Tassazione accettazioni bancarie: ecco come avviene - Borsa&Finanza

Tassazione accettazioni bancarie: ecco come avviene

Tassazione accettazioni bancarie: ecco come avviene

Come avviene la tassazione sulle accettazioni bancarie? Vediamo una guida che illustra le principali caratteristiche dello strumento e quali sono le imposte che gravano sugli interessi percepiti e chi le deve versare al Fisco.

 

Accettazioni bancarie: cosa sono e come funzionano

Le accettazioni bancarie sono delle cambiali con cui un soggetto chiamato traente ordina a una banca denominata trattaria di pagare a una certa scadenza una somma di denaro per suo conto a un terzo soggetto, che solitamente è un fornitore di beni o servizi. In questa operazione, la banca appone la sua firma sullo strumento, dandogli la qualifica di accettazione bancaria, e in questo modo diventa l’obbligato principale. L’operazione avviene nel seguente modo: in una transazione commerciale il venditore riceve dal compratore una lettera di credito con la quale viene riconosciuto il debito. Con questa, va in banca e presenta una cambiale che solitamente ha una scadenza di 30, 60 o 90 giorni e sulla quale l’istituto appone la firma di accettazione.

Il venditore a quel punto ha due opzioni: o aspettare la scadenza per ricevere il pagamento sicuro o presentare anticipatamente l’accettazione bancaria a una banca facendosi anticipare la somma scontata. Per il traente, quindi, l’utilizzo di un’accettazione bancaria è una forma di finanziamento, su cui ovviamente pagherà degli oneri finanziari. In realtà, il titolo può essere negoziato sul mercato, quindi esiste una terza alternativa, ovvero quella dove subentra un investitore che acquista la cambiale a prezzo scontato prima della scadenza e poi riceve il pagamento alla data maturata.

 

Tassazione

Sulle accettazioni bancarie grava l’imposta del 26% sugli interessi che sono indicati sulla cambiale emessa da un’impresa e viene corrisposta dalla banca accettante a titolo di sostituto d’imposta. Vediamo con un esempio come funziona tutto il meccanismo della tassazione. Ipotizziamo che l’impresa Alfa abbia un credito commerciale di 100.000 euro nei confronti dell’impresa Beta. Quindi si fa emettere da quest’ultima una lettera di credito a riconoscimento del debito. A fronte di questo, emette a sua volta una cambiale a scadenza 12 mesi e la presenta in banca per l’accettazione pagando alla banca le dovute commissioni. Sulla cambiale è indicato lo sconto che corrisponde al 3% dell’importo nominale.

L’investitore Gamma acquista la cambiale per l’importo di 97.000 euro e aspetta sino alla scadenza per incassarne 100.000 versati dall’impresa Beta. Quindi l’aliquota del 26% pagata da parte dell’investitore Gamma sarà applicata sull’importo di 3.000 euro, che è la differenza tra i 100.000 euro incassati alla data di scadenza della cambiale e i 97.000 euro sborsati alla data di acquisto della cambiale stessa. Tale imposta, che corrisponde ad euro 780, verrà versata allo Stato dalla banca accettante come sostituto di imposta e quindi l’importo netto che a scadenza riceverà l’investitore Gamma sarà: 100.000 – 780 = 99.220 euro.

 

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