Tre osservazioni alla Nadef 2019 presentata dal governo.
La prima è contabile
Si finanzia un’uscita corrente che hai tutti gli anni (mancato gettito Iva) per 23 miliardi di euro, con una coppia di entrata straordinarie che hai solo per 1 anno, fatta da 7,4 miliardi di euro di nuovo debito e 3,6 miliardi da privatizzazioni, in totale quindi 11.
Il prossimo anno, quindi, devi trovare di nuovo 11 miliardi di euro o un valore ancora più ampio se sbagli le previsioni sul Pil.
La seconda, macroeconomica, è recessiva ed in parte inutile
C’è di fatto un aumento della pressione fiscale reale
La lotta all’evasione è giusta ma se contestualmente non riduci le tasse per un pari importo hai di fatto alzato le aliquote reali (non quelle nominali).
Hai avuto di fatto un atteggiamento recessivo colpendo i consumi.
Nella Nadef ci sono:
7 miliardi da lotta all’evasione fiscale tramite la riduzione del contante
1,8 miliardi di euro riduzione dei sussidi ambientali dannosi
1,8 miliardi di euro proroga dall’imposta sulla rivalutazione dei terreni e dei cespiti aziendali
totale 10,6
Taglio delle tasse per cuneo 2,5 miliardi
Quindi aumento della pressione fiscale reale per 7,5 miliardi di euro.
La seconda obiezione è sui target di crescita. Se il tasso di crescita del pil italiano, in assenza di shock esogeni è pari a +0,5% (Vedi Fitch) che senso ha mettere in campo tutte queste misure se poi l’obiettivo per il 2021, indicato nella Nadef, è pari +0,6%.
La terza è finanziaria: non tiene conto della fine possibile del Qe
Il debito pubblico in senso assoluto continua a crescere. Quando la Bce terminerà i suoi acquisti i tassi di interesse torneranno, presumibilmente, a salire.