imposto sanzioni sulla Russia, così come hanno fatto gli Usa. Da qualche anno è in corso inoltre una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina che ha per oggetto in particolar modo le tecnologie.

Le conseguenze delle guerre commerciali sono visibili in primo luogo nell’aumento dei prezzi (inflazione) e nel blocco o nel rallentamento di alcune forniture di materiali e manufatti che possono mettere a rischio le catene produttive di determinati beni. Per ovviare a questi problemi il paese che applica dei blocchi o delle sanzioni deve trovare dei fornitori alternativi o produrre internamente le risorse che prima venivano importante dal paese estero su cui si è imposto il blocco. In entrambi i casi, tuttavia, si incorrerà in un aumento dei prezzi di produzione. Un altro esempio storico di sanzioni e trade war risale al novembre 1935 quando la Società delle Nazioni deliberò contro l’Italia per l’aggressione all’Etiopia. Il regime fascista, convinto della propria politica di colonizzazione, reagì adottando l’autarchia, ossia la produzione locale di merci e materiali. Sono rimasti proverbiali l’orbace che sostituì le importazioni di lana e la cicoria che sostituì il caffè.

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