Chi non ha mai versato contributi ha diritto alla pensione? La risposta è sì: l’assegno sociale, conosciuto in passato come pensione sociale, è proprio quella prestazione assistenziale che non dipende dal versamento dei contributi all’INPS e viene destinata a quelle persone che si trovano in condizioni economiche difficili, a prescindere appunto dai contributi previdenziali che hanno versato nel corso della loro vita lavorativa. Ma nello specifico come funziona questa misura, chi ne ha diritto e con quali requisiti, come si presenta la domanda e a quanto ammonta l’assegno?
Assegno sociale: cos’è e i requisiti per averlo
A differenza della pensione minima che riguarda tutti i trattamenti previdenziali (incluse le pensioni anticipate, l’invalidità, le reversibilità e le indennità) i cui importi non raggiungono i valori minimi previsti dalla legge, l’assegno sociale è una prestazione di assistenza (e non di previdenza) riservata a chi è in “condizioni economiche disagiate e con redditi annuali inferiori alle soglie previste dalla legge”, come specifica l’INPS.
Questo bonus non è reversibile ai familiari superstiti e non è esportabile, ovvero il titolare della prestazione deve avere obbligatoriamente la residenza in Italia, tant’è vero che l’assegno non è soggetto alle trattenute IRPEF. I cittadini che possono usufruirne devono essere:
- italiani;
- comunitari iscritti all’anagrafe del comune di residenza;
- extracomunitari familiari di un cittadino comunitario;
- extracomunitari con permesso di soggiorno UE di lungo periodo;
- stranieri o apolidi titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria.
I beneficiari dell’assegno sociale devono percepire un reddito al di sotto delle soglie stabilite annualmente dalla legge. Le soglie da non superare sono quella di 6.542,51 euro annuali di reddito personale e di 13.085,02 euro di reddito complessivo con il coniuge.
Va sempre ricordato che l’assegno sociale ha carattere provvisorio: ogni anno l’INPS procede alla verifica del possesso dei requisiti socio-economici e dell’effettiva residenza sul territorio italiano. Se il titolare soggiorna all’estero per più di 29 giorni, l’assegno viene sospeso: trascorso un anno dalla sospensione, si procede alla revoca della prestazione.
Nel 2023 per richiedere l’assegno sociale è necessario rispettare questi cinque requisiti:
- 67 anni d’età;
- stato di bisogno economico;
- cittadinanza italiana e situazioni equiparate;
- residenza effettiva in Italia;
- dieci anni di soggiorno legale e continuativo in Italia.
Per aver diritto alla prestazione, il richiedente ed il coniuge devono dichiarare:
- i redditi imponibili IRPEF, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva;
- i redditi esenti da imposta;
- i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (vincite a concorsi a premi, lotterie e giochi);
- i redditi soggetti ad imposta sostitutiva come interessi postali e bancari, interessi dei CCT e di ogni altro titolo di stato, interessi, premi e altri frutti di obbligazioni e titoli simili;
- i redditi di terreni e fabbricati;
- le pensioni di guerra;
- le rendite vitalizie erogate dall’INAIL;
- le pensioni dirette erogate da Stati esteri;
- le pensioni e gli assegni erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi;
- gli assegni alimentari corrisposti a norma del Codice civile.
Sono invece esclusi dal calcolo del reddito:
- i trattamenti di fine rapporto e l’anticipo sul TFR;
- il reddito della casa di abitazione principale;
- le competenze arretrate soggette a tassazione separata;
- le indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili e le indennità di comunicazione per i sordi;
- l’assegno vitalizio erogato agli ex combattenti della guerra 1915-1918.
A quanto ammonta l’assegno sociale?
L’importo dell’assegno è determinato di anno in anno sulla base della perequazione, ovvero l’adeguamento al costo della vita e la rivalutazione per affrontare l’inflazione. Per il 2023, l’assegno sociale ammonta a 503,27 euro al mese per 13 mensilità, pari a 6.542,51 euro annuali. Una quota superiore a quella elargita nel 2022, arrivata a 469,03 euro. Dal 1° gennaio 2024, con un ulteriore +0,8%, l’importo passa a 507,02 euro mensili.
Naturalmente l’importo di 503,27 euro mensili è quello massimo ottenibile. Hanno diritto all’assegno intero le persone non sposate che non hanno alcun reddito e quelle coniugate che hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell’assegno, quindi sotto i 6.542,51 euro.
L’assegno diventa ridotto quando il beneficiario non è sposato e ha un reddito inferiore all’importo annuo di 6.542,51 euro oppure quando è coniugato e ha un reddito familiare compreso tra il totale annuo di 6.542,51 euro e il suo doppio, ossia 13.085,02.
Il calcolo dell’assegno parziale avviene in base al proprio reddito con questa formula:
totale annuo dell’assegno sociale – reddito personale annuo ÷ 13
Si considera 503,27 euro per 13, cioè 6.542,51 euro oppure 13.085,02 euro in caso di coniugi. Da questa cifra si sottrae il reddito annuo percepito: la differenza va divisa per 13 e si ottiene così l’importo dell’assegno mensile. Per fare un esempio: una persona single over 67 che ha un reddito di 3.600 euro annui (300 euro al mese) avrà un assegno sociale di 226,34 euro.
Le maggiorazioni sociali
L’INPS riconosce anche alcune maggiorazioni sociali in base all’età del beneficiario dell’assegno. Fino ai 75 anni, l’aumento è di 12,92 euro al mese per 13 mensilità. Chi ha un’età pari o superiore ai 75 anni, ottiene una incremento di 20,66 euro, sempre per 13 mensilità. Ovviamente si considera il reddito percepito per ottenere l’importo totale o parziale della maggiorazione, in questo caso inclusi il TFR e gli arretrati soggetti a tassazione separata.
Assegno sociale: come fare domanda
La domanda per l’assegno sociale deve essere presentata online sul portale dell’INPS nella sezione “Sostegni, Sussidi e Indennità” selezionando “Per persone a basso reddito”. Per utilizzare il servizio da cittadini, occorre essere in possesso dello SPID, della CIE o della CNS. Dopo aver inserito lo SPID e il codice fiscale, è necessario compilare tutti i campi previsti. Non è richiesta la presentazione di ISEE. L’INPS chiede soltanto di allegare un documento d’identità in corso di validità, l’eventuale permesso di soggiorno (per gli extracomunitari) e lo stato di residenza storico in autocertificazione o il certificato storico di residenza dell’ufficio anagrafe del comune.
In alternativa alla modalità online, è possibile rivolgersi ai patronati, chiamare il contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile. Il termine per la definizione del provvedimento è fissato in 45 giorni: entro questo periodo l’ente definisce la spettanza o il rifiuto della misura. Una volta che viene riconosciuto, l’assegno ha decorrenza dal mese successivo a quello di presentazione della domanda, quindi il primo pagamento include pure gli arretrati. Chi percepisce l’assegno sociale ogni anno deve ricordare di inviare all’INPS il modello RED. Infine, bisogna specificare che c’è compatibilità tra l’assegno sociale e la pensione di cittadinanza fino ad un massimo di 780 euro mensili.